Gli operatori balneari non hanno accolto di buon grado quanto deciso nella seduta di mercoledì sera del Consiglio dei ministri, che ha affrontato, finalmente, il nodo delle concessioni demaniali marittime, che secondo la direttiva Bolkestein devono essere considerate scadute e messe a bando di gara. Per il presidente del Sib Molise, Domenico Venditti, si tratta di una «legge pasticciata, fatta in fretta, confusionaria e senza concertazione, sia associazioni di categoria che Regioni e Comuni, che dovranno applicarla». Delusione nelle parole del rappresentante di categoria, che proprio il 31 agosto 2022 ospitava al lido “La Lampara” la futura premier, che si dichiarava contraria alla Bolkestein e che «ora dopo due anni di Governo, ha accolto la Bolkestein senza tenere nemmeno conto della cosiddetta scarsità della risorsa» – sottolinea Venditti – «Non possiamo essere contenti e soddisfatti, affatto, di questa riforma, che ora porremo al centro della riunione del direttivo nazionale del Sib, lunedì prossimo, in cui prenderemo le nostre decisioni e che sicuramente vedrà agire la categoria in sede legale. La riforma mette a repentaglio 30mila azienda, senza prevedere l’indennizzo del valore aziendale e creato in un secolo di attività nel modello balneare che tutto il mondo ci invidia. Il nuovo sistema lo avvia alla fine, perché con queste regole la prospettiva non assicurerà quello che è stato un fiore all’occhiello del turismo italiano».
A livello nazionale, i presidenti di Sib-Confcommercio Antonio Capacchione e Maurizio Rustignoli della Fiba-Confesercenti «Il provvedimento legislativo adottato dal Consiglio dei Ministri sulle concessioni demaniali marittime vigenti certamente non soddisfa i balneari italiani perché prevede la messa a gara delle loro aziende. Altre erano le aspettative ingenerate dalle dichiarazioni degli esponenti dell’attuale Governo sulla esclusione del settore dall’applicazione della cosiddetta Direttiva Bolkestein. Riuniremo gli Organismi dirigenti delle nostre Organizzazioni per una valutazione del provvedimento legislativo e per decidere le iniziative sindacali conseguenti. Per intanto registriamo, con profondo rammarico, che il provvedimento non ha visto il coinvolgimento non solo della categoria ma anche e soprattutto degli Enti concedenti (Regioni e Comuni) che esercitano da decenni le funzioni amministrative in materia. Riteniamo che sia interesse di tutti, non solo dei balneari, una riforma organica della materia che salvaguardi le aziende turistiche attualmente operanti frutto del lavoro e dei sacrifici di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che hanno costruito un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo che il Mondo ci invidia. Così come riteniamo sia interesse di tutti che questa questione non sia oggetto di strumentalizzazioni politiche ma di un serio e obbiettivo dibattito pubblico. È comunque certo che continueremo a batterci, con forza e determinazione, a tutela dei diritti riconosciuti anche dal diritto europeo degli operatori attualmente operanti e per evitare che sia distrutto o snaturato il modello di balneazione attrezzata italiana fondato prevalentemente sul lavoro dei concessionari. Nell’interesse non solo dei concessionari ma del Paese».
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione Europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano. Il decreto-legge consentirà di agevolare la chiusura di 16 casi di infrazione e di un caso EU Pilot. In almeno 6 casi, le norme introdotte sono in grado di condurre all’immediata archiviazione, nel rispetto dei tempi tecnici della Commissione europea; in altri 11 casi, le norme adottate dal Governo costituiscono una premessa essenziale per giungere in tempi rapidi all’archiviazione. Complessivamente, pertanto, il provvedimento permetterà all’Italia una significativa riduzione del numero di procedure d’infrazione pendenti che consentirà di raggiungere il numero minimo storico di procedure pendenti e allinearsi alla media europea. Tra le procedure interessate dal decreto rivestono particolare rilevanza le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive (n. 2020/4118). La decisione odierna, è il risultato anche del costruttivo e costante confronto con la Commissione europea. Con particolare riferimento alla procedura di infrazione sulle concessioni balneari, la collaborazione tra Roma e Bruxelles ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l’opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un’annosa e complessa questione di particolare rilievo per la nostra Nazione.
I punti principali della riforma delle concessioni balneari sono l’estensione della validità delle attuali concessioni fino al settembre 2027, l’obbligo di avviare le gare entro il giugno 2027, la durata delle nuove concessioni da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni, al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati, l’assunzione di lavoratori impiegati nella precedente concessione, che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, l’indennizzo per il concessionario uscente a carico del concessionario subentrante e pari al valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni.
Tra i criteri di valutazione delle offerte, sarà considerato anche l’essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare.