Nessuna anomalia sul dramma di Antonio D’Acci, il 61enne macchinista di origine foggiana e residente a Termoli, deceduto a causa di un malore nel pomeriggio di martedì scorso sulla tratta Pescara-Sulmona. La salma del dipendente di Trenitalia è stata restituita ieri alla famiglia, senza che la Procura abbia disposto l’autopsia. Ad accertarlo gli agenti della questura. «È con profondo cordoglio che apprendiamo la scomparsa del nostro stimato collega, il macchinista Antonio D’Acci. In questo momento di lutto, ci uniamo alle sofferenze della famiglia di Antonio. Le nostre più sentite condoglianze ed il sostegno della grande famiglia dei ferrovieri giungano ai suoi affetti più cari durante questo difficile momento di dolore», il cordoglio delle sigle sindacali. Prima che il cuore di Antonio D’Acci smettesse di battere, l’esperto macchinista di Trenitalia in servizio da quasi 40 anni, dal 1986 per la precisione, è riuscito a mettere in salvo gli 87 passeggeri arrestando tempestivamente la corsa in aperta campagna. I primi a prestargli soccorso sono stati il capotreno e il personale di bordo. Poi sono intervenuti i soccorritori del 118, ma ogni tentativo di rianimarlo è stato inutile.