A suo modo è stato antesignano, perché aveva espresso in campagna elettorale, da candidato sindaco, perplessità poi concretizzatesi, purtroppo per il territorio, quelle di una brusca frenata di Acc-Stellantis sul progetto della Gigafactory. Dopo qualche mese di riflessione, coincisa con la pausa estiva, alla ripresa dell’attività politica e istituzionale, e nel pieno di un autunno caldissimo sul tema dell’automotive, il coordinatore della comunicazione di Costruire Democrazia, Andrea Montesanto, torna a esprimersi proprio sulla Gigafactory, vicenda che denota l’importanza delle grandi aziende per lo sviluppo del Molise. «La presenza di grandi aziende industriali è cruciale per lo sviluppo economico del Molise, una regione che si trova già in una situazione di precarietà finanziaria. In questo contesto, il progetto della Gigafactory a Termoli rappresenta un’opportunità fondamentale per rilanciare l’economia locale e regionale. A maggio 2024, il progetto è stato sospeso, non semplicemente “posticipato”, come ho evidenziato in diverse interviste e conferenze all’inizio dell’anno, facendo riferimento alle dichiarazioni di Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis . Non posso fare a meno di ricordare che durante le elezioni comunali di Termoli, le mie preoccupazioni sono state giustificate da alcuni esponenti politici, come “strumentali” in vista della campagna elettorale. Oppure, quando “qualcuno” ha dichiarato pubblicamente che non dovevo preoccuparmi della sanità pubblica e della Gigafactory… Gli sviluppi recenti dimostrano quanto fossero fondate le mie preoccupazioni. La sospensione del progetto è un dato di fatto. Uno dei segnali più allarmanti è il recente cambio di destinazione dei fondi del Pnrr per la centrale di Termoli, decisione presa dal Ministro Urso. Questo cambiamento alimenta incertezze, che si aggiungono ad altre notizie negative che arrivano quotidianamente. Siamo tutti curiosi di vedere i risultati della “Filiera Istituzionale” della coalizione di centro-destra, utilizzata come garanzia elettorale sia durante le elezioni regionali, sia durante le amministrative di Termoli e Campobasso, arrogandosi la responsabilità di un progetto che evidentemente non riguarda direttamente la Regione. (Probabilmente promessa analoga al “Decreto Molise” che stiamo ancora aspettando). La crisi legata alla Gigafactory evidenzia l’urgenza di adottare politiche industriali lungimiranti. La sospensione del progetto non colpisce solo l’economia del Basso Molise, ma di tutta la Regione, e solleva interrogativi più ampi sulla capacità delle istituzioni regionali di promuovere uno sviluppo economico sostenibile della nostra regione e quindi garantire stabilità occupazionale. Il Molise non può permettersi di perdere opportunità così rilevanti per il suo sviluppo economico e occupazionale. È fondamentale che le istituzioni locali, in collaborazione con il governo nazionale, agiscano con decisione per salvaguardare non solo il progetto della Gigafactory, ma anche per attrarre ulteriori investimenti industriali. Gli effetti negativi si estenderebbero a diversi livelli in caso di chiusura di grandi aziende o di progetti persi. Come ad esempio: perdita di posti di lavoro; impatto sull’indotto (Molte piccole e medie imprese della zona dipendono direttamente dall’attività di queste grandi aziende. Una riduzione delle attività avrebbe ripercussioni su tutto il tessuto economico locale; riduzione delle entrate fiscali. Le grandi aziende rappresentano una fonte importante di entrate fiscali per le amministrazioni. Una diminuzione delle entrate comprometterebbe ulteriormente la qualità dei servizi pubblici, aggravando le già precarie condizioni della regione. Spopolamento e migrazione: la mancanza di opportunità lavorative costringerebbe molti giovani e famiglie a lasciare il Molise in cerca di condizioni migliori altrove. Questo fenomeno accentuerebbe il già grave problema dello spopolamento che è in continuo aumento. La crescita e il futuro del Molise dipendono anche e soprattutto dalla capacità di sostenere lo sviluppo industriale e di garantire un contesto economico favorevole, in grado di attrarre e mantenere investimenti di rilievo, di offrire opportunità di lavoro stabili e di arginare la fuga dei giovani».

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