Portare la statua lignea di San Basso nella processione a mare, durante la festa patronale, ha protetto l’equipaggio del “Nonno Rocco”? Chissà, intanto, il peschereccio che il 3 agosto scorso era alla testa della flottiglia nella notte tra martedì e mercoledì è finito per affondare, dopo una violenta collisione a 3,6 miglia dalla costa termolese. Impatto avvenuto col Tortuga, mentre l’imbarcazione era intenta in una battuta di pesca, anche se in questo periodo post fermo biologico si dovrebbe calare le reti oltre le sei miglia. Notte da incubo per l’intera marineria, che solo poche ore prima era entrata in lutto per la morte della madre dell’armatore Basso Cannarsa. Ore difficili, speculari a un periodo davvero complicato, dove persino gli incidenti marittimi vanno a minare la sopravvivenza di imprese di pesca che viaggiano sull’orlo, come ci ha riferito anche l’esponente di Fano solo sabato scorso. Tornando ai fatti, come raccontati dal comandante 48enne Marco Monti, il “Nonno Rocco” intorno alle 22.30 di martedì stava procedendo lentamente al largo di Termoli e aveva da poco gettato le reti quando è stato speronato da un altro natante, il “Tortuga” di Barletta, che navigava a velocità maggiore. Tortuga con scafo in acciaio, che ha squarciato un lato dell’imbarcazione termolese. Assieme al comandante c’era il motorista, per loro attimi di terrore. «Stavamo pescando, a 3 miglia e mezzo di velocità, abbiamo notato l’imbarcazione e abbiamo chiamato varie volte via radio senza avere risposta, ma il peschereccio andava veloce e ci ha preso in pieno. Subito dopo l’urto ho dovuto tagliare dei cavi d’acciaio – ha riferito Monti – poi è salito il comandante del Tortuga con un altro marinaio e mi hanno dato aiuto. Voleva gettare acqua con i secchi, ma dato che c’era ancora il motore acceso sono riuscito a riportare il peschereccio verso Termoli, ma davanti al porto si è spento. Così il Tortuga mi ha portato a rimorchio nello scalo. I danni ammontano a oltre centomila euro. L’impianto elettrico, il motore nuovo, la strumentazione, ora è tutto sott’acqua. Il danno è enorme e ci vorrà almeno un mese per risistemare il peschereccio». L’obiettivo di raggiungere l’ormeggio per poi essere portato alla riparazione non è stato raggiunto, tuttavia, il “Nonno Rocco a pochi metri dalla bitta si è capovolto, come un cetaceo morente. Il comandante e il 54enne motorista, rimasto contuso, sono stati poi soccorsi dal 118 Molise e dai volontari della Misericordia, che hanno trasportato i due all’ospedale San Timoteo. Per fortuna, eccezion fatta per uno stato di agitazione e qualche livido, se la sono cavata con poco. Diverso il bilancio per l’armatore Giuseppe Selvanera, ma anche gli stessi membri dell’equipaggio passeranno settimane magre. Non bastasse quanto descritto, un altro sinistro marittimo è avvenuto nel bacino portuale, la motovedetta 878 che usciva in soccorso è stata urtata dal Mariarita ed entrambe le imbarcazioni hanno riportato danni. Nessun ferito in questa seconda collisione, di minor impatto. «Abbiamo ricevuto un mayday dal motopesca Nonno Rocco che ci comunicava di aver avuto una collisione con un’altra imbarcazione da pesca e di essere in procinto di affondare poiché stava imbarcando acqua – ha raccontato il comandante del Porto, Giuseppe Panico – ovviamente sono subito partite le operazioni di soccorso con l’attivazione della nostra unità destinata alla ricerca e soccorso. Ovviamente nell’immediatezza, visto il luogo in cui è avvenuto alla collisione, circa 4 miglia dal porto di Termoli, con la diciamo necessità di dover salvare sia gli uomini che anche l’unità, è stato disposto il rimorchio del motopesca tramite appunto il Tortuga, l’altra imbarcazione che è stata protagonista di questa collisione in mare. Sulle cause, sulle dinamiche, è in corso un’inchiesta amministrativa che farà luce sulle responsabilità eventuali da parte dei due comandanti, però quello che ci tengo a sottolineare è che non ci sono stati diciamo danni alle persone e soltanto questo naufragio “scampato”, perché grazie al rimorchio nel porto di Termoli del Nonno Rocco, riportando il peschereccio in porto, in acque con fondali molto bassi e in prossimità del cantiere navale si è riusciti perlomeno a non perderlo completamente».
