In occasione di un incontro avvenuto al ristorante Pesce Nostrum, dell’Op San Basso, con gli alunni dell’istituto comprensivo Schweitzer, abbiamo colto l’occasione per intervistare la direttrice generale di Federpesca, Francesca Biondo. Il comparto ittico è uno di quelli più bersagliati dalle scelte tecnocratiche compiute a Bruxelles e le prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno sono uno snodo decisivo (al pari per l’agricoltura) di un settore a rischio. «Queste elezioni europee sono importanti per il nostro settore, per cercare di invertire una tendenza che in questi anni lo ha visto criminalizzare; è stato molto importante l’impegno del governo e del ministro Lollobrigida, che hanno fatto ricorso alla Corte europea contro il regolamento controlli. In particolar modo, l’impegno contro l’articolo che prevede di avere delle telecamere a bordo che controlleranno il lavoro dei pescatori, noi crediamo che questo sia un unicum tra tutti i settori produttivi, che lede la dignità di questo lavoro oltre che delle libertà personali e un controllo che diciamo presume una colpevolezza nel settore che ovviamente non è. Ci sono dei casi di illegalità e noi siamo i primi a segnalarli, a tutela, invece, della maggior parte degli operatori che lavorano onestamente e nel rispetto delle regole; quello che vogliamo dire in vista di queste elezioni europee è che noi crediamo fortemente che debba essere invertita una tendenza che in questi ultimi 10-15 anni ha visto i concetti di sostenibilità e di competitività delle imprese come due concetti in parallelo, come due concetti che non potessero andare insieme, l’uno escludeva l’altro. Noi invece siamo convinti che questi due concetti possano andare insieme e che, anzi, la sostenibilità possa essere un volano per la complessità delle imprese perché quando parliamo di sostenibilità siamo convinti dell’impegno del nostro settore per la tutela dell’ambiente, ma altresì vorremmo che ci fosse più attenzione nei confronti della sostenibilità sociale ed economica, perché questo è un settore che ancora in Italia dà lavoro e occupazione, dà reddito a molte persone, oltre che garantire un prodotto di grande qualità per le tavole degli italiani». La Biondo si sofferma anche sulla concorrenza sleale.
«Contro la concorrenza sleale, da anni Federpesca chiede un maggiore impegno comune nel Mediterraneo, per attuare politiche di gestione anche a carico dei Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo, Noi siamo convinti degli sforzi del settore italiano e del settore europeo, che hanno profuso in questi anni per garantire una maggiore riproduzione delle risorse, una maggiore tutela dei mari, ma questi sforzi rischiano spesso di essere vanificati perché tante altre flotte che operano nel nostro Mediterraneo non sono sottoposti alle stesse regolamentazioni e quindi da questo punto di vista, quello che chiediamo all’Europa, oltre che ai governi nazionali, è un maggiore impegno per obbligare anche gli altri Paesi al rispetto delle stesse regole». Quindi, focus sul caro carburanti.
«Il problema del caro gasolio è ancora purtroppo presente nel nostro Paese, sappiamo tutti che dopo la crisi causata dall’attacco della Russia in Ucraina sono schizzati i prezzi dell’energia, su questo il settore della pesca è stato particolarmente colpito, negli ultimi anni il governo ha garantito un credito d’imposta per far fronte ai costi maggiori del caro gasolio, visto che questa tendenza non si inverte, noi chiediamo al governo di replicare questa misura e consentire ancora di avere un credito d’imposta per il caro gasolio».

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