Reazioni a valanga sui rumor che riguardano la Gigafactory di Termoli, di colpo passata nel giro di pochi giorni dalla posa della prima pietra in arrivo al rischio di un brusco stop del progetto.
«Il silenzio di Termoli fa rumore, in attesa del giorno 11 giugno, e dell’incontro che si dovrà tenere al Mimit. Sono sempre più le testate giornalistiche nazionali che riportano le dichiarazioni del Ceo Tavares sulla possibilità di stoppare il progetto Acc e Gigafactory in Italia. Come sindacati per noi, se confermata questa notizia, diventerà inaccettabile prendere anche solo in considerazione tale decisione, potremmo comprendere solo un eventuale slittamento a favore di uno degli investimenti pubblici più importanti che le politiche industriali di investimento e di rilancio dell’economia avevano prodotto, progetto che ha rivendicato ormai svariate paternità, e che oggi viene messo fortemente in discussione». A lanciare per primo la pietra nello stagno è stato su Primo Piano Molise, la scorsa settimana, il segretario regionale della Fim-Cisl, Marco Laviano, e sue sono le parole che commentano il tourbillon delle ultime 36 ore. «Sono mesi che come organizzazione sindacali incontriamo le direzioni di Stellantis e di Acc con il coordinamento del Ministero delle imprese e del Made in Italy, incontri che dovevano servire alla “formalità” di garantire al personale addetto di Termoli una giusta ricollocazione nella nuova realtà industriale, la mobilità sostenibile. Tante promesse ed un progetto che già a maggio 2024 doveva vedere la partenza dei lavori, ma che ora ha paura dei mercati. Impensabile, quindi per noi, sminuire un tavolo ministeriale così importante ed un investimento così determinante. I lavoratori di Termoli meritano rispetto. Non vogliamo credere a questa possibilità, abbiamo sempre messo in evidenza quanto fosse complicata la gestione della transizione all’elettrico, sostenendo da subito il vantaggio della neutralità tecnologica e delle libere scelte di mercato. Termoli resta leader produttivo di motori endotermici a benzina, per anni ha rappresentato per il gruppo ex Fiat il punto strategico, un concentrato di competenze e di tecnologie. Oggi alcuni dei motori prodotti a Termoli si prestano alla possibilità di esser compatibili con le piattaforme ibride, ma questo non basta. La discesa dei volumi produttivi e la perdita di alcune produzioni ha visto notevolmente ridurre il perimetro occupazionale. La prospettiva dell’insediamento di Acc ha ridato visibilità ad una regione sempre più povera di lavoro e di imprese virtuose. Ha ridato alla filiera legata all’auto una nuova speranza. Ha ridato alla comunità la possibilità di credere che si possa lavorare e vivere nella nostra regione. Ha ridato la possibilità a tutto il sistema industriale italiano la certezza che davvero possiamo tornare ad essere centrali nei piani industriali di un colosso Automotive come Stellantis. Attendiamo di conoscere i veri piani industriali quanto di Acc quanto soprattutto di Stellantis, che ormai non può esser considerata solo una componente della neonata Joint venture, ma pare essere l’ago della bilancia. Se il progetto Termoli viene messo in discussione non permetteremo sciacallaggi, non saranno i lavoratori di Termoli a pagare scelte di una politica europea che prima indica la via determina le scelte industriali ma che non ne sostiene il percorso. A prescindere da tutto a Termoli a questo punto devono esser messe in garanzie le attuali produzioni, il mantenimento dei volumi occupazionali e scelte di gruppo che favoriscano i prodotti realizzati sul sito molisano».
«Il produttore europeo di batterie per auto Acc, joint venture tra Stellantis, Mercedes e TotalEnergies, sta studiando la fornitura di batterie per auto elettriche a basso costo per adattarsi alle esigenze del mercato, e per questo ha rinviato i piani per la costruzione delle Gigafactory in Germania e in Italia, a Termoli. In una nota, Acc spiega che la decisione è legata all’evoluzione del mercato automotive con lo spostamento della domanda “verso veicoli elettrici dai costi più contenuti”. Servirà quindi una nuova fase di ricerca e sviluppo nei prossimi mesi per poter industrializzare prodotti più accessibili e quindi Acc dice di voler aggiornare la propria tempistica industriale e la strategia di costruzione. Le trattative sui dettagli del piano per Termoli sono quindi ora calendarizzate “per la fine del 2024-inizio 2025, il tempo di condurre gli studi volti ad apportare gli adattamenti necessari al progetto industriale”, conclude la nota. Nel pomeriggio Mercedes ha ribadito il proprio impegno nella joint venture Acc spiegando che la strategia di elettrificazione è ancora in piedi», quanto riferito dall’agenzia Reuters e su queste parole è uscito allo scoperto il ministro Adolfo Urso.
