Coetaneo del senatore molisano Costanzo Della Porta, è stato il deputato di Fratelli d’Italia Gianluca Caramanna, eletto in Sicilia, imprenditore nel settore turistico, a proporre un impegno dai banchi della maggioranza al Governo Meloni sulla vertenza Stellantis. Una mozione che è stata presentata lo scorso 25 settembre ed era calendarizzata per ieri pomeriggio, in discussione nell’aula di Montecitorio, assieme a quelle a firma di Chiara Appendino e Matteo Richetti, per i gruppi di minoranza del M5S e di Azione.
Nel testo della mozione, Caramanna e gli altri firmatari, evidenziano «i dati della produzione dei siti produttivi italiani di Stellantis nei primi sei mesi del 2024, che hanno segnato una riduzione della produzione con una quantità tra autovetture e furgoni commerciali di 303.510 unità contro le 405.870 del primo semestre 2023, e, in particolare, la produzione di autovetture ha registrato una contrazione del 36 per cento; le imprese della componentistica nazionale sono circa 2.200, impiegano 167.000 addetti e generano un fatturato pari a 56 miliardi di euro; di tutte le aziende la metà produce componenti specifici per veicoli endotermici e non è attiva nei veicoli elettrici; il Ministero delle imprese e del made in Italy (MIMIT) ha avviato in data 5 dicembre 2022 il Tavolo automotive, rappresentativo di tutte le realtà del comparto, e in data 6 dicembre 2023 un Tavolo permanente con Stellantis, Anfa (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), sindacati di categoria e regioni con l’obiettivo di giungere a un accordo con Stellantis e tutti gli attori del settore al fine di: a) aumentare i livelli produttivi; b) consolidare i centri di ingegneria e ricerca; c) rafforzare gli investimenti sui modelli innovativi; d) riqualificare le competenze dei lavoratori; e) sostenere la riconversione della filiera della componentistica; in quell’occasione, il Ministro delle imprese e del made in Italy ha sottolineato l’importanza di invertire la progressiva contrazione dei volumi produttivi, con lo scopo di raggiungere in Italia la produzione di almeno un milione di veicoli Stellantis; il 10 luglio 2023 l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, al termine del primo incontro con il Ministro delle imprese e del made in Italy, affermò di condividere l’obiettivo del milione di veicoli; nel corso dell’incontro il Ceo di Stellantis, al fine di incrementare la produzione in Italia, chiese al Governo, di rimuovere l’ostacolo del regolamento Euro 7, che avrebbe costretto a investire risorse su una tecnologia di transizione e realizzare un piano incentivi significativo; in data 18 dicembre 2023 il Ministero delle imprese e del made in Italy è riuscito nell’obiettivo di modificare in modo radicale il regolamento sull’omologazione di veicoli a motore e motori, nonché di sistemi, componenti ed entità tecniche indipendenti destinati a tali veicoli, per quanto riguarda le relative emissioni e la durabilità delle batterie, meglio noto come regolamento Euro 7, nella direzione auspicata dalle case automobilistiche; il Ministero delle imprese e del made in Italy ha realizzato per il 2024 un piano di incentivi alla domanda da un miliardo di euro che ha raggiunto tre dei quattro obiettivi che si era proposto: a) supporto alla transizione energetica; b) rinnovo del parco auto circolante; c) supporto alle persone con minori capacità d’acquisto; non è stato invece raggiunto l’obiettivo di aumentare la produzione in Italia: la quota nel mercato italiano di Stellantis nei primi otto mesi 2024 si è addirittura ridotta passando al 31,2 per cento dal 33,2 per cento dello stesso periodo del 2023; a giugno 2024 Automotive Cells Company (Acc), la joint venture per la produzione di batterie tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies, ha annunciato di sospendere il progetto di costruzione delle gigafactory previste a Termoli in Italia e a Kaiserslautern in Germania, adducendo la motivazione che i costi di produzione non sarebbero stati competitivi con quelli extraeuropei e che il mercato delle auto elettriche non aveva i ritmi di crescita che erano stati previsti; il Ministero delle imprese e del made in Italy ha convocato Acc il 17 settembre 2024, in presenza della regione Molise e delle organizzazioni sindacati, e in quella sede Acc ha affermato l’intenzione di sviluppare una nuova tecnologia più competitiva assumendo l’impegno a chiarire il Piano industriale entro la prima metà del 2025; il Ministero delle imprese e del made in Italy, alla luce di quanto manifestato da Acc, al fine di non pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr e di utilizzare le risorse pubbliche entro il 2026, pari a circa euro 256 milioni, ha comunicato che procederà a riallocare i fondi previsti per la realizzazione del sito produttivo di Termoli in altri investimenti coerenti con la transizione energetica del comparto e nel contempo ha assicurato che in presenza di un nuovo progetto