Il mandato di Carlos Tavares era ormai segnato, dalla scadenza, col bilancio 2025 da approvare entro i primi mesi del 2026, e dalle polemiche. Perché i risultati degli ultimi mesi, con vendite tracollate nei mercati strategici di Europa e Nordamerica, unite alle polemiche sollevate con le istituzioni, specie in Italia, dopo il confronto arcigno dell’11 ottobre in Parlamento, hanno accelerato gli eventi e così, nella prima domenica di dicembre, all’ora di cena, Stellantis annuncia che il Consiglio di Amministrazione, riunitosi oggi sotto la presidenza di John Elkann, ha accettato le dimissioni di Carlos Tavares dalla carica di Chief Executive Officer con effetto immediato. «Il processo per la nomina di un nuovo Ceo permanente è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio, e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo Comitato Esecutivo presieduto da John Elkann. Stellantis conferma la guidance presentata alla comunità finanziaria il 31 ottobre 2024 in relazione ai risultati dell’intero anno 2024». Il Senior Independent Director di Stellantis, Henri de Castries, ha commentato: «Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra gli azionisti di riferimento, il Consiglio e il Ceo. Tuttavia, nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il Consiglio e il Ceo alla decisione». Il presidente John Elkann ha dichiarato: «Siamo grati a Carlos per il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di Psa e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore. Intendo mettermi subito al lavoro con il nostro nuovo Comitato Esecutivo ad interim, con il supporto di tutti i nostri colleghi di Stellantis, mentre completiamo il processo di nomina del nuovo Ceo. Insieme garantiremo la puntuale attuazione della strategia della Società nell’interesse di lungo termine di Stellantis e di tutti i suoi stakeholders». A Tavares è legato il progetto di transizione ecologica, chiamato Dare Forward, che si basa sulle 5 Gigafactory, di cui 3 in Europa e una a Termoli, su cui però si è frenato negli ultimi sei mesi. Per questo, considerando anche l’impasse produttiva, coi volumi al minimo e tanta cassa integrazione, in via Giovanni Agnelli (o contrada Rivolta del Re, per chi è legato al vecchio nome) questa dipartita manageriale non dispiace affatto. Intanto, il ministro Urso, che poco feeling aveva maturato con Tavares, ha sentito telefonicamente ieri sera John Elkann e Stellantis ha confermato la presenza al tavolo del 17 dicembre, dove interverrà il neo capo dell’Emea, Imparato. Per Marco Laviano: «Le dimissioni di Tavares o l’esser stato sollevato in maniera implicita dall’incarico è difatti una situazione che prevedevo già da qualche mese, non sono affatto sorpreso. È quello che tutti un po’ si aspettavano, e volevano, ed è quello che da tempo sembrava dover esser l’unica soluzione in casa Stellantis per provare a cambiare le sorti di un gruppo che nonostante gli utili stava fallendo le strategie di mercato e le scelte industriali. Non saprei dire ora se questo rappresenta un passo cruciale verso il rilancio, Tavares aveva delle missioni era, si, il Ceo di Stellantis ma sicuramente parlava ed agiva a nome di tutto il Cda. I problemi resteranno, la Exor resta la parte più importante del gruppo, ma non dimentichiamo che nelle percentuali dei dividendi c’è sempre lo stato Francese. Il problema vero resta, la strategia industriale se cambiata ora diventa un doppio fallimento, migliaia di posti di lavoro già persi in questi anni, relazioni politico sociali ormai azzerate, rapporto con i fornitori pressoché nullo. Si deve trovare il coraggio di andare avanti, confermare gli investimenti e correre il rischio di impresa, correggendo alcune scelte, un settore dell’auto così in crisi di idee, di vendite, di strategie paralizza tutti i mercati. Ma se guardiamo alle economie occidentali ed orientali ci rendiamo conto di quanto è stato sbagliato negli ultimi anni, avevamo record produttivi di auto in Europa, oggi invece è la Cina ad avere il primato decuplicando le proprie produzioni, segno che non è il mercato, ma come si lo fa. Questa notizia di Tavares, però non aiuterà il gruppo