C’è molta attesa per l’avvio concreto del progetto che a step rivoluzionerà l’attuale assetto del porto di Termoli. Fondi che sono stati stanziati dopo la firma del Cis col premier di allora, Giuseppe Conte, pochi mesi prima dell’avvento del Covid. In esecuzione, il Piano Regolatore Portuale, relativamente al primo Intervento Funzionale per 15 milioni e 300 mila euro, lo scorso 29 luglio è stato pubblicato da Invitalia (che segue e gestisce tutta la procedura) il bando col relativo disciplinare di gara per la progettazione preliminare e definitiva sulla piattaforma telematica Ingate; i termini per la presentazione delle offerte scadono il prossimo 13 settembre 2024.
Dodici anni fa la Regione Molise, nella sua veste di Autorità Marittima, in accordo con il Comune di Termoli e a seguito anche della realizzazione di un importante potenziamento della accessibilità portuale a partire dalla viabilità autostradale, decise di promuovere lo sviluppo strategico del porto con la redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale (PRP). Il PRP nasce dalle Linee Guida della Regione Molise e dalla condivisione dei contenuti programmatici con le altre Amministrazioni coinvolte e con gli utilizzatori. La configurazione del nuovo layout portuale: migliora il rapporto e le relazioni tra l’antico borgo marinaro di Termoli e le complesse attività portuali, giovandosi della nuova e più razionale distribuzione delle funzioni e dei servizi all’interno del porto, riuscendo così a determinare il ridisegno del waterfront portuale; grazie all’ampliamento del bacino, necessitato dal superamento della situazione di attuale inadeguatezza dimensionale, riesce ad accogliere natanti di maggiori dimensioni prodotti della nuova cantieristica, nonché soprattutto a soddisfare gli attuali e i futuri bisogni di tutte le categorie degli operatori oggi presenti nel porto, nonché anche a soddisfare meglio gli obiettivi di sicurezza; nella sua configurazione finale risolve totalmente il problema dell’insabbiamento.
Assieme al sistema viario passante e parcheggi, che contribuisce a ridisegnare il waterfront, il Prp contribuisce all’obiettivo di dare ordine e qualità alla città, da un lato ponendosi a servizio della mobilità sostenibile e dall’altro contribuendo al recupero percettivo – funzionale dei luoghi (da spazi di degrado o destinati alla sosta veicolare, a poli di aggregazione e di attrazione). Il valore delle matrici storiche del centro, così recuperate, è arricchito da volumi destinati a funzioni turistiche, ricettive e del commercio a servizio della città.
La nuova viabilità di ambito portuale assieme al nuovo modello di accessibilità proposta per competenza all’Amministrazione Comunale, eviterà la commistione fra i due traffici, ovvero quello di servizio alle strutture portuali (movimentazione di passeggeri e di merci, transito e sosta degli addetti, per i servizi di bordo, per l’accesso ai piazzali ed alle banchine, per le manutenzioni, etc.) e quella di attraversamento, gerarchizzandole e specializzandole in modo da evitare potenziali conflitti. Al Prp si chiede quindi di realizzare una configurazione del porto tale da evitare che il traffico pesante e quello estraneo all’attività portuale interferiscano nel rapporto fra la città e la zona turistico-diportistica, e di creare una forte connessione, soprattutto a livello pedonale, fra il tessuto urbano – segnatamente il centro storico – e le banchine non operative del porto trasformate in piazze ed affacci lungomare.
La nuova visione dell’infrastruttura portuale è pensata per ridurre al minimo indispensabile, l’avanzamento delle opere di difesa verso il largo, soprattutto per ragioni di ordine paesaggistico (impegnare quanto meno possibile l’orizzonte osservato dal centro abitato, piuttosto che spostarlo a mezzogiorno), consentendo tuttavia di articolare meglio sulle banchine di riva le varie funzioni portuali (porto turistico, servizi passeggeri con e senza auto al seguito, pescherecci, ormeggi delle pubbliche amministrazioni, ecc.).
Il primo intervento da prevedere è quello di collegare la struttura esistente ad un nuovo molo di sottoflutto, posto a mezzogiorno di quello esistente. Tale scelta, oltre a riportare il traffico di automezzi diretti al porto in un punto assai più opportuno, è divenuta pressoché inevitabile nel momento in cui si è stabilito che l’attuale molo di sopraflutto debba essere totalmente dedicato ad attività di tipo urbano e turistico. Per mantenere l’operatività cantieristica e commerciale del molo martello, evitando il suo sottoutilizzo, occorre quindi connetterlo ad un nuovo sottoflutto che va posizionato a una distanza tale da quello esistente da poter accogliere – nel bacino che si viene a formare tra essi – il traffico, passeggeri, la pesca e quello merci. Il bacino esistente potrà essere così destinato interamente al diporto nautico e le sue banchine alla “città sul porto”.
