Mancavano solo i rappresentanti della sigla Aqcf-r al rendez-vous di ieri mattina a Palazzo Vitale, dove assieme al Governatore Francesco Roberti e al suo vice Andrea Di Lucente, c’erano i parlamentari di Fdi Costanzo Della Porta ed Elisabetta Lancellotta. Confronto aperto con le sigle Fim-Fiom-Uilm (che sciopereranno il 18 ottobre a Roma) e UglM e Fismic, la cui protesta si farà davanti ai cancelli della fabbrica.
Il dossier Stellantis, con annessa Gigafactory, è ogni giorno di più maggiormente delicato, perché si comincia a intravedere un futuro che dall’incertezza pare sospingersi verso il baratro. Confronto approcciato anche in generale, sul settore dell’automotive che nella nostra regione, per i suoi numeri, ha un impatto sul territorio importante. «L’obiettivo dell’incontro – il commento del Presidente Francesco Roberti – è stato quello di creare una strategia condivisa tra la Regione Molise e le rappresentanze sindacali, che possa far leva sia sul Governo che sulla stessa Stellantis, in modo da accelerare il nuovo piano industriale per lo stabilimento di Termoli, ma anche rivedendo la data del 2035 quale stop alla produzione dei motori endotermici, poiché la transizione ambientale dovrà essere più graduale, anche in relazione alle esigenze del mercato. Inoltre, l’obiettivo è quello di spingere Stellantis a far tornare a utilizzare i motori italiani, prodotti a Termoli, come i motori Premium, sulle autovetture in produzione». «Ringrazio i rappresentanti sindacali, con i quali c’è stata piena sintonia e un confronto costruttivo, teso alla risoluzione della salvaguardia della produzione e dei posti di lavoro», ha proseguito Roberti. «Dall’incontro è emerso in modo condiviso – ha affermato Roberti – come lo Stabilimento Stellantis di Termoli necessiti di una propria politica industriale, volta alla produzione di motori endotermici e ibridi, che garantiscano produzione e posti di lavoro, al di là delle tempistiche del progetto della Gigafactory di Acc. In questo programma va ripresa e sostenuta la localizzazione nello stabilimento di Termoli del Polo di Innovazione e Ricerca Tecnologica, finalizzato ad individuare soluzioni a basso costo tecnologico e a minimo impatto ambientale, in modo da rendere concorrenziale il futuro mercato dell’elettrico anche in Europa». «Altrettanta condivisa è stata – ha proseguito il presidente Francesco Roberti – l’idea di chiedere al Governo che lo Stato italiano entri nella governance di Stellantis, così come ha fatto lo Stato francese, al fine di tutelare il know-how, la produzione dell’industria automobilistica italiana e, quindi, la forza lavoro dello stabilimento termolese». «Siamo consapevoli – le parole del Presidente Francesco Roberti – di essere dinanzi a una crisi del settore dell’automotive in Europa, come dimostrano le difficoltà di tutte le case automobilistiche, alle prese con gli effetti della difficile transizione all’elettrico. Tutti abbiamo condiviso come questa fase storica vada affrontata con provvedimenti anche straordinari e, laddove necessario, anche utilizzando gli strumenti di sostegno al reddito». Roberti, infine, ha sottolineato, come già aveva fatto a Perugia nel pomeriggio di sabato, di essere in costante contatto con i colleghi Presidenti della Regione Basilicata, Vito Bardi, e della Regione Piemonte, Cirio, con cui condividere questa iniziativa di tutela e salvaguardia del settore dell’automotive italiano. «Il Molise fa parte della Lega dell’Automotive e porterà all’attenzione della Commissione Europea un manifesto per una transizione che non sia solo ecologica, ma anche sociale, che garantisca l’equità e tuteli i territori. Vorrei costruire questa proposta di concerto con i sindacati – il commento dell’assessore Andrea Di Lucente – La Regione, sia con Stellantis che con Acc, ha fatto la sua parte. Abbiamo previsto tanti contributi FSC per infrastrutture (come le colonnine per le auto elettriche), formazione e per accompagnare i nuovi investimenti. Siamo tutti d’accordo nel voler riprendere il percorso per attirare nuove opportunità di lavoro per non farci trovare impreparati a scelte che volano sopra le nostre teste».
Per il segretario della Cgil Paolo De Socio è positivo che il Governatore ha annunciato la sua presenza al fianco dei lavoratori: «Insomma un buon segnale perché noi abbiamo sempre chiesto che su questi argomenti ci sia un’unione di forze sindacali, delle lavoratrici e lavoratori in primis, ma anche della politica, abbiamo più volte detto anche in passato che quando si lascia in mano alle multinazionali la possibilità di determinare le politiche industriali purtroppo queste cose si devono mettere in preventivo, quindi abbiamo bisogno di rilanciare nel sistema paese e anche in Regione politiche industriali che siano degne di questo nome che chiaramente prevedono anche programmazione a livello infrastrutturale». Per l’Ugl, con Gianni Silvaroli: «Non possiamo perdere Stellantis nel nostro Molise, perché ne risentirebbe tutta l’economia del nostro territorio», gli fa eco sempre per l’Ugl Domenico Guida: «Saremo davanti ai cancelli per protestare, ma non contro l’azienda, ma per difendere lo stabilimento, perché dalle ultime notizie che ci ha dato Tavares siamo fortemente dubbiosi, quindi noi saremo lì davanti per chiedere ulteriori garanzie per nuovi motori magari ibridi, oppure altre tipologia di motori, per difendere i 2mila posti di lavoro».