ad avere rapide risposte, purtroppo ci attende un periodo di incertezze aggiunte. C’è una corsa a cercare i colpevoli, lo dico da tempo inutile puntare il dito contro tutti, servono responsabilità comuni. Il governo continua ad esser assente così come lo è stato Tavares, il ministro Urso prova a mettere pezze ovunque dicendo che si deve cambiare, indicando ma senza nel merito dicendo con quali mezzi, come Fim-Cisl, lo diciamo ormai da anni, serve un vero accordo di sviluppo messo nero su bianco. Non vogliamo arrivare tardi all’appuntamento della transizione, ma così ci arriviamo in ritardo e con “la macchina” Industria a pezzi. Che il cambio del Ceo, sia una possibilità di cambiare interlocutore, serve una persona di vedute e capace nelle relazioni ma soprattutto capace di riportare a tutto il consiglio di amministrazione anche idee contrastanti che vadano però in prospettiva per il futuro del settore auto, noi continueremo a fare pressioni, basta scelte di sacrifici. Non si può più cedere nulla senza avere certezze industriali». Francesco Guida (Uilm) ritiene che le dimissioni di Tavares non cancellino l’incertezza lasciata nelle fabbriche italiane. «La notizia delle dimissioni di Carlos Tavares da amministratore delegato di Stellantis non lascia certo spazio a nostalgie. Durante il suo mandato, il gruppo ha vissuto una profonda ristrutturazione che, purtroppo, ha avuto un impatto devastante sull’occupazione in Italia e per intere comunità. Migliaia di posti di lavoro sono stati cancellati, lasciando dietro di sé un clima d’incertezza che oggi pesa come un macigno su tutti gli stabilimenti del Paese. A Termoli, in particolare, la situazione è emblematica. Il progetto della Gigafactory, che inizialmente aveva acceso le speranze di rilancio per il territorio, è oggi un progetto in stand-by, avvolto da dubbi e promesse non mantenute. La nostra comunità, fatta di lavoratori competenti e famiglie che hanno contribuito per decenni al successo di questo stabilimento, si ritrova oggi priva di una visione chiara del futuro. Come Uilm, chiediamo che il cambio al vertice di Stellantis non diventi solo un passaggio formale, ma rappresenti un’occasione per avviare una nuova fase di confronto e dialogo con i sindacati. È necessario invertire la rotta, valorizzare le competenze e garantire un futuro certo e stabile ai lavoratori. Il tempo delle promesse mancate e delle scelte unilaterali deve finire. Le fabbriche italiane, e Termoli in particolare, meritano un rilancio concreto e una visione strategica che metta al centro le persone e il lavoro». «In Molise, senza dubbio, nessuno verserà una lacrima per le dimissioni di Carlo Tavares. L’uomo del grande bluff, che ha illuso tante famiglie di lavoratori, ora getta la spugna mentre su Stellantis si addensano nuvole sempre più nere. Il futuro dell’ormai ex manager comunque è al sicuro, mentre quello di migliaia di operai è sempre più precario e incerto, ma le sue dimissioni aprono un ulteriore vuoto che può essere colmato soltanto dalla Politica con la P maiuscola. In questo caos, governo nazionale e regionale devono prendere una volta per tutte in mano la situazione, dominare e non subire gli eventi e soprattutto dimostrare con i fatti di essere dalla parte del territorio e dei lavoratori. Così come non ci sono più alibi per la nostra delegazione parlamentare, che ha il dovere di difendere fino in fondo e senza remore Termoli, la sua storia e il suo avvenire. Sinistra Italiana c’è e continuerà a fare la sua parte lottando al fianco degli operai». Lo dichiara in una nota il segretario regionale di SI, Vincenzo Notarangelo. Infine, dopodomani, mercoledì 4 dicembre, alle ore 10.30, al Museo Porta della terra, in piazza San Vitale a San Salvo (Ch), si terrà la conferenza stampa “Costituzione del coordinamento interregionale sull’automotive Abruzzo e Molise”. Parteciperanno: Carmine Ranieri, segretario generale Cgil Abruzzo Molise, Giovanni Notaro, segretario generale Cisl Abruzzo Molise, Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo, Tecla Boccardo, segretaria generale Uil Molise, e le federazioni di categoria interessate al comparto automotive.