Dialogo aperto, mai interrotto: sono troppo importanti e strategici i fondi che il Governo, dal Pnrr, ha stanziato per la transizione ecologica nel settore automotive, per rinunciarci a cuor leggero, così come non si getta alle ortiche un programma da miliardi di euro. Chiaro, rinviare a fine anno il crono-programma quando si attendeva la posa della prima pietra, peraltro annunciata, è stata una doccia gelata, ma la parola fine non è stata pronunciata. Giacché, come è noto, anche in relazione all’andamento del processo di elettrificazione, Acc sta aggiornando il progetto della Gigafactory di Termoli, così come quello in Germania, per introdurre nel processo produttivo una nuova promettente tecnologia per la produzione di celle e moduli. Da fonti aziendali si apprende che Acc comunicherà un nuovo piano industriale che riguarderà anche l’Italia nei prossimi mesi. «Il dialogo tra Acc, il Mimit e Invitalia non si è mai interrotto per continuare da una parte a favorire un progetto industriale così strategico e, al tempo stesso, tutelare le risorse del Pnrr». Intanto, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha convocato per le 11 del prossimo 17 settembre – data che era stata già rivelata nell’assemblea dello scorso 9 luglio al Cosib dalle organizzazioni sindacali – una riunione di aggiornamento riguardante la realizzazione della Gigafactory di Termoli da parte di Automotive Cells Company (Acc – joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies. La riunione, che segue quella dell’11 giugno scorso, si terrà a Palazzo Piacentini, sede del Mimit, e coinvolgerà i rappresentanti delle aziende interessate facenti parte di Acc, la Regione Molise e i sindacati di categoria. L’incontro avrà l’obiettivo di chiarire le tempistiche per la riconversione dello stabilimento per la produzione di batterie per veicoli elettrici e di far emergere indicazioni chiare sul mantenimento dei livelli produttivi del sito di Termoli. L’obiettivo è chiarire le tempistiche per la riconversione dello stabilimento e far emergere indicazioni chiare sul mantenimento dei livelli produttivi del sito di Termoli. Urso nei giorni scorsi ha minacciato di dirottare altrove le risorse del Pnrr destinate al progetto ricordando che ci sono discorsi aperti anche con alcune case automobilistiche cinesi. La decisione di Acc di fare slittare la realizzazione della Gigafactory, annunciata al ministero l’11 giugno, è stata motivata con il rallentamento della domanda di veicoli elettrici e la necessità di un aggiornamento tecnologico sulle batterie da produrre. Tra la fine 2024 e l’inizio del 2025 l’azienda indicherà il nuovo cronoprogramma che interesserà anche la fabbrica tedesca di Kaiserlautern, mentre va avanti al momento il solo impianto di Douvrin, in Francia. «La situazione deve essere chiarita definitivamente sia da Acc e Stellantis sia dal governo. Vogliamo che si rispettino gli impegni e ci siano garanzie solide su questo progetto. Non possiamo accettare il rischio di buttare al vento i 350 milioni di fondi europei previsti. Sono trascorsi tre anni dall’annuncio di Stellantis sulla Gigafactory a Termoli. Questa situazione è anche frutto della totale confusione a livello europeo. La gigafactory è un progetto essenziale non solo per Termoli, ma per tutta la filiera dell’auto in Italia – afferma il segretario generale della UIlm, Rocco Palombella. «Il governo deve comunque trovare i fondi per sostenere il progetto della Gigafactory che coinvolge duemila lavoratori. Chiederemo a Stellantis di garantire la fornitura dei motori tradizionali endotermici per assicurare livelli occupazionali e produttivi. La mancata realizzazione della fabbrica di batterie metterebbe a rischio gli stabilimenti del Sud Italia», spiega Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim. «L’incontro del 17 settembre deve servire a garantire il presente e il futuro occupazionale di Stellantis in Italia a partire da Termoli. Le parole di Tavares devono tradursi in fatti. È ora di produrre batterie e auto, e investire in Italia. E il governo deve assicurare quelle risorse che già aveva previsto per la Gigafactory, indipendentemente che siano del Pnrr o altro. Senza risposte agiremo con i lavoratori», spiega Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom-Cgil.