Quasi una resa dei conti politica, tra centrodestra e opposizione, al di là delle invocazioni sulla unità, sulla vertenza Stellantis. Nuovo round, ieri, tra il consigliere regionale del M5S Roberto Gravina e il governatore Francesco Roberti. «La situazione è complessa e richiede un’attenzione particolare da parte di tutte le istituzioni coinvolte – ha affermato Gravina – abbiamo presentato una mozione in Parlamento il 20 settembre, a firma della Vicepresidente Chiara Appendino, con richieste specifiche e mirate, tra cui il trasferimento del tavolo automotive presso Palazzo Chigi, la creazione di nuovi ammortizzatori sociali, e un piano per garantire investimenti stabili, come il sostegno alla Gigafactory di Termoli». Il Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e Coordinatore Enti Locali, Roberto Gravina, è intervenuto oggi per commentare l’evoluzione della crisi che riguarda la Gigafactory di Termoli e la situazione del settore automotive in Italia. Gravina ha ribadito l’impegno costante del M5S per mettere il tema al centro del dibattito istituzionale, presentando interrogazioni e mozioni sia in Parlamento che in Consiglio regionale, con proposte volte a sbloccare l’impasse e garantire un futuro sostenibile per l’industria automobilistica e i lavoratori.La mozione parlamentare chiedeva inoltre di condizionare i finanziamenti pubblici alla creazione di posti di lavoro stabili e di promuovere un ricambio generazionale con nuove assunzioni, oltre a spingere Stellantis a portare in Italia la progettazione e la produzione di nuovi modelli di massa. «Tutto questo dimostra che il M5S è stato da sempre in prima linea nel proporre soluzioni concrete – ha continuato Gravina che ha anche criticato l’atteggiamento contraddittorio del governo regionale di centrodestra, che ha recentemente espresso, tramite le dichiarazioni del presidente Roberti, la necessità dell’ingresso dello Stato nel capitale di Stellantis, una proposta, quella dell’intervento dello Stato con capitali pubblici che il M5S aveva già avanzato mesi fa, proponendo, nella propria mozione portata in Consiglio regionale, l’ingresso dello Stato in Acc per tutelare il progetto della Gigafactory a Termoli o il finanziamento corposo sulla falsariga di quanto avvenuto in Francia e Germania. «Eravamo e siamo consapevoli che oggi, un pur auspicabile ingresso dello Stato in Stellantis -Acc sia davvero improbabile. Sorprende che lo stesso Presidente, che bocciò la mozione come inutile, oggi la riprenda in fotocopia, facendone argomento di propaganda anche con i sindacati»,-ha osservato Gravina. «Nel frattempo, il ministro Urso ha tolto i fondi del Pnrr destinati alla Gigafactory senza offrire alternative concrete». La gestione della crisi da parte del centrodestra è stata definita da Gravina come un susseguirsi di immobilismo e contraddizioni. «Dopo mesi di ostentata sicurezza e rassicurazioni, ora assistiamo a una capriola retorica, con improvvise preoccupazioni che emergono troppo tardi,” ha dichiarato. “Le foto di famiglia al Mimit non sono bastate a risolvere i problemi: occorrono azioni concrete per garantire che la Gigafactory a Termoli diventi realtà». Gravina ha concluso auspicando un cambio di passo nella gestione della crisi. «Non è più il momento delle divisioni o dei giochi di forza. Serve un’azione congiunta tra tutte le forze politiche e le istituzioni, a partire dai rappresentanti regionali, per riportare la questione all’attenzione del governo con proposte solide e condivise – ha affermato – abbiamo bisogno di politiche industriali di lungo termine che garantiscano la competitività della nostra filiera e la protezione dei posti di lavoro.” Il Movimento 5 Stelle, come ha annunciato Gravina in qualità di Coordinatore Enti Locali, presenterà mozioni in tutte le Regioni per sollecitare il governo Meloni a intervenire con urgenza, con l’obiettivo di istituire un tavolo permanente presso Palazzo Chigi e avviare immediatamente una trattativa con Stellantis per salvaguardare l’occupazione e gli investimenti produttivi in Italia.Non ha tardato a intervenire il Presidente della Giunta Regionale del Molise, Francesco Roberti, torna a parlare della vertenza Stellantis, ribadendo la strategia comune con le rappresentanze sindacali, senza