Il secondo aspetto strategico, finalizzato al decongestionamento del traffico intorno al porto, ma che tuttavia è connesso ma non contenuto nella programmazione del nuovo Prp, è di fare propria l’ipotesi comunale di realizzare una galleria di collegamento fra l’area portuale e la costa Nord-Est della città, in maniera da eliminare il collo di bottiglia che attualmente “strozza” la sella che separa il centro storico dai quartieri moderni. Il terzo obiettivo, infine, è quello di considerare del tutto provvisorio il porto turistico recentemente realizzato a mezzogiorno dell’esistente molo sottoflutto e di prevederne il trasferimento a nord dello stesso molo. La scelta è frutto di ripetuti incontri e di intese intercorse con il Concessionario di quelle aree, il quale ha convenuto come più congrua la posizione della darsena turistica proposta dal Piano rispetto a quella ottenuta in concessione.
Si ottiene così la seguente articolazione funzionale del porto, letta da nord verso sud:
1. l’attuale bacino portuale, compresa parte del nuovo porto turistico “provvisorio” diventa porto turistico con una capacità complessiva di circa 500 posti barca e la possibilità di accogliere grandi imbarcazioni (maxi-yacht) nella parte più avanzata del molo sopraflutto;
2. sulla banchina di riva e sul molo sopraflutto, e in particolare sul grande piazzale triangolare, potrà essere realizzato una sorta di “borgo marinaro” costituito da piazze e piazzette affacciate sul porto ed animate da botteghe, bar, ristoranti, spazi verdi, ecc.; la superficie che si renderà disponibile sarà di circa 90.000 m2 una parte dei quali potrà essere edificabile. Detto intervento può configurarsi come intervento di natura privatistica in autofinanziamento;
3. l’attuale molo sottoflutto, trasformato in sporgente centrale con adeguati allargamenti e banchinamenti, è destinato in gran parte al porto turistico di cui al punto precedente; sulla sua testa è previsto un piazzale di modeste dimensioni che può accogliere, in posizione altamente panoramica sul porto e sulla città, una struttura di ristorazione;
4. un secondo sporgente, a larghezza decrescente, divide il nuovo bacino portuale in due parti ed accoglie il traffico passeggeri – senza o con un numero non rilevante di automobili al seguito – per le isole Tremiti e per la sponda orientale dell’Adriatico, mentre alla radice dello sporgente potrà sorgere la Stazione Marittima dedicata a questo genere di traffico;
5. la banchina di riva fra i due sporgenti accoglierà l’ormeggio delle imbarcazioni di Pubbliche Amministrazioni – Guarda Costiera, Polizia di Stato, Carabinieri, Guarda di Finanza, Vigili del Fuoco, ecc. – i cui presidi (oggi già esistono poco più arretrati a ridosso della città) potranno essere realizzati sulla stessa banchina;
6. il nuovo molo di sottoflutto, largo quanto basta per accogliere la banchina pescatori, la viabilità veicolare pesante, una fila di parcheggi a spina di pesce e una passeggiata pedonale, è destinato all’ormeggio delle imbarcazioni da pesca ed alla sua radice potrà trovare collocazione il mercato del pesce; fra la banchina pescatori, verso la radice del molo, e il porto commerciale posto sull’ex-molo martello, troveranno posto una banchina destinata a maxi-yacht in transito e uno sporgente trapezoidale sul quale potranno essere allestiti sia l’impianto di bunkeraggio che una eventuale “eli-piattaforma” (all’interno del bacino portuale troverà posto anche l’attracco idrovolanti, che ha già una corrispondenza con analoghi attracchi sulla costa dalmata);
7. attraverso il nuovo molo di sottoflutto si accede all’area cantieristica e commerciale, incentrata sull’ampio sporgente che ingloba parte dell’esistente molo martello, scollegato – come si è detto – dal molo di sopraflutto, e che individua i due nuovi bacini portuali: a. il bacino “interno”, che comprende il porto storico e lo specchio acqueo tra il sottoflutto esistente ed il nuovo sottoflutto; b. il bacino “esterno”, protetto da opere di difesa che si prolungano fino a formare l’imboccatura del porto, con orientamento e posizioni tali da raggiungere fondali idonei alla navigazione delle maggiori navi previste (Ro-Ro da 200 m. di lunghezza con pescaggio – 7,50 m. a fronte di fondale di 8,50 m), eliminare o ridurre fortemente i rischi di interrimento, fornire adeguata protezione dal moto ondoso, consentire in sicurezza la manovra delle navi all’interno della imboccatura, evitare ripercussioni negative sul litorale;
