Per coloro che “speravano”, legandosi alle parole, che le dichiarazioni sul doppio forno Stellantis allo stabilimento di Termoli, quello legato sì alla ipotetica (ormai) realizzazione della Gigafactory con Acc, ma tenendo pronta la produzione endotermica laddove servisse, altre parole, quelle rilasciate da Jean-Philippe Imparato ad Automotive News, dipingono un quadro che fa davvero il paio con il cielo di questi giorni: «Dobbiamo raggiungere il 24% di auto elettriche vendute sul totale e già dal 1° novembre siamo pronti a ridurre la produzione di quelle a combustione». Ciò significa che per riequilibrare il parco veicoli in produzione occorrerà tagliare le linee di motori benzina e diesel e questo è una ulteriore mannaia in prospettiva su tutte le meccaniche coinvolte, Termoli non ne sarebbe immune e se oggi già la cassa integrazione intervalla i cicli di lavorazione e montaggio, immaginiamo che il calo sarà strategico e strutturale. La previsione è per le nuove norme che scatterebbero, scatteranno verosimilmente, dal primo gennaio, quelle che parte delle case automobilistiche europee vorrebbero dilatare nel tempo, con richiesta esplicita all’Unione europea e che, invece, Stellantis non sarebbe disposta alla proroga, perché impegnata a realizzare il programma “Dare Forward”, al cui interno c’è anche la Gigafactory di Termoli, che però non è confermata e non lo sarà fino alla prossima primavera. Così, nel limbo sull’elettrico e con l’Azienda pronta a tagliare la produzione di vetture con motore a combustione interna piuttosto che pagare le multe imposte dallo sforamento dei limiti alle emissioni di CO2, imposti dalla normativa comunitaria, si prospetterebbe un 2025 lacrime e sangue per chi sforna motori a benzina, come in viale Giovanni Agnelli. Il manager è uno di colori che hanno ricevuto responsabilità importanti appena dieci giorni fa; Imparato ha assunto la carica di direttore operativo (chief operating officer) della regione globale Enlarged Europe.

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