Domani, giovedì 29 agosto, sarà trascorso già un anno dalla prematura e dolorosa dipartita di Nick Di Michele, consigliere comunale e per lungo tempo simbolo del M5S, che poi lasciò poche settimane prima, dopo le elezioni regionali. Un infarto non gli dette scampo, mentre dormiva nel suo alloggio, a Parma, dove era comandante di reparto della Polizia penitenziaria. Domani sera, alle 19, nella chiesa di Sant’Antonio, sarà celebrata un messa di suffragio. A ricordarlo è la sua amica e collega nella precedente amministrazione, Daniela Decaro, candidata sindaca nell’ultima tornata elettorale. «Chi era Nicolino Di Michele? Per tutti Nick, era un uomo fiero di appartenere alla sua terra, il suo Molise. Voleva farla diventare una regione in cui vivere potesse essere una “fortuna” per restituire ai nostri figli la gioia e la possibilità di farla crescere, consapevole che per loro il biglietto fosse di sola andata. Forte della coerenza e della necessità di una spinta vera per il riscatto della nostra terra, sempre in mezzo ai cittadini pronto ad ascoltare le loro lagnanze e i loro desiderata. Lottare per i diritti di ogni singolo cittadino molisano era per lui una priorità assoluta. Sanità, lavoro, sociale, infrastrutture adeguate, opportunità per i giovani, tutti obiettivi da raggiungere, per i quali si è impegnato sempre e a prescindere dalle pugnalate infertegli da coloro che non gli hanno permesso, nelle varie competizioni elettorali, di raggiungere quegli obiettivi per il bene comune. Nick viveva per la politica, quella sana, quella al servizio del cittadino, ci credeva davvero nel cambiamento, pensava davvero che gli esseri umani non hanno un prezzo. Instancabile e fiero di lottare anche quando le piazze erano vuote e ad ascoltare non c’era nessuno, già, ho detto nessuno, perché la verità ferisce e in questa vita girare la testa dall’altra parte è molto più facile che guardare la realtà in faccia e rimboccarsi le maniche. Nonostante tutto Nick c’era, c’è sempre stato. Ricordo l’ultimo viaggio fatto insieme. Di ritorno da Rotello mi disse: “Daniè al comune ti devi candidare tu, io mi candido con te e ti aiuto, non possiamo abbandonare Termoli”, gli dissi che quello non era il momento di parlarne, che avevo tanti pensieri e impegni con il lavoro e che ne avremmo riparlato dopo le regionali e lui mi disse : “promettimi che ci pensi”. Lui fu il primo dei non eletti, nessun rappresentante basso molisano in consiglio regionale. Io mantenni la promessa ma lui non c’era. Un‘altra sconfitta non di Nick, non mia, ma di tutto il popolo molisano, perché oggi, posso dirlo con la stessa libertà di allora, Nick avrebbe potuto cambiare le sorti del nostro paese, ma si sa, nessuno è profeta nella sua terra. Abbiamo perso tutti e continueremo a perdere fino a quando non riusciremo a trovare la forza di alzare la testa e di uscire dal gregge. Voglio salutare Nick nel giorno del suo anniversario, con un testo di un sermone del pastore luterano antinazista e teologo tedesco Martin Niemöller arrestato su ordine di Hitler e rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau. “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti , e io non dissi niente perché ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”. Manchi Nick!»

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