Le preoccupazioni sono all’ordine del giorno allo stabilimento Stellantis. Lo stop, brusco, subito dal progetto della Gigafactory di Termoli ha contribuito solo ad alimentare un clima di totale incertezza, su cui si innestano anche delle critiche alla conduzione del Plant, stimolando «Alcune riflessioni per la direzione aziendale». Messaggio diretto dalle organizzazioni sindacali metalmeccaniche firmatarie del Ccsl allo stabilimento Stellantis. «In questi ultimi periodi, ci siamo trovati di fronte a decisioni aziendali che ci lasciano perplessi riguardo la gestione del nostro stabilimento. La logica che guida queste scelte appare spesso incomprensibile e poco rispettosa delle professionalità acquisite dai lavoratori in tanti anni di servizio. É normale spostare lavoratori senza tener conto delle loro competenze ed esperienze pregresse? È normale sottrarre personale da un ente per fare spazio a dipendenti provenienti da altre realtà produttive? Noi crediamo fermamente di no. Nonostante il nostro impegno costante da mesi per trovare soluzioni sostenibili per il futuro dello stabilimento di Termoli, il nostro obiettivo quotidiano rimane sempre la tutela, la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori. II momento storico che stiamo vivendo è molto delicato e richiede, oggi più che mai, responsabilità e coesione. Ribadiamo il nostro impegno a vigilare su tutte le decisioni aziendali, affinché siano sempre orientate al rispetto dei lavoratori alla valorizzazione delle loro competenze. Uniti possiamo affrontare le sfide che ci attendono e garantire un futuro migliore per tutti i lavoratori dello stabilimento». Lo afferma la Rsa di Fim-Uilm-Fismic-Uglm.
Ma cosa succederà nelle prossime settimane? A settembre si metterà in campo la mobilitazione annunciata nella prima metà di giugno, di questo si è parlato lunedì mattina alla Fim-Cisl, dove il segretario regionale Marco Laviano ha incontrato la Rsa di stabilimento.
«Ci siamo riuniti come gruppo dirigente, Rsa ed esperti perché volevamo affrontare quelle che sono le tematiche che maggiormente impattano i problemi micro e macro del gruppo Stellantis e di quelle che furono le tematiche all’indomani dell’incontro al Mimit. Stiamo programmando un qualcosa che possa attirare, in qualche modo, l’attenzione sul nostro territorio perché riteniamo opportuno che Termoli sia meritevole di attenzione. Le incertezze non possono più lasciare spazio ai dubbi. Noi come sindacato ci poniamo alla base della tutela del lavoro, alla tutela delle occupazioni, non vogliamo perdere il treno dell’investimento importante come quello di Acc sul panorama europeo quanto italiano. Ma se questo dovesse accadere allora pretendiamo che questo stabilimento torni alla sua gloria produttiva, a uno stabilimento che abbiamo sempre detto essere avanzato con elevate competenze. Riteniamo che Stellantis lo debba mettere al centro della produzione». Laviano è reduce anche dall’incontro in ambito europeo, a Cae. «I tavoli aziendali europei ci riportano al termometro quasi italiano, registro anche su quelle tematiche dubbi e perplessità, officine che sono in forte riduzione, spostamenti di produzione. Abbiamo appreso che la famosa Leapmotor del gruppo cinese parte proprio in Polonia, con la produzione di quelle che saranno le micro car elettriche, ci sono tesi che riguardano il numero di addetti totali del gruppo Stellantis. Oggi l’Italia si presenta ancora come la prima forza armata del gruppo Stellantis con circa 43mila dipendenti ma in netto calo rispetto a un anno fa, che ne ha persi 7000. Le problematiche delle politiche europee stanno spaventando tutte le Regioni, e non solo l’Italia ma anche Francia, Germania, Spagna, Polonia e Ungheria. Sono tutti stati che vedono piuttosto incertezze che sicurezze da parte del gruppo.
C’è un clima di incertezza, di dubbi, di preoccupazioni, c’è chi ha paura di perdere il posto di lavoro, chi invece attende eventualmente ulteriori uscite, come le uscite incentivate e volontarie che in qualche modo riprogrammano le proprie vite lavorative.
I dubbi e le incertezze si respirano nelle officine perché non danno quella sicurezza che l’ex gruppo Fiat ti dava già solo come mettevi piede nello stabilimento.
Noi speriamo, nel breve tempo, di riuscire a mettere in campo quello che abbiamo promesso. Dobbiamo far sentire la voce di Termoli, con una mobilitazione a settembre.
Il tavolo automotive ha visto partecipare tutte le regioni tranne il Molise, non ci sono più scuse, devono essere riprese tutte le discussioni e i dialoghi con le istituzioni!»