avrebbe assicurato il sostegno finanziario in pari entità con altre risorse non legate alla tempistica del Pnrr l’Italia è l’unico Paese produttore di auto in Europa ad avere una sola casa automobilistica; negli altri Paesi, dalla Francia alla Germania, Spagna, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia ne sono presenti da 4 a 7. L’8 settembre 2024 al meeting internazionale di Cernobbio, il Ministro delle imprese e del made in Italy ha annunciato l’intenzione del Governo italiano di proporre l’anticipo della revisione alla prima parte del 2025 per evitare il collasso della industria europea dell’auto a fronte dei dati che già dimostrano la impossibilità di reggere la come pressione globale con la tempistica e le regole che l’Unione europea ha imposto alle proprie aziende, anche al fine di non lasciare i mercati nella incertezza per altri due anni preso atto sin d’ora della assoluta necessità di rivedere il green deal; il Ministro ha, inoltre, avviato una serie di consultazioni bilaterali con i colleghi europei su quella che sarà la proposta italiana, e ha convocato per lunedì 23 settembre 2024 le rappresentanze delle imprese e dei sindacati per confrontarsi nel merito anche in vista del meeting europeo sull’automotive che si svolgerà a Bruxelles il 25 settembre 2024 e del successivo Consiglio competitività del 26 settembre 2024; il 19 settembre 2024 Acea, associazione che rappresenta le case produttrici europee, ha rilasciato un comunicato pubblico in cui chiederà alla Commissione europea e a tutti i Capi di Stato dell’Unione europea di sviluppare un pacchetto completo di misure a breve e lungo termine per riportare saldamente sulla buona strada la transizione a emissioni zero, garantire i posti di lavoro nel settore e ripristinare la nostra competitività. In particolare, Acea ha chiesto alle istituzioni europee di varare misure urgenti di sostegno in vista dell’entrata in vigore nel 2025 dei nuovi obiettivi per le emissioni di CO2 per automobili e i furgoni, nonché di anticipare le revisioni del regolamento CO2 per le automobili e i furgoni e per i mezzi pesanti, attualmente previsti rispettivamente per il 2026 e il 2027».
La mozione impegna il Governo: «1) ad avanzare una proposta in sede europea per rivedere da subito il percorso del green deal anche alla luce del rapporto sulla competitività che conferma quel che il Governo italiano ha sempre evidenziato; 2) a proporre in sede dell’Unione europea l’anticipo alla prima metà del 2025 della presentazione della relazione sui progressi sulla mobilità e della clausola di revisione del regolamento che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi, al fine di dare certezze alle imprese della filiera e ai consumatori; 3) a promuovere, anche in sede europea, percorsi di transizione della filiera italiana dell’automotive non solo verso l’elettrico ma anche verso soluzioni tecnologicamente ecologiche che utilizzino carburanti di nuova generazione come gli e-fuel (carburanti sintetici), biocarburanti e idrogeno, potenziando le misure di incentivazione delle attività di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica, nonché gli investimenti in beni strumentali; 4) a proporre in sede dell’Unione europea l’elaborazione e l’approvazione di un piano che preveda la costituzione di un Fondo con risorse comuni finalizzato a supportare la transizione all’elettrico dell’intera filiera; 5) a proporre in sede dell’Unione europea l’elaborazione di politiche volte a incentivare la realizzazione di veicoli a basso impatto a prezzi accessibili ai cittadini meno abbienti; 6) a convocare i vertici Stellantis per chiarire i termini del piano industriale del Gruppo in Italia, così come da impegni emersi nei lavori del tavolo Mimit impegnando Stellantis a comunicare i dati dei dipendenti fuoriusciti dagli stabilimenti italiani attraverso la prassi (con accordi sindacali) delle dimissioni incentivate, così da valutare la congruità con il piano di sviluppo industriale; 7) a fornire aggiornamenti sui Memorandum of Understanding firmati con il Ministero dell’industria cinese e con le diverse case automobilistiche condividendo l’obiettivo di altre case produttrici in Italia; 8) a monitorare il nuovo progetto di Acc, sollecitando Stellantis a mantenere gli impegni presi e a mettere in sicurezza le risorse del Pnrr utilizzando eventualmente risorse che abbiano altre tempistiche di impegno più confacenti alle nuove modalità del progetto; 9) a valutare i risultati applicativi del decreto-legge 12 settembre 2023, n. 121, citato in premessa riconsiderandone gli obiettivi e adottando le misure che si dovessero rendere necessarie per il suo aggiornamento». Oltre a Caramanna, è stata sottoscritta da Barabotti, Squeri, Cavo, Antoniozzi, Andreuzza, Casasco, Colombo, Benvenuto, Polidori, Comba, Di Mattina, Giovine, Gusmeroli, Maerna, Maccanti, Pietrella, Toccalini, Schiano di Visconti, Zucconi.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.