«La discussione è al palo, Acc non conferma, Stellantis non conferma». Si era messa male da subito la partita ieri mattina al Mimit e così a fine incontro, le organizzazioni sindacali metalmeccaniche hanno espresso la loro preoccupazione, anche con toni particolari, parlando di delusione e rammarico, come il segretario regionale della Fim-Cisl, Marco Laviano. «Delusione e rammarico, mancano conferme, mancano certezze, sia da parte di Acc col piano di investimento e sia da parte di Stellantis col piano industriale a salvaguardia dell’ occupazione e delle produzioni; questo per noi resta inaccettabile. Ribadiamo il nostro impegno alla tutela dei luoghi di lavoro dell’economia di un’intera regione e di una possibilità di sviluppo industriale per l’intera Italia, rappresentata appunto da Acc e la seconda o terza Gigafactory sul territorio europeo. Riteniamo soddisfacente da parte del Ministero con la presenza del ministro Urso l’impegno a cercare nuove fonti di investimento laddove il Pnrr dovesse essere destinato ad altri progetti (come in effetti è avvenuto, ndr) ma riteniamo comunque insoddisfacenti le prese di posizioni tanto di Acc, quanto di stellantis e per questo non escludiamo assolutamente mobilitazioni. Torneremo a fare assemblee con i lavoratori e decideremo insieme a loro i prossimi passi». Per Francesco Guida, «Incontro molto complicato, in cui a fronte delle incertezze sul progetto Gigafactory da parte di Acc, il ministro Urso ha dichiarato di voler togliere i fondi di questo progetto finché non ci saranno certezze rispetto alla costruzione della fabbrica; inoltre Stellantis ha dato certezze di produzione di motori fino al 2028 una situazione molto difficile, il prossimo appuntamento è per fine ottobre, intanto noi non possiamo stare fermi ad aspettare; il territorio non può aspettare e soprattutto i lavoratori e le proprie famiglie non possono aspettare, quindi invitiamo fin ora a organizzarci per una mobilitazione importante che avverrà sicuramente nelle prossime settimane, è questo il momento». A margine dell’incontro di ieri, Fim-Fiom-Uilm-Fismic-UglM-AqcfR hanno affermato che: «Ci mobiliteremo contro il protrarsi della incertezza verso lo stabilimento di Termoli L’incontro tenutosi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy non è riuscito purtroppo a fare chiarezza sul futuro ora ancora più incerto dello stabilimento di Termoli. Acc ha dichiarato che sta procedendo con le sue attività di ricerca e sviluppo per la produzione di nuove celle meno costose e più efficienti, ma solo a inizio 2025 dovrebbe avere pronto un nuovo tipo di batterie da fornire a Mercedes e a Stellantis, così da poter finalmente avviare gli investimenti a Termoli e in Germania. Stellantis ha assicurato in linea di principio che con la produzione degli attuali motori garantirà la continuità dello stabilimento di meccaniche di Termoli, tuttavia non ha individuato nuovi prodotti in grado di compensare il progressivo calo dei volumi e la preannunciata fine del Fire ed oggi si ricorre in maniera massiccia all’utilizzo di ammortizzatori sociali. Il Ministero infine si è detto costretto a svincolare le risorse del Pnrr stanziate per la creazione della gigafactory, anche se disponibile a cercare nuove, ma ancora imprecisate, forme di finanziamento. Il prossimo incontro al Mimit è previsto entro ottobre, ma come sindacato non possiamo accettare lo stato di perdurante incertezza e di progressivo declino in cui versa lo stabilimento di Termoli. Nei prossimi giorni saranno decise le forme di una mobilitazione che ha l’obiettivo di chiedere ad Acc di sciogliere le riserve sulla costruzione della Gigafactory, a Stellantis di rafforzare la attuale produzione di motori e al Governo di mantenere a disposizione di Termoli i fondi indispensabili al rilancio di un grande progetto industriale che salvaguardi l’attuale e la futura occupazione». La segretaria generale della Uil Molise, Tecla Boccardo, in piazza giovedì scorso critica la scelta di Urso: «Togliere le risorse e destinarle altrove sarebbe un atto di irresponsabilità. È necessario prendere decisioni chiare per la transizione energetica, che deve essere neutra e sostenibile e non gravare su lavoratori, famiglie, cittadini ed economia locale, che rischierebbero di subire pesanti conseguenze. In un contesto nazionale caratterizzato da confusione e difficoltà, l’Italia appare impreparata, sia dal punto di vista culturale che economico, ad affrontare il passaggio alle auto elettriche, spesso troppo costose per gran parte della popolazione. Inoltre, dal punto di vista infrastrutturale, il Paese soffre della mancanza di colonne di ricarica, rendendo la transizione ancora più complessa. Di fronte a queste incertezze – continua Boccardo – è fondamentale proteggere il settore dell’automotive. Non si può smantellare l’industria dei motori endotermici, che ancora rappresenta un pilastro per l’economia e l’occupazione, soprattutto per i lavoratori di Stellantis e dell’indotto, i quali rischiano di pagare il prezzo più alto per decisioni sbagliate. Non si può semplicemente ritirare il finanziamento dal Molise e dal gruppo Acc senza dare una risposta alternativa al territorio, senza considerarne le pesanti conseguenze sull’economia Molisana. Le risorse devono restare al Molise che ha bisogno di lavoro e non solo di sostegno al reddito. Se il progetto dovesse fallire, sarà essenziale accompagnare le imprese ei lavoratori, creando le condizioni per sostenere e rilanciare l’industria automobilistica. Continueremo a portare avanti la nostra battaglia sindacale, al fianco dei lavoratori e dei cittadini, senza fare sconti». Il segretario della Cgil Molise, Paolo De Socio, riferisce che «La parte politica ha provato a fare la sua parte, – racconta ancora De Socio – rendendosi conto, forse in maniera tardiva, che non basta aggiungere la frasetta made in Italy al nome di un Ministero per rilanciare le politiche industriali e la produzione italiana; non basta nemmeno mettere sul piatto qualche centinaio di milioni di euro difronte a un colosso che, in piena crisi, ha fatturato 42 miliardi di euro producendo quasi 3 miliardi di utile. Forse sarebbe bene avviare anche qualche riflessione su cosa significa Ministero dello sviluppo e dell’impresa, una denominazione che sembra voler affermare l’improbabile principio che è solo l’impresa a creare sviluppo e non il lavoro”. “Quella stessa impresa – chiosa ancora la CGIL – che poi, in mancanza di chiari indirizzi legislativi e ossessionata dalla logica del profitto, mantenendo viva la buon’anima di Marchionne, si sente libera d fare e sfare, localizzare e delocalizzare produzione e investimenti fregandosene della carne viva di donne e uomini, lavoratrici e lavoratori e del benessere del territorio. In Molise – conclude De Socio – il tavolo costituito nelle scorse settimane per affrontare la delicata questione della crisi automotive deve essere immediatamente convocato e magari allargato all’intero partenariato, all’intera platea politica e a Regioni vicine come l’Abruzzo che rischia un impatto derivante dalla crisi dell’indotto ancor più devastante di quello molisano. La Cgil, invitando le categorie sindacali a mantenere il profilo unitario che ha caratterizzato le ultime manifestazioni, resta a disposizione per qualsiasi momento di confronto anche per iniziare a valutare piani straordinari di ammortizzatori sociali. La Cgil, per ridare il giusto peso al potere contrattuale dei lavoratori e del lavoro in questa delicata vicenda, auspica momenti collettivi e nazionali di mobilitazione che non escludano nessuno strumento di lotta e rivendicazione del sacrosanto diritto al lavoro».