La sala de “La Vida” si trasforma nell’arena politico-sindacale e quando c’è il Pd è come si sentissero a casa, vista la familiarità del luogo. Ha preso corpo ieri in via dei Palissandri, col mondo dem ai vari livelli, dai consiglieri comunali, attivisti, dirigenti, consiglieri regionali e il senatore abruzzese Michele Fina una battaglia che vede chi della socialità vuole rappresentare istanze e soluzioni agire con intenti comuni. Lo sciopero del 18 ottobre si avvicina e anche l’opposizione, locale, a Palazzo D’Aimmo e in Parlamento scalda i muscoli. Sin dal giorno in cui il tandem Acc-Stellantis ha confermato il blocco temporaneo del progetto di Gigafactory a Termoli, l’asse Facciolla-Fina si è mosso e ha incardinato, grazie anche alla struttura regionale del Pd molisano il confronto di ieri, a cui sono stati invitati i tre sindacati confederali che tra due venerdì andranno in piazza a manifestare il diritto di avere un futuro occupazionale e produttivo. Dibattito moderato da Lea Ferrara, con la presenza di Manuela Vigilante, Oscar Scurti, Ovidio Bontempo, Vittorino Facciolla, il senatore Michele Fina, Tecla Boccardo, Carmine Ranieri e Marco Laviano. Fuori scaletta hanno parlato anche Stefania Fantauzzi e Alessandra Salvatore. Il senatore Fina ha illustrato i contenuti dell’interrogazione presentata lo scorso 26 settembre a Palazzo Madama, proprio su sollecitazione di Facciolla. Atto di sindacato ispettivo quanto mai attuale, visto il bailamme dell’automotive, in cui si evidenzia che le società Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies hanno dato vita ad una joint venture denominata Automotive cells company (ACC), incaricata di realizzare tre gigafactory in Europa, la prima in Francia, la seconda in Germania e la terza in Italia, presso l’esistente stabilimento Stellantis di Termoli. «Acc ha già inaugurato la sua prima gigafactory in Francia, a Billy-Berclau Douvrin, e sta portando avanti i progetti per quelle in Germania e in Italia, e quest’ultima, secondo gli originari impegni, dovrebbe sorgere a partire dal 2026 nell’attuale stabilimento Stellantis di Termoli; già nel mese di giugno 2024 la stampa nazionale aveva riportato la notizia di una revisione degli investimenti e dei programmi da parte di Acc sul progetto della Gigafactory a Termoli; lo stabilimento di Termoli prevede un investimento di oltre 2 miliardi di euro e, secondo le stime fornite da Acc, avrebbe dovuto garantire lavoro a più di 1.800 addetti, da selezionare, in via prioritaria, tra i dipendenti di Stellantis dello stabilimento molisano, così come concordato con i sindacati; il 17 settembre 2024 si è svolto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy un incontro alla presenza dei vertici di Stellantis e dei sindacati, dal quale è emerso che il Ministero intende tagliare 400 milioni di fondi Pnrr per la realizzazione dello stabilimento Gigafactory di Termoli; una tale decisione compromette in modo definitivo la realizzazione dell’importante progetto con gravi ricadute occupazionali e di sviluppo per il territorio; a seguito dell’incontro presso il Ministero sono state diverse le reazioni da parte del sindacato e delle istituzioni». Premesse utili a chiedere «Quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare affinché siano garantite tutte le risorse necessarie per la realizzazione del progetto della Gigafactory di Termoli; quali iniziative intenda adottare per assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali, della competitività e dello sviluppo per lo stabilimento di Termoli». Nella tavola rotonda di ieri sono stati toccati tutti i temi, dalla sovranità tecnologica che non appartiene di certo all’Italia e forse nemmeno all’Europa, ma a Cina e Usa, del potenziale ritorno del nucleare in barba al referendum del 1987, dalle tensioni sociali che si rischiano e non solo sull’automotive, temi declinati sull’esigenza di non trattarli secondo colori politici, ma qui insiste la critica su Comune, Regione e Governo, che hanno fatto poco, o peggio, nulla, per uscire dalle secche dell’incertezza.

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