divisioni politiche. «Non si può, tuttavia, non rinfrescare la memoria ai sepolcri imbiancati con una cronistoria degli ultimi anni, allorquando si millanta che il Presidente faccia propaganda con i sindacati o si accusa di immobilismo.Dicembre 2019, intervista La Stampa: Il premier Giuseppe Conte accoglie con favore la fusione di Fiat Chrysler con il suo rivale francese PSA: “Può essere una grande opportunità per l’Italia», anche perché “la garanzia che i livelli di occupazione saranno protetti è stata messa nera su bianco”. Gennaio 2021, Governo Conte II: si fondono i due colossi automobilistici, l’italiana Fca e la francese Psa. Si registrò il mancato ingresso di Cassa Depositi e Prestiti con quota pari a quella detenuta dallo Stato francese, allo scopo di garantire che anche gli stabilimenti industriali italiani e la filiera dell’automotive nazionale fossero protetti in caso di ristrutturazioni. A tal proposito, ci fu un’interrogazione al Senato mai risposta dall’allora premier.4 gennaio 2021, Ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, esprime la sua soddisfazione in una dichiarazione congiunta: “Patuanelli e il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, accolgono con favore l’approvazione della Commissione Ue della proposta di fusione e si congratulano con dirigenti e dipendenti per il loro successo». Un successo. E tale sembrò allora anche ad Antonio Misiani, allora viceministro dell’Economia del Pd: “La nascita di Stellantis è una buona notizia anche per l’Italia, perché il settore auto è alle prese con cambi di paradigma giganteschi”. Servono spalle larghe, spiegava Misiani, «e Stellantis le ha». 10 gennaio 2021, editoriale di Romano Prodi sul Messaggero: “In Italia l’unione fra Psa e Fca viene chiamata una fusione, intendendo un matrimonio fra pari. Al di fuori del nostro Paese si parla, invece, di un’acquisizione. In effetti tutte le decisioni fino ad ora prese vanno in questa direzione”. Febbraio 2022: il COPASIR ha evidenziato uno squilibrio azionario a favore della Francia invitando Cassa Depositi e Prestiti ad entrare nel capitale di Stellantis.Settembre 2024: dichiarazione del Senatore di Fratelli d’Italia, Matteo Gelmetti, che risponde al Senatore Luigi Nave (5 Stelle): “Fu proprio il secondo governo Conte a lavarsi le mani di fronte alla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e la francese Peugeot, inginocchiandosi a Stellantis e decidendo di non esercitare la golden power: fu proprio quello l’errore più grande, l’unico e vero disastro, il non aver chiesto alcuna garanzia alla multinazionale, come invece fece in quella fase decisiva il Governo francese. L’ennesimo disastro dell’allora governo Cinque Stelle-PD”».Un capo d’accusa rintuzzato immediatamente dallo stesso Gravina: «Il nervosismo del presidente non basta: oramai servono azioni concrete. Al Presidente e alla sua maggioranza oramai servirà sempre meno rispondere alle opinioni politiche e alle richieste di chi rappresenta in Consiglio regionale, piaccia o meno, una parte dei molisani, con i cartoni animati o con i collage di articoli di giornali del tutto decontestualizzati. Si comprende il nervosismo del nostro Presidente quando argomenta con linguaggio poco istituzionale e offensivo, ma c’è da capirlo: fino a qualche mese fa dichiarava apertis verbis che era tutto sotto controllo, mentre oggi è capace di improvvisare prese di posizione che ben poteva assumere in tempo utile. Il nervosismo è palpabile davanti a un tema su cui il Presidente purtroppo ha fatto per mesi da semplice sponda all’inerzia del governo nazionale a discapito di quanto il territorio si aspettava. Anche per questo diventa imbarazzante commentare il comunicato diffuso dal nostro Presidente, ma una cosa è certa: continuare a ripetere sempre la stessa cosa sperando diventi vera si scontra con le verità documentali che non è capace di contraddire e che anche in Consiglio regionale – dove peraltro era assente per non si sa quali impegni istituzionali – sono state citate con dovizia di particolari. A prescindere dalle divergenze politiche, non possiamo che sperare che il nervosismo del Presidente di queste ore passi e si trasformi, finalmente, in azioni».

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