Ormai l’autunno è in fase avanzata, ma l’attualità non perde di vista il tema delle concessioni demaniali marittime, soprattutto per il comparto balneare. In corso di svolgimento sono le assemblee regionali e territoriali, decise dai vertici del Sib-Confcommercio, su impulso del presidente nazionale Antonio Capacchione. Dopo l’Abruzzo è stata la volta della Puglia e per quanto riguarda il Molise se ne parlerà dopo nella seconda metà di ottobre. Intanto, la novità arriva da Bruxelles, dove l’europarlamentare molisano rieletto per la quinta volta di fila, Aldo Patriciello, stavolta nella lista della Lega, ha presentato una interrogazione con richiesta di risposta scritta, «Negli ultimi mesi si è riaperto il dibattito relativo alla direttiva 2006/123/CE (cosiddetta Bolkestein) e tuttavia alla luce della procedura d’infrazione avviata dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia per violazione della direttiva Bolkestein, il Governo italiano ha cercato di trovare una soluzione alla controversa questione delle concessioni balneari. In particolare, il 4 settembre 2024 il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto volto a risolvere le questioni derivanti dalla suddetta procedura di infrazione. Tutto ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti interrogativi: 1. Ritiene la Commissione che per le concessioni balneari si possa prevedere una diversa applicazione della Direttiva in questione o, in alternativa, si possa procedere a modifiche e/o integrazioni della stessa? 2. In che modo la Commissione intende salvaguardare la posizione dei piccoli e medi imprenditori del settore che rischiano di trovarsi in una posizione di svantaggio nei confronti di possibili grandi investitori (multinazionali, fondi di investimento)?» Come ha riferito per primo il portale specializzato Mondobalneare.com, «L’europarlamentare Aldo Patriciello (Lega) ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione europea in materia di concessioni balneari. La richiesta di Patricello è frutto dell’interlocuzione portata avanti dall’associazione Assodemaniali-Fenailp, che ha sensibilizzato Patricello sull’urgenza di sollecitare la Commissione Ue, in seguito al decreto Infrazioni approvato dal governo Meloni che disciplina le gare delle concessioni in scadenza». Tornando alle assemblee territoriali, nutrita e affollata assemblea dei balneari pugliesi a Bari con la partecipazione anche di amministratori locali e regionali. Anche le Regioni ritengono sbagliata e ingiusta la nuova legge sulle concessioni demaniali e suggeriscono al Parlamento correttivi per procedure più corrette e soprattutto per un giusto e indennizzo in favore dei concessionari attualmente operanti. Si allarga quindi la pressione verso il Governo e il Parlamento per doverose modifiche. Erano presenti, fra gli altri, il Vice Presidente della Giunta regionale Raffaele Piemontese, l’Assessore regionale al turismo Gianfranco Lopane e il Direttore marittimo di Puglia e Basilicata Jonica Contrammiraglio Vincenzo Leone, che è anche commissario dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico meridionale, che comprende il porto di Termoli. Ma Capacchione si è espresso anche su altri aspetti, come quello della concorrenza, riferendosi a un dato elaborato dal Capo degli economisti della Banca d’Italia dai numeri dell’Anac – l’Autorità nazionale anticorruzione. «Lo scorso anno nel 93 % degli appalti pubblici (in valori monetari circa 290 miliardi di euro!) si è proceduto con affidamenti diretti. In deroga cioè all’obbligo di gara. Un dato che avrebbe dovuto suscitare veementi reazioni da parte degli iperliberisti nostrani o da parte della Commissione europea sempre pronti a invocare la messa a gara delle concessioni demaniali. E magari anche infuocati dibattiti nelle trasmissioni televisive nazionali in cui vengono ossessivamente “crocifissi” i balneari. Invece silenzio assoluto! Per gli appassionati cantori delle aste per i balneari, una maggiore concorrenza non si avrebbe aumentando le aziende che operano nel mercato ma semplicemente confiscando quelle attualmente operanti. E magari regalandole ad altri a “costo zero”! Davvero un modo di essere liberisti bizzarro e stravagante. Oltre che incoerente».

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