In attesa che la disputa sui vicepresidenti approdi a conclusione, per far entrare in funzione la nuova Commissione europea, su uno dei dossier più vivaci, quello della pesca, si muovono le associazioni di categoria del comparto ittico. Federpesca chiede di rafforzare il ruolo dell’Italia nell’Unione europea per difendere il settore. «In merito alle tensioni degli ultimi giorni relative alle nomine all’interno della Commissione Europea, vogliamo ribadire come sia fondamentale garantire e difendere una forte rappresentanza dell’Italia in seno alla Commissione che, soprattutto nell’ambito delle politiche agroalimentari e della pesca, potrà fare la differenza, nella tutela di un settore primario fondamentale che garantisce prodotti sostenibili e di qualità sulle tavole dei cittadini europei, nella difesa delle specificità della pesca nel Mediterraneo e assicurando che a fianco alla sostenibilità ambientale, al centro delle politiche europee, siano garantite la sostenibilità sociale ed economica di un settore che ha quanto mai bisogno di essere salvaguardato e messo nelle condizioni di lavorare in sicurezza. Per questo auspichiamo che l’Italia possa essere rappresentata tra i Vicepresidenti della Commissione Europea», così in una nota la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca. Inoltre, altre associazioni nazionali si rivolgono al Governo e al Parlamento Sono solo sei le proposte che le Associazioni nazionali cooperative e armatoriali della pesca inviano al Masaf e al Parlamento, chiedendo attenzione, nell’iter di approvazione del ddl bilancio 2025, per un settore colpito da diverse emergenze ambientali (granchio blu e altre specie aliene, mucillagini, morie a seguito alluvioni e riscaldamento acque) e da normative europee che ne hanno ridotto operatività e redditività: 1) Eliminazione del “ticket licenziamento” NASpI nei casi in cui lo sbarco non dipenda dalla volontà dell’armatore ma dal codice della navigazione 2) Mantenimento dell’iscrizione nei regimi previdenziali di appartenenza per i pescatori che nelle zone colpite dal granchio blu non riescono a pescare molluschi in maniera esclusiva o prevalente 3) Abbassamento dell’Iva per le ostriche (di cui l’allevamento è in crescita quale diversificazione delle produzioni di vongole e cozze colpite dal granchio blu) dal 22 al 10% 4) Sospensione dei termini tributari e contributivi per i soggetti operanti nelle zone colpite dall’emergenza granchio blu 5) Proroga Durc e Durf al 31/12/2025 6) Rifinanziamento dell’annualità del Programma Triennale della Pesca e dell’Acquacoltura. “In considerazione del quadro di difficile congiuntura e con senso di responsabilità abbiamo ritenuto di avanzare, con le Associazioni armatoriali, poche proposte essenziali per fare fronte alle emergenze e mantenere le attività indispensabili dell’unico strumento di programmazione del settore – affermano Agci Agrital, Confcooperative Fedagripesca e Legacoop Agroalimentare anche se la pesca italiana richiederebbe ben altri interventi di sostegno – ci auguriamo – concludono le Associazioni – che Governo e Parlamento trovino le risposte giuste anche per la pesca, più volte riconosciuta negli ultimi anni quale importante componente della nostra economia, cultura ed alimentazione in tante occasioni locali e nazionali, e traducano nel concreto sia in Italia che a Bruxelles questa buona considerazione».