Possiamo definirli gli “altri”, i molti “altri”. Sono coloro che non hanno aderito (e gradito) sin qui alla scelta compiuta dalla coalizione progressista, che ha individuato in Joe Mileti il candidato sindaco di Termoli. Quattro formazioni aderenti alla coalizione civica, ben sei sigle nel plafond dei riformisti, non invitati al tavolo a sei gambe che ha investito dell’onere e dell’onore il penalista del foro di Larino, ma ci sono anche iscritti non allineati di Pd e M5S. Insomma, un mare magnum della discordia. Ieri mattina a riunirsi è stata la coalizione civica, che rappresenta Termoli Domani, Alternativa civica, Rete della Sinistra ed Equità Territoriale. All’appello, a dire il vero, manca anche il gruppo Termoli Domani, che si ritrova nell’associazione Schierarsi, fin qui non ha posto dove collocarsi. Incontro delle quattro sigle “in coalizione” al bar Bellavista, dove già si incontrarono nell’autunno scorso. Per le vie brevi, sempre declinando l’obiettivo: «Prima il programma», è stato fatto il punto della situazione ed è stato deciso di vedersi sabato prossimo per approvare la cornice programmatica comune, prima di passare alle proposte per la carica di sindaco. Quindi, poco prima di pranzo, giunge la “velina” delle componenti escluse dal tavolo a sei gambe. «Le elezioni comunali di giugno costituiscono un appuntamento decisivo per disegnare e concretizzare l‘idea di un nuovo modo di amministrare la Città ed interpretare al meglio le esigenze e le necessità del territorio, nel rispetto delle sue peculiarità e delle sue caratteristiche anche ambientali». Così in una nota congiunta i Verdi e Sinistra – Alternativa Progressista, Insieme, Azione, Iscritti PD Termoli e Liberali e Socialisti.
«In questa prospettiva i sottoscritti ritengono preliminare che le componenti civiche e politiche di area cattolica, moderata, ambientalista e di sinistra, finora non coinvolte nel confronto, condividano linee programmatiche comuni da proporre alle altre componenti di area, così da offrire alla comunità una complessiva idea di amministrazione e di sviluppo.
Un programma di crescita sostenibile che possa essere condiviso anche dalle migliori energie culturali, sociali ed associative della Città, nella consapevolezza che il progetto per la Città sia propedeutico e non conseguente alla indicazione del candidato Sindaco.
Si avverte una forte e rinnovata volontà di partecipazione che non può e non deve essere ignorata, se si vuole davvero ricomporre la evidente disaffezione al voto e colmare la distanza tra i cittadini e le istituzioni.
Una volta discussa e condivisa, con la più ampia convergenza delle forze in campo, la cornice programmatica, solo allora sarà possibile individuare il candidato alla carica di Sindaco, che abbia competenza, capacità ed equilibrio tali da poter interpretare al meglio la intera coalizione e farsi garante della attuazione del programma amministrativo e politico in una visione improntata alla collegialità e non all’individualismo. Le fughe in avanti quasi mai sono indice di democrazia, condivisione e pluralismo.
I sottoscritti sollecitano il confronto con tutte le altre componenti, civiche e di partito su questo percorso di metodo e di merito, nel convincimento che l’obiettivo comune di amministrare la Città non sarà rallentato dalle diversità di visione politica e che anzi tali diversità possono costituire momento di riflessione, di crescita e di arricchimento programmatico e culturale».
Subito dopo, come avvenuto dopo la nota della coalizione civica, quando esplicitò l’autosospensione dal circolo Pd, poco dopo l’intervento degli altri partiti di centrosinistra, torna a dire la sua l’ex parlamentare dem Laura Venittelli, che rivendica un “Un campo progressista aperto e plurale”.
«E’ quello che ci chiedono i cittadini per cambiare il futuro della nostra città e per battere la destra di Meloni e Roberti.
Un centrosinistra che non si arrende alla “chiusura” di Pd, M5S e Costruire Democrazia e che, per quel che riguarda il Pd, ha abdicato alle regole della democrazia interna, totalmente bistrattate, scegliendo un candidato non di area, che non riscalda i cuori e che ha pubblicamente sostenuto il centrodestra alle scorse regionali 2023.
Oltre all’appello di qualche giorno fa dei Movimenti Civici, della Rete della Sinistra-Termoli Bene Comune ed Equità Territoriale, oggi arriva anche l’appello di Alleanza Verdi e Sinistra (partito che è già parte strutturale del centrosinistra dal 2022), dell’area cattolica e moderata con Insieme ed Azione, oltre ai socialisti e ai tanti simpatizzanti ed iscritti del Pd che chiedono al proprio partito di non accontentarsi di una “coalizione ristretta” che non rappresenta tutto il campo largo e di lavorare assieme agli altri partiti e movimenti presenti sul territorio per un programma condiviso, che rilanci la nostra città attorno ai valori, spesso dimenticati dall’amministrazione Roberti, della solidarietà, del sostegno alle fasce più deboli, della tutela del territorio contro interessi di lobby forti in regione e nel paese e, inoltre, dei valori che fanno del campo progressista il baluardo contro le destre e che non ravvisabili nelle dichiarazioni del candidato Mileti che, “non avendo un perimetro politico” auspica (come da sua dichiarazione del 24.2.2023) l’allargamento a tutte le forze politiche (anche Casa Pound?).
Dopo il centrosinistra di oggi, 2 marzo 2024, di altre formazioni politiche, si apra il campo largo, quello vero, e lo faccia per primo il Partito Democratico il cui segretario nazionale, proprio oggi, ha fatto un appello all’unità di tutte le forze del campo progressista per sconfiggere le forze populiste.
Chiedo al Pd locale e regionale, al M5S e al candidato Joe Mileti un atto di generosità politica nei confronti della città abbandonando ogni posizione precostituita che non porta alla vittoria ma ad una sconfitta annunciata! Si azzeri il processo decisionale che ha condotto alla designazione del candidato sindaco della cosiddetta coalizione progressista, ritornando al dettato programmatico, su cui costruire la piattaforma di una nuova intesa ampia e condivisa. E’ l’unico passaggio attraverso il quale non si collezionerà una rovinosa sconfitta.
IL Pd faccia il Pd! Apra il confronto con le altre forze del campo progressista che da giorni chiedono di stilare un programma condiviso e poi la scelta del sindaco custode di quel programma che possa competere per strappare la città alla peggiore destra degli ultimi anni; ma per fare ciò, ripeto, è necessario parlare di temi, di cosa si vuole per Termoli, non di semplici nomi senza storia politica.
Il Pd esca dall’angolo dell’irrilevanza in cui si è cacciato ed ascolti i suoi iscritti ed elettori che chiedono Unità per vincere. Non ci interessa una battaglia di rappresentanza per garantire “rendite di posizione” dei soliti noti.
Il Pd faccia il Pd ed esca fuori, finalmente, una volta per tutte, dalle logiche correntizie che l’hanno indebolito in questi anni, recuperando la sua mission di partito che ha la barra dritta nei valori della democrazia interna (non espressa in questi ultimi tempi), della solidarietà, della transizione energetica sostenibili, dell’antifascismo… e si apra a tutte le forze politiche che, una vera e credibile alternativa alla destra populista la vogliono costruire “insieme”!».