Non solo elettori, candidati e sostenitori termolesi, nell’incontro di ieri pomeriggio dell’europarlamentare uscente e candidato della Lega Aldo Patriciello, che è intervenuto in un orario insolito, le 16, per dare l’ultimo slancio a una battaglia che in quattro mesi l’ha visto percorrere in lungo e in largo diverse regioni, tutte quelle che compongono il collegio del Sud: Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata e Calabria. Duemila realtà diverse, certo non tutte visitate di persona, ma Patriciello, che ha scelto di competere sotto il simbolo di Salvini premier, si è definito l’unico vero candidato del collegio. Centinaia di aziende e località raggiunte, per captare umore, istanze e preoccupazioni, perché il ruolo dell’Europa è marginale, purtroppo, rispetto agli scenari geopolitici internazionali. Presenti amministratori del basso Molise, candidati al Consiglio comunale e naturalmente al tavolo assieme a lui il commissario regionale Michele Marone, il candidato sindaco Nico Balice e il coordinatore regionale dell’Udc, Teresio Di Pietro, che ha ricordato proprio la prima esperienza di Patriciello in Europa sotto lo Scudo crociato e la staffetta con Lorenzo Cesa. Tra i due soggetti politici, ora, vige un patto federativo.
Patriciello ha voluto focalizzare i temi più scottanti che riguardano il vecchio continente e l’istanza di contare di più ai tavoli che contano, innanzitutto per non restare in silenzio sulle conseguenze della strategia bellica che vede i conflitti in Ucraina e Palestina, che stanno strangolando l’economia mondiale, coi problemi nel canale di Suez. Poi, Patriciello che si è fatto recettore delle preoccupazioni del ceto medio e imprenditoriale, ha affrontato tematiche sensibili anche al nostro territorio, che dovrebbe guardare all’altra sponda dell’Adriatico, in previsione dell’ingresso dell’Albania nell’Unione europea. Chiaro il riferimento alla direttiva Bolkestein, che non mette in gara i 4mila km di costa liberi, ma rischia di spazzare via tradizioni e imprese consolidate della nicchia di turismo più ricca e importante, quella balneare. Occorre dare forza all’Italia in Europa per meglio difenderne le prerogative, come nell’inversione di una politica green che non smantelli l’asset produttivo e manifatturiero, mentre India e Cina da sole inquinano per il 45% delle emissioni mondiali, senza filtri e leggi; stesso discorso per le case green. Il cambio di passo è possibile, se si afferma un’Europa che sappia contare e non solo avvitarsi su sé stessa. Patriciello ha anche annunciato di scendere di nuovo stasera nel comizio finale di chiusura accanto a Nico Balice, dalle 22 in piazza Duomo.