Il comandante Panico ha disposto che venisse recuperato al più presto e le operazioni si sono protratte per cinque ore, col motopontone della In Mare srl e la Marinucci Yachting club. «Il Nonno Rocco si è leggermente inclinato e quindi appoggiato sul fondale». Poi, il comandante Panico parla del secondo incidente: «E’ stata una coincidenza abbastanza particolare, per recarsi sul luogo della collisione, per prestare soccorso, la motovedetta ha subito un urto con un altro motopeschereccio che nel frattempo stava uscendo al porto di Termoli per recarsi in attività di pesca. Per precauzione la motovedetta è rientrata agli ormeggi, avendo avuto soltanto dei danni alle sovrastrutture, che non compromettevano la navigabilità ma per cautela è stata riportata in banchina d è stata utilizzata per intervenire sul luogo della collisione un altro mezzo navale della Guardia costiera. Anche per quest’altra collisione ovviamente è stata aperta un’inchiesta amministrativa per stabilire le dinamiche esatte. Nel complesso, oltre una dozzina le persone sulle quattro imbarcazioni». Ma quanto avvenuto determinerà anche una “stretta” nella gestione della circolazione marittima.
«Sicuramente ci sarà una riunione che ho già preannunciato agli armatori del ceto peschereccio, perché ovviamente come più volte ho ripetuto nel corso di questo breve periodo trascorso finora a Termoli, siamo vicini alla marineria, siamo al fianco dei pescatori, ma come ho sempre detto, nel rispetto delle regole, in mare ci sono delle regole, ci sono distanze dalla costa che vanno rispettate, ci sono velocità che vanno rispettate e soprattutto come in questo caso ci sono delle precedenze in mare derivanti da normative di carattere internazionale recepite ovviamente dall’Italia che devono essere rispettate. Le inchieste amministrative che abbiamo avviato poi ci chiariranno se ci sono delle responsabilità e ovviamente anche in questo caso ci sono state delle violazioni normative non verremo meno al nostro compito, quello di applicare le norme e quindi sanzioneremo chi le ha violate. In questa riunione credo che debba essere necessariamente affrontata anche l’uscita e l’entrata dei pescherecci soprattutto negli orari notturni e soprattutto dopo il fermo del fine settimana, soprattutto la domenica sera, registriamo un traffico particolare. Come dicevo, ci sono le norme da rispettare quindi la velocità in porto non deve essere superiore a 3 nodi e quindi su questo saremo attenti, vigileremo. Ricordo a tutti che i pescherecci sono monitorati anche per mezzo satellitare, quindi anche quando sono in mare è possibile tramite degli strumenti controllare velocità e rispetto delle normative, su questo ho chiesto ai miei uomini e donne di essere molto attenti. Ci sono dei provvedimenti che disciplinano l’uscita dei pescherecci per le attività di pesca, in particolare un’ordinanza che un po’ datata del 2015, di cui ovviamente è allo studio anche un’eventuale modifica o addirittura una revoca di questa ordinanza se non si riuscirà a porre argine a questa uscita ed entrata frettolosa dal porto, quasi come se fosse una corsa dei 100 metri; ciò non è e non deve essere e quindi su questo vigileremo e chiediamo agli armatori di aiutarci in quest’opera di sensibilizzazione dei comandanti dei pescherecci, ovviamente ai quali loro hanno affidato la responsabilità delle unità che come visto poi possono subire anche danni che ricadono poi anche economicamente sugli armatori e sui proprietari».

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