«Abbiamo una riunione la prossima settimana già convocata proprio su Termoli e proprio su questo progetto con l’azienda, i sindacati e la Regione. In quella sede evidentemente ci esprimeranno le ragioni di questo rinvio nell’esecuzione di due progetti importanti in Italia e Germania. Valuteremo cosa si possa fare e a nostro avviso cosa si debba fare, innanzitutto a Termoli, per la continuità produttiva degli attuali stabilimenti e quindi per mantenere gli attuali livelli occupazionali allungando la vita produttiva dei modelli che si realizzano in quegli stabilimenti», parole espresse a margine dell’assemblea di Federvini dopo che Acc, la joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies, ha deciso di rinviare a fine 2024-inizio 2025 le discussioni sul progetto di Gigafactory. Dopo le sigle territoriali, a dire la loro quelle nazionali, Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Uglm-Aqcfr. «L’incontro al Mimit con Acc previsto per ieri è stato spostato a martedì 11 giugno. Nel frattempo si rincorrono le voci di uno slittamento dei tempi di avvio della produzione, il cui primo modulo doveva partire nel 2026. Esprimiamo grande preoccupazione qualora le voci dovessero trovare conferma. Dal momento che l’attuale normativa prevede la progressiva riduzione delle produzioni endotermiche, il rallentamento nell’implementazione della fabbrica di batterie, nella quale dovrebbero essere trasferiti tutti i dipendenti attualmente impiegati da Stellantis nella produzione di motori, potrebbe difatti suscitare gravi dubbi sul futuro industriale e occupazionale di Termoli. Nell’incontro al Mimit convocato per martedì prossimo, i Sindacati chiederanno ad Acc, a Stellantis e al Ministero tutte le garanzie a salvaguardia del progetto della Gigafactory e del piano ad esso collegato. Se ciò non dovesse essere, chiediamo fin da ora che Stellantis definisca un piano produttivo per Termoli che garantisca il lavoro a tutti i dipendenti attualmente in forza per i prossimi anni». Un tema che ha toccato anche la campagna elettorale, con l’intervento del candidato sindaco Joe Mileti. «La Gigafactory slitta ancora sia per l’incontro al Mimit che per l’avvio della produzione che si paventa per il prossimo anno. Il nostro presidente, recentemente presso la sede del candidato sindaco Balice, in conferenza stampa aveva addirittura confermato la posa della prima pietra per la realizzazione della struttura, ma che di fatto non è più avvenuta e nessuna parola è stata spesa a riguardo. Siamo alle solite, si brancola nel buio, ed il centrodestra non è mai entrato nel merito della questione se non in occasione della presentazione del progetto, posa della prima pietra, e per promettere posti di lavoro facendone addirittura un cavallo di battaglia di questa campagna elettorale. Nessuna parola, invece, da parte della maggioranza del Comune di Termoli, blindata sull’argomento, sulla sorte dei 2000 lavoratori Stellantis, mai una partecipazione attiva e neppure di solidarietà, continuando a voler far credere di essere protagonisti di un progetto che, di fatto, non garantisce e tutela ad oggi la stabilità occupazionale dei dipendenti quantomeno fino alla realizzazione della Gigafactory. Comune assente, Regione altrettanto latitante, dati oggettivi che lasciano riflettere su quello che è stata l’amministrazione comunale in questi ultimi cinque anni e la paventata continuità di cui si fregiano di voler portare avanti. Grazie, invece, all’organizzazione sindacale che sta lottando, sempre presente ai tavoli del Ministero delle Imprese Made in Italy, per garantire ai dipendenti Stellantis il presente e soprattutto il futuro dei propri iscritti».