La Uil ha visto l’intervento di Tecla Boccardo: «Noi speriamo innanzitutto che il Molise tutto sia unito verso questa battaglia, perché è la battaglia di tutti, ma è la battaglia dell’Italia, innanzitutto, perché stiamo parlando dell’Industria dell’automotive, l’industria delle industrie, siamo in una situazione davvero critica. Occorre una transizione sociale, che in questo momento accompagni le persone e si diano garanzie per continuare la produzione dei motori e poi attendere quella che sarà la transizione energetica e quindi la produzione di altre autovetture diverse da quelle ad motore ad endotermico e quindi eventualmente che sia l’elettrico o che siano altre possibilità che possono essere messe in campo con la ricerca e con l’innovazione. Ma l’Italia non è ancora pronta, per cui cerchiamo di salvare quello che c’è prima di perderlo e di cancellarlo, così con un colpo di spugna. Noi vorremo che la realtà dell’automotive resti su questo territorio, così come i finanziamenti restino su questo territorio». La componente Cisl con Gianni Notaro: «Bisogna fare un’azione comune, sinergica, assieme alle istituzioni: il governatore deve stare dalla nostra parte. Noi abbiamo una prospettiva che rischia di sfumare, ma abbiamo uno stabilimento in essere che è stato fonte di occupazione, di qualità, un fiore all’occhiello su cui dobbiamo capire cosa fare. È chiaro che la partita è molto più grossa di quella che può appartenere alla Regione ma insieme in maniera sinergica dobbiamo fare pressione attraverso il governo, affinché Stellantis confermi determinate produzioni. Stanno venendo al pettine le carenze di politica industriale; non basta solo parlare, bisogna agire e questa è la motivazione per cui anche il 18 si andrà a Roma e gridare una sola voce verso un’occupazione nuova con continuità da parte di Stellantis in Italia». Marco Laviano, di Fim-Cisl: Noi come sindacati siamo preoccupati e il livello d’attenzione si sta alzando, tanto è vero che lo sciopero del 18 prossimo ottobre a Roma è uno sciopero che va in quella direzione, sensibilizzare le parti chiamate in causa in questo momento che sono proprio il Parlamento Europeo, il governo e Stellantis stessa; oggi è inammissibile pensare solamente a un dietrofront sull’elettrico, il percorso verso la mobilità sostenibile è indicato e non si può tornare indietro. Altrimenti forniremo ad aziende come Stellantis l’alibi per i licenziamenti, ricordiamo che l’Italia con Stellantis ha circa 44.000 addetti e ne ha persi già 7.000 negli anni precedenti con gli accordi di separation, non possiamo più permettere che l’incertezza dei mercati dell’auto le incertezze sulle infrastrutture, le incertezze sulla transizione, cadono direttamente sulla testa dei lavoratori». Infine, Gianni Mercogliano (Fismic): «Vogliamo avere delle risposte chiare. Venerdì saremo davanti allo stabilimento a manifestare a favore dell’automotive, a favore della produzione che rimanga in questo territorio e a favore della Gigafactory, perché ricordiamoci che se non ci sarà più la Gigafactory significa che non ci sarà più un lavoro per questo territorio e questo lo dobbiamo scongiurare». Infine, con l’Usb (Stefania Fantauzzi): «Subito un piano nazionale su automotive e normative straordinarie a sostegno dei salari con riduzione dell’orario lavorativo settimanale. Tutti i nodi vengono al pettine e tutte le nostre denunce sulla situazione in stellantis si sono materializzate. Oggi tutti si svegliano dal torpore ma l’Usb sin dall’incontro al tavolo specifico Stellantis presso il ministero del 14 febbraio 2023 e dall’incontro in Regione con il presidente tenutosi a settembre 2023 aveva ribadito che quello di Stellantis è un percorso di smobilitazione, mentre il Paese ha bisogno di progetti e investimenti, anche statali, che contemplino anche la tutela dei lavoratori, dei loro salari e di un epocale cambio sul mercato del lavoro a partire dalla riduzione dell’orario di lavoro settimanale a parità di salario e una seria legislazione contro le delocalizzazioni delle produzioni. Abbiamo precisato che metteremo in campo le nostre iniziative ma non possiamo condividere, sia nella forma che nella sostanza, le iniziative di chi negli anni ha spalleggiato Stellantis e che continua a farlo senza dare una discontinuità vera con il passato a partire dalla rinuncia al Ccsl che oggi è uno strumento che permette a Stellantis di agire a mani libere. Fondamentale è preservare le produzioni meccaniche in attesa di eventuali fantomatici progetti futuri, tutelare i lavoratori con finanziamento della cassa integrazione al 100% e riduzione dell’orario settimanale a parità di salario. La presenza dei parlamentari Della porta e Lancellotta ci ha data la possibilità di impegnare nuovamente il governo a fare la propria parte con un piano a lungo respiro nel settore automotive che rischia seriamente di scomparire dal nostro paese mettendo a rischio migliaia e migliaia di posti di lavoro. Deve finire il tempo in cui lo stato sia passivo nelle politiche industriali relegandosi al ruolo di mero finanziatore di aziende che hanno a cuore solo i loro profitti. La transizione non durerà un anno o due e quindi necessita di essere governata».

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