Si allunga il periodo di produzione carente in viale Giovanni Agnelli. Stellantis ha fatto richiesta cautelativa di intervento del trattamento ordinario di integrazione salariale (Cigo), nel periodo dal 25 novembre al 1° dicembre 2024. Sospensione cautelativa della produzione per tutta l’unità motori Fire e ⁠per gli addetti e collegati al flusso produttivo del motore Gse. Intanto, sale la tensione a livello politico (e non solo) sulla vertenza Stellantis. Il presidente John Elkann elude l’invito del Parlamento, a presentarsi in audizione, formulato dopo l’incontro con Carlos Tavares e arrivano giudizi molto critici sul “gran rifiuto”. Il presidente di Stellantis John Elkann ha scritto una lettera al presidente della Commissione attività produttive della Camera, il leghista Alberto Gusmeroli, per informarlo che non andrà in Parlamento, così come previsto, dopo l’intervento dell’11 ottobre scorso dell’ad Carlos Tavares, per essere ascoltato dai parlamentari della decima commissione sulla situazione dell’automotive in Italia. Nella missiva Elkan ribadisce «La disponibilità a un dialogo franco e rispettoso. Stellantis prosegue le interlocuzioni con il ministero delle Imprese e del Made in Italy nell’ambito del tavolo di confronto istituito presso il dicastero, in attesa della convocazione ufficiale presso la presidenza del Consiglio. Non essendoci aggiornamenti dall’audizione dello scorso venerdì 11 ottobre da Lei stesso presieduta non abbiamo nulla da aggiungere rispetto a quanto già illustrato dall’amministratore delegato, ringrazio per l’attenzione che stanno dedicando al settore dell’automotive e alle sue evoluzioni in Italia, in Europa e nel mondo». Tra coloro che hanno commentato questa decisione c’è stato anche il senatore molisano Costanzo Della Porta. «La decisione del presidente di Stellantis, John Elkann, di non riferire in Parlamento sulla situazione aziendale è un atto offensivo ed irrispettoso sia delle istituzioni che dell’intera Nazione. E non basta nemmeno la disponibilità ad un dialogo ‘franco e rispettoso’, perché quello che dovrebbe fare Elkann è mettersi a disposizione per fare finalmente chiarezza su una situazione che interessa migliaia di lavoratori e le loro famiglie e decine di stabilimenti, tra i quali quello di Termoli. Non può fuggire dalle sue responsabilità».

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