Il rappresentante della Fedagripesca Domenico Guidotti non usa mezzi termini per demolire il decreto sul Fermo pesca 2024. Il calendario vede lo stop obbligatorio nel compartimento tra San Benedetto del Tronto e Bari coi pescherecci agli ormeggi dal 16 agosto al 29 settembre, ma dal primo luglio si potrà uscire solo 3 giorni o 72 ore (e occorre comunicarlo), fino al 31 ottobre. Inoltre, non si pesca entro le sei miglia marine, tranne la piccola pesca. «Ci sembra assurda la diminuzione della pesca a 6 miglia, creando discriminazioni fra imbarcazioni, il resto un nuovo decreto che stabilisce nuove misure tecniche dopo il fermo. Questi ulteriori giorni di fermo aggiunti all’obbligo di dotare anche le piccole imbarcazioni di un sistema di tracciamento dimostra ancora di più che la politica dell’Unione europea è quella di sopprimere la pesca a strascico, ne faremo una ragione e mangeremo solo filetti, pangasio e anellini di calamari provenienti dall’Africa». Per il ministro Lollobrigida, invece, è un passo in avanti per il settore che consentirà maggiore flessibilità e più libertà per i pescatori. «Il decreto si basa su un cambio di paradigma rispetto ai fermi degli anni passati. Vogliamo dare la possibilità alle imprese di pesca italiane di poter scegliere quando pescare e quando no, ribaltando quindi l’impianto assunto negli ultimi anni. L’obiettivo del Governo Meloni è chiaro: uscire dalla dicotomia pesca contro ambiente e costruire un futuro sostenibile per il comparto ittico». Lo ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. «La nuova impostazione del Fermo pesca obbligatorio 2024 è lo specchio di quanto il Governo ha fatto in Europa per il settore, un primo passo con il quale si è voluto andare incontro alle imprese di pesca italiane”, ha sottolineato il ministro Lollobrigida. “Ora auspichiamo che la nuova Commissione europea possa rivedere le politiche portate avanti in questi anni, che non hanno fatto altro che danneggiare un asset fondamentale della nostra Nazione. L’Italia non si è mai tirata indietro. Lo scorso dicembre al Consiglio Agrifish abbiamo detto no all’ulteriore riduzione delle possibilità di pesca e in linea con quanto fatto fino ad ora continueremo a lavorare in Europa per difendere i nostri pescatori, le nostre marinerie e il nostro modello economico», ha concluso il ministro.

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