Tutte le sigle metalmeccaniche hanno condiviso la filosofia della mobilitazione unitaria per scuotere la vertenza Stellantis. Decisione assunta dopo la fumata nera sulla Gigafactory di Termoli, al Mimit, di una settimana fa. Argomento dibattuto nei coordinamenti e nelle assemblee nazionali, peraltro, che hanno seguito il copione del presidio del 12 settembre in piazza Monumento. Ora, i sindacati preparano lo sciopero di Stellantis e dell’auto e la data indicata (ufficiosa, per ora) è quella di venerdì 18 ottobre. Oggi, i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, annunceranno le iniziative di mobilitazione dei lavoratori di Stellantis e della filiera. «La situazione del settore automotive in Italia e in Europa è sempre più critica e, in assenza di una netta inversione di direzione, si rischiano effetti industriali e occupazionali senza precedenti’», spiegano i tre sindacati che hanno ricevuto il mandato dai rispettivi coordinamenti del settore auto a procedere con una forte mobilitazione unitaria. La Uilm accusa Stellantis e il governo di avere «gravi responsabilità. Il loro scontro potrebbe fare 200mila vittime e sancire la fine di un intero settore che rappresenta la spina dorsale dell’industria ed economia nazionale». Secondo i dati della Fim Cisl la produzione di Stellantis nel primo semestre 2024 è stata pari a 303.510 veicoli, il 25,2 % in meno dello stesso periodo dell’anno scorso e si prospetta una produzione a fine anno poco sopra i 500 mila veicoli. Sono in rosso tutti gli stabilimenti, tranne Pomigliano e Atessa, dove comunque rallenta la crescita. Tra le situazioni più difficili c’è quella di Mirafiori: fino a settembre – spiega la Fiom – sono state prodotte 18.500 auto contro le 52.000 dello stesso periodo del 2023, l’83% in meno e la carrozzeria è ferma fino all’11 ottobre.

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