Nell’aula di Palazzo Madama, giovedì scorso, il ministro Adolfo Urso ha annunciato la convocazione di un tavolo Stellantis per dopodomani. Ma quali sono le aspettative delle parti sociali e di conseguenza dei lavoratori? Il titolare del Mimit ha ribadito che nell’occasione si attendono risposte dall’azienda sulla sorte di stabilimento e lavoratori.
Per il segretario interregionale della Fim-Cisl, Marco Laviano, «E’ inutile continuare a speculare su una vertenza quella di Stellantis ormai arrivata ad un bivio da dentro o fuori. Dal tavolo convocato per il giorno 14 novembre tutti noi lavoratori e rappresentanti sindacali ci aspettiamo risposte concrete, ma non deve aspettarselo il Ministero, è incomprensibile, il Mimit dovrebbe darle insieme a Stellantis e a tutta la filiera legata all’auto. Troppo tempo si è perso dietro al rimbalzo delle responsabilità. Lo sciopero nazionale del 18 ottobre ha indicato una via, ha fatto specifiche richieste tanto a Stellantis quanto al ministero e soprattutto a un governo che oggi invece di promuovere il rilancio industriale pensa a togliere fondi al più grande valore aggiunto della nostra economia, il settore industriale dell’auto. Oggi Termoli sta rispettando i tanto amati piani industriali di Stellantis, ha da poco chiuso il reparto cambi e per il 2025 a causa di normative antinquinamento chiuderà quello legato allo storico Fire. I prodotti Made in Termoli per scelte industriali del gruppo e non di mercato vedono scendere sempre più le proprie produzioni ormai i motori GME GSE e V6 sono destinati a pochi modelli, e non saturano la piena occupazione. La scelta di puntare forte sui motori Psa sa tanto di scelta nazionalistica, a discapito di un impoverimento generale delle produzioni auto in Italia. Il famoso paracadute chiamato Gigafactory che doveva salvare le produzioni auto in Italia e rilanciare l’industria oggi è sempre messo più in discussione e nessuno che provi a smentire le preoccupazioni generali di una popolazione che vive alla giornata. Una sola via, il piano industriale c’è, a detta di Stellantis, e che venga rispettato, si definisca la costruzione della Gigafactory nonostante le incertezze dei mercati. E pretendiamo che le produzioni di motori continuino fino a che tutto il bacino occupazionale sarà messo al sicuro. La Regione alleata in questo momento sia più incisiva, serve un piano straordinario di sostegno al reddito per i lavoratori, e di investimenti strutturali a favore delle aziende e che portano avanti un piano di riconversione a favore della transizione. Ma le responsabilità maggiori oggi, e lo diciamo già da ora sono tutte di chi ci rappresenta in Italia quanto in Europa. Responsabilità sociali e responsabilità di scelte industriali».