Soffrono quasi tutte le aree produttive dello stabilimento Stellantis, anche a causa dei problemi a cascata che derivano da stabilimenti di carrozzeria come Cassino e Pomigliano, dove si ferma l’attività a fine novembre. Soffrono a tal punto che si rende inevitabile ricorrere alla cassa integrazione. A darne notizia, in modo laconico, i sindacati che partecipano al consiglio di fabbrica: «Si è riunito nella mattinata di ieri il comitato esecutivo di stabilimento. L’azienda ci comunicato la richiesta di cassa integrazione dal 16 al 22 dicembre 2024 per le aree Gse e V6. Dal 2 dicembre al 13 dicembre l’unità produttiva Fire lavorerà sia montaggio che lavorazione su un turno unico. Il personale necessario verrà contattato dal proprio responsabile di Ute. Inoltre, il 2 e 3 gennaio 2025 nelle aree Fire, Gse, V6 ci sarà chiusura con utilizzo di Par collettivi. Nota a margine, sul ‘Bonus Natale’ la prossima settimana l’azienda fornirà un link a cui accedere per poter effettuare la richiesta. Nella giornata di oggi l’azienda informerà in merito alla fermata di venerdì 22 novembre e di tutta la prossima settimana presso l’unità Gse. In merito anche Stellantis ha diffuso una nota ufficiale: «Stellantis ha oggi comunicato alle organizzazioni sindacali dello stabilimento di Termoli la richiesta di cassa integrazione dal 16 al 22 dicembre per le linee produttive dei motori GSE e V6. Questa misura è necessaria per adeguare la produzione alle attuali condizioni di mercato, soprattutto perché strettamente legata alle temporanee sospensioni produttive dei modelli negli impianti di Pomigliano e di Cassino, e per garantire una gestione efficiente delle risorse. Siamo determinati a garantire la continuità dei nostri impianti e delle attività in questo momento complicato e continuiamo a supportare tutti i nostri colleghi e colleghe in questa fase. Si tratta di un percorso impegnativo, che comporta scelte complesse e non offre soluzioni immediate, ma richiede unità d’intenti e visione per accompagnare questa grande azienda, insieme a tutti i suoi dipendenti, nel futuro». Una deriva che ha convinto, non solo per il Termoli Plant, è evidente, ma per l’intera rete degli insediamenti italiani, i sindacati confederali a chiedere con urgenza un tavolo automotive a Palazzo Chigi. I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, hanno inviato nel pomeriggio di mercoledì 20 novembre una lettera (che trovate allegata) alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Sottosegretario Alfredo Mantovano, ribadendo la necessità di convocare il Tavolo del settore Automotive alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. «L’attuale situazione di stallo nel confronto al Mimit, il taglio di risorse pubbliche e la mancata presenza dei vertici di Stellantis, richiedono l’assunzione di una responsabilità non più rinviabile dopo lo sciopero e la manifestazione nazionale dei lavoratori del settore auto ‒ scrivono i tre segretari generali a sostegno della richiesta di convocazione, concludendo che ‒in assenza di un riscontro positivo ci vedremo costretti all’auto-convocazione con i lavoratori del settore presso Palazzo Chigi».