Da una prospettiva territoriale potrebbe essere anche un segnale positivo, visto che riguarderebbe anche in modo indiretto il progetto di riconversione dello stabilimento di Termoli in Gigafactory. Stellantis non vuole retromarce sulla transizione elettrica, a differenza di quanto fatto trapelare da altre case produttrici e forse non è una semplice coincidenza che le istanze di revisione sulle norme che riguardano le emissioni, diffuse, peraltro a poche ore dal vertice odierno al Mimit. Il ceo di Stellantis, Carlos Tavares ha replicato in modo netto alle indiscrezioni su una possibile richiesta di rinvio biennale per la norma sulle emissioni di Co2. Per Tavares, le regole a gioco iniziato non si cambiano. Qualsiasi sia il gioco. E così, pensare ora di modificare le norme europee sulle emissioni di CO2 «sarebbe surreale». Il messaggio di Carlos Tavares all’industria dell’auto e ai suoi diretti concorrenti è chiaro e preciso. «Tutti conoscono le regole da molto tempo, tutti hanno avuto il tempo di prepararsi e quindi adesso – ha detto il numero uno di Stellantis ad Afp – si corre. Dal punto di vista della concorrenza tanto cara all’Unione europea, sarebbe surreale cambiare le regole adesso». Come ribadito, oggi è il giorno del vertice al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove su indicazione del ministro Adolfo Urso, è stata convocata alle ore 11 una riunione di aggiornamento riguardante la realizzazione della Gigafactory di Termoli da parte di Automotive Cells Company (Acc) – joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies. La riunione, che segue quella dell’11 giugno scorso, si terrà nella sede del dicastero, a Palazzo Piacentini, e coinvolgerà i rappresentanti delle aziende interessate facenti parte di Acc, la Regione Molise e i sindacati di categoria.
L’incontro avrà l’obiettivo di chiarire le tempistiche per la riconversione dello stabilimento per la produzione di batterie per veicoli elettrici e di far emergere indicazioni chiare sul mantenimento dei livelli produttivi del sito di Termoli. Incontro sul quale, nella risposta fornita in sede di Commissione lavoro dal sottosegretario Durigon, della scorsa settimana, lo stesso aveva assicurato che il Ministero del lavoro, d’intesa con il Ministero delle imprese e del made in Italy, continuerà a monitorare con attenzione il rispetto degli impegni assunti, con particolare riferimento alla tutela dei livelli occupazionali dell’azienda. Un incontro che segue di 5 giorni il presidio nazionale che i metalmeccanici hanno organizzato a Termoli, e nel quale hanno inviato chiari messaggi, qualora oggi non dovessero giungere le necessarie rassicurazioni si aprirebbe la strada dello sciopero.