Sempre più al bivio le frontiere dell’automotive e in attesa del tavolo convocato al Mimit sulla Gigafactory di Acc a Termoli, nello stabilimento di Termoli più che al futuro, o per lo meno, non solo al futuro, si guarda al presente, fatto di ferie lunghe e ritorni in cassa integrazione, sempre più estesa. Scenari simili, peraltro, anche alla Sevel nella Val di Sangro, a conferma dell’estremo momento di difficoltà dal punto di vista dei livelli produttivi, i cui volumi sono in discesa sensibile. Come avvenuto la scorsa settimana, l’azienda ha comunicato in via cautelativa la richiesta di cassa integrazione ordinaria per l’unità Motori FIRE e Motori GSE, T4 e V6 per il periodo che va dal 23 al 29 settembre 2024. Ricordiamo che in tale periodo potrà esser comandato personale in base ad esigenze tecnico organizzative dai propri responsabili di Ute. Comunicazione avvenuta nell’ambito del comitato esecutivo; stesso contesto ad Atessa, dove nella riunione di ieri, la Direzione di Stellantis Atessa ha illustrato al Comitato Esecutivo di Fim-Uilm-Fismic-Uglm-Aqcf, l’attuale situazione di mercato e ha comunicato al Comitato di fare ricorso «precauzionalmente e in modo preventivo, ad una ulteriore settimana di CIGO, dal 23 settembre, al 29 settembre 2024 compresi, per un numero massimo, fino al totale dei dipendenti del Plant». Ma nel bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, per non ingoiare solo il calice amaro, richiamando l’atteso piano industriale che Acc varerà e si spera a breve, abbiamo approfondito l’aspetto delle Gigafactory nel report che l’azienda multinazionale partecipata da Stellantis, Total e Mercedes, ha pubblicato in estate. «Sfruttando le potenzialità degli attuali siti industriali, la Gigafactory di Termoli sorgerà sull’attuale Termoli Plant, che produce motori endotermici. Questo approccio riduce il consumo di terreni agricoli e aree naturali, preserva l’ambiente e riduce le emissioni. Offre anche vantaggi come più breve tempi di realizzazione, minori costi di investimento e accesso a manodopera qualificata. Riqualificazione e riconversione di siti industriali a nuovi rappresentano una preziosa opportunità per Acc».
Ma qual è l’andamento del mercato? In attesa dei dati di agosto, che però soffrono delle ferie tradizionali, l’Anfia nel mese di luglio ha evidenziato come sono state immatricolate circa 125mila autovetture, in crescita del 4,7% rispetto allo stesso mese del 2023. Nel cumulato dei sette mesi, le immatricolazioni sono state 1.011.569, in aumento del 5,2%.
Analizzando nel dettaglio le immatricolazioni per alimentazione, le autovetture a benzina chiudono luglio in crescita del 63,8%, con una quota di mercato del 28,7%. Calano, invece le autovetture diesel (-24,6% su luglio 2023), con una market share del 12,8%. Nei sette mesi, le immatricolazioni di autovetture a benzina sono aumentate del 13,0% (30,3% di quota) mentre continua il calo delle auto diesel (-20,9% e 14,3% di quota nel periodo).