8. sul lato del suddetto sporgente affacciato sul bacino interno (con fondale di – 5,0 m) vengono ospitati, in prossimità del sottoflutto, cantieri navali per attività di costruzione e manutenzione di imbarcazioni da diporto e da pesca, in spazi e con risorse (con una potenzialità di sviluppo di una attività radicata a Termoli, economicamente e socialmente significativa) assai maggiori rispetto ai cantieri attualmente ubicati nel porto storico. Più a Nord dell’area cantieristica sono disponibili banchine e piazzali adatti ad accogliere mezzi veloci e piccoli Ro- Ro, con pescaggio inferiore a 4,5 m e per il traffico di passeggeri – con o senza auto al seguito – e “misto”, di passeggeri e merci;
9. sul lato esterno dello stesso sporgente, interamente banchinato, e sul piazzale retro – banchina vengono effettuati i traffici commerciali prevedibili a medio-lungo termine con navi di maggiore pescaggio e dimensioni. Il fondale di – 8,50 m, una lunghezza di banchina di oltre 400 m, la presenza di due risvolti per la movimentazione di automezzi da navi-traghetto Ro-Ro, consentono una grande flessibilità di esercizio (ad esempio ospitare contemporaneamente due Ro-Ro lunghi 180 m e più, come pure navi di diverso tipo, con carico/scarico laterale anziché di poppa);
10. infine, il nuovo molo sopraflutti di protezione al bacino “esterno” potrà essere parzialmente banchinato verso l’interno per accogliere piccole navi da crociera o navi commerciali anche di media dimensione e pescaggio purché in modo non sistematico onde non negare l’obiettivo di salvaguardare il nuovo “borgo marinaro” dal traffico automobilistico, soprattutto pesante.
La configurazione del primo intervento funzionale
Come è noto il Prp è uno strumento di programmazione poliennale, che si attua per fasi potendo dare così, nel tempo, risposte all’ampliamento della domanda di mercato del trasporto passeggeri e merci, del diporto, della pesca, dei servizi e della sicurezza. Al momento, in ragione delle previsioni di piano e da quanto proposto a finanziamento con il Contratto Istituzionale di Sviluppo del Molise (Cis) è ipotizzabile di dare seguito a quello che possiamo chiamare “Primo Intervento Funzionale”, ovvero l’intervento in grado di dare gran parte delle risposte previste nei punti compresi tra il 1° e il 7a°. Con riferimento a tale “Primo Intervento Funzionale”, la configurazione delle opere portuali corrisponde sostanzialmente alla 1° fase del Prp, eseguita in conformità dello stesso seppure forma più leggera rispetto l’originaria previsione.
Quindi, la nuova configurazione portuale del “Primo Intervento Funzionale” è quella di seguito rappresentata, che corrisponde all’ampliamento del bacino portuale interno ed alla sua riqualificazione per una corretta collocazione dei servizi e delle funzioni già descritte.
All’interno del “Primo Intervento Funzionale”, vanno considerati solo gli interventi da realizzare con risorse pubbliche, in quanto consistenti nelle opere marittime di difesa portuale, ovvero opere di natura pubblica a servizio del traffico passeggeri, merci e della pesca e, in aggiunta, quelle occorrenti allo spostamento del porto turistico, per il quale è prevista la traslazione della concessione in atto a seguito di accordo amministrativo ed economico tra la Regione Molise, in quanto autorità marittima, e il concessionario.
L’intervento consiste nella realizzazione delle opere marittime del “Primo intervento funzionale”, a partire dalla realizzazione del nuovo molo di sottoflutto, nonché nella riqualificazione dell’attuale porto turistico da destinare ad altre funzioni e servizi, e il trasferimento dello stesso Porto Turistico nel “Porto Antico”.
Come già precisato in premessa il Prp nasce dalle Linee Guida della Regione Molise e dalla condivisione dei contenuti programmatici con le altre Amministrazioni coinvolte e con gli utilizzatori. La configurazione del nuovo layout portuale, di cui il Primo intervento funzionale coglie i principali punti, ha come obiettivi: di migliorare il rapporto e le relazioni tra l’antico borgo marinaro di Termoli e le complesse attività portuali, giovandosi della nuova e più razionale distribuzione delle funzioni e dei servizi all’interno del porto, riuscendo così a rinnovare il ridisegno del waterfront portuale; grazie all’ampliamento del bacino necessitato dal superamento della situazione di attuale inadeguatezza dimensionale, a meglio soddisfare gli attuali e futuri bisogni di tutte le categorie degli operatori oggi presenti nel porto ed infine anche a soddisfare meglio gli obiettivi di sicurezza; attenuare il problema dell’insabbiamento, anche se come premesso il problema verrà definitivamente risolto con la configurazione finale, successiva al Primo intervento funzionale– Prima fase.