Le immatricolazioni delle auto ad alimentazione alternativa rappresentano il 58,5% del mercato del solo mese di luglio, con volumi in crescita rispetto allo stesso mese del 2023 (+15,0%). Nel cumulato, le alternative aumentano del 10,5% e hanno una quota di mercato del 55,5% (+2,7 p.p. rispetto ai primi sette mesi del 2023). Le autovetture elettrificate rappresentano il 47,2% del mercato di luglio, mentre, nel cumulato hanno una quota del 46,0%, con volumi in crescita (+13,8% nel mese e +10,9% nel cumulato). Tra queste, le ibride mild e full aumentano del 17,4% nel mese, con una quota di mercato del 39,9%, mentre, nel cumulato, risultano in crescita del 15,8%, con una market share del 38,9%. Anche le immatricolazioni di autovetture ricaricabili, che calano del 2,8% nel mese (quota di mercato: 7,3%) e calano del 10,0% nel cumulato (market share: 7,2%). Nel dettaglio, le auto elettriche hanno una quota del 3,4% e incrementano del 4,5% nel mese. Calano, al contrario, le ibride plug-in: -8,5%, con il 3,8% di quota del mercato del mese. Anche nel cumulato, le due alimentazioni risultano rispettivamente in aumento ed in calo, +6,7% (MS: 3,9%) e -24,0% (MS: 3,3%). Infine, le autovetture a gas rappresentano l’11,4% dell’immatricolato di luglio, di cui l’11,4% è composto da autovetture Gpl (+21,3% su luglio 2023) e la percentuale residuale, da autovetture a metano. Nel cumulato dei primi sette mesi del 2024, le autovetture Gpl risultano in crescita del 9,0% (MS: 9,5%) e quelle a metano del 7,0% (MS: 0,1%). Intanto, nella vicina Melfi, suon l’ennesimo campanello d’allarme, per l’indotto. «Stellantis va verso il nuovo piano industriale negli stabilimenti italiani tra cui Melfi ma, come Ugl saremo vigili su eventuali rischi produttivi che andrebbero ad intaccare la tenuta dell’occupazione nell’indotto di San Nicola. Noi Ugl, sindacati firmatari del contratto, non possiamo distrarci per le piccole realtà produttive che forniscono la casa automobilistica lucana dove ovviamente l’uso di ammortizzatori sociali non solo determina una perdita salariale per i lavoratori, ma rende ancora più incerta la tenuta occupazionale di necessità mai come in questo istante e di risposte tranquillizzanti che dovrebbero andare verso una conferma di tutti gli attuali impiegati dell’Acm». E’ quanto dichiara il coordinatore dell’Indotto Stellantis Melfi, Giuseppe Specchio per il quale, «come sempre noi siamo disponibili, pronti al dialogo e chiediamo di convocarci subito per avviare un confronto trovando le giuste risposte a quanto noi con preoccupazione mettiamo in evidenza. La Ugl Security Stellantis Melfi (PZ) ha partecipato a un incontro tra le organizzazioni sindacali e Fca Security con tema il rinnovo del Contratto di solidarietà per i restanti 5 mesi con decorrenza dal primo settembre 2024 al 31 gennaio 2025 nel Plant di Melfi. A parere dell’Ugl – continua Specchio -, dall’ incontro è emerso una disparità di rotazione dei lavoratori impiegati in Marelli e in Stellantis e la non necessaria richiesta dell’ammortizzatore sociale perché l’organico è sottodimensionato. L’azienda altresì ha fatto presente alle sigle sindacali che Stellantis in caso di diminuzione del lavoro pagherebbe per Fca Security i servizi minimi ed è necessario, attivare l’ammortizzatore sociale anche perché probabilmente, come è stato fatto intendere, a breve ci saranno novità negative per il futuro dell’azienda cui vige molta incertezza tante’ che si prefiggerebbe l’attivazione dell’articolo 47. Nell’ immediato futuro su esplicita richiesta della UglM – precisa Specchio – la verifica Cds verrà fatta mensilmente. Inoltre se eventualmente le organizzazioni sindacali non sarebbero state d’accordo, considerato il personale in esubero, si poteva ricorrere all’attivazione della clausola prevista dal Ccsl ossia, di trasferimento forzato presso altri stabilimenti dove c’è bisogno di maestranze: l’azienda ha dato disponibilità per i lavoratori, su base volontaria, a trasferimenti in altre sedi produttive là dove persiste il bisogno. Inizialmente contrari come UglM al rinnovo Cds, per senso di responsabilità abbiamo firmato accordo. Il nostro invito è al dialogo, di essere disponibili a trovare una consona soluzione comune con l’azienda Security affinché si possa definitivamente mettere fine a tale grave problema e poter mettere in campo ogni azione risolutiva al fine di risolvere tale urgente problematica. E’ necessario – conclude Specchio – rendere esigibile il piano industriale e mettere in condizioni le fabbriche satelliti di potersi modernizzare già dalle nuove tecnologie, ibrido ed elettrico, ma soprattutto per far sì che anche la piccola realtà conosca e si attrezzi in tempo utile e in maniera dettagliata su le possibili produzioni definitive di nuove vetture all’interno dell’Fca Melfi. I lavoratori tutti, dell’’indotto compreso, non possono più aspettare essendone l’anello debole, necessitano, anche per loro che possa avvenire da subito l’attivazione del Fondo Bilaterale di Solidarietà come strumento di tutela del salario dei lavoratori precari».