Non ci sono certezze sulla Gigafactory di Termoli, sostanzialmente Stellantis conferma il piano industriale, ma non sposta un millimetro in direzione dello stabilimento molisano, che resta uno dei punti oscuri del tavolo di ieri al Mimit, al quale ha preso parte anche il governatore Francesco Roberti. Dunque, il barometro produttivo-occupazionale di Stellantis non muta al bello, almeno per quello che riguarda lo stabilimento di Termoli, dove l’ipotesi progettuale di realizzazione della Gigafactory resta in piedi, ma ancora in corso di valutazione. Nelle parole del capo azienda europeo Jean Philippe Imparato la conferma di una posizione transitiva, speculare a quella che l’Acc – joint venture con cui il programma delle batterie elettriche è stato avviato – ha dichiarato dopo l’annuncio dell’investimento di Stellantis in Spagna. Insomma, si resta alla finestra e senza i fondi del Pnrr che erano stati prima stanziati e poi revocati a seguito del congelamento del piano. Troppo poco per rasserenare gli animi dei duemila occupati stretti tra contratto di solidarietà e cassa integrazione. Più dettagli, invece, sulla road map dell’ex Sevel. In ogni caso, focus molto più orientato a stabilire cosa accadrà nelle “carrozzerie”, piuttosto che nelle “meccaniche”, come Termoli, appunto, e Pratola Serra. «Il treno della storia non si ferma due volte. Il tempo è venuto per noi, Stellantis, di fare squadra con l’Italia per affrontare le sfide esistenziali che affrontiamo e sottovalutate da alcuni in Europa. Lo farò direttamente, concretamente. Odio le promesse non mantenute e non voglio essere smentito dai fatti. Quindi ci metto la faccia». Le parole di Jean Philippe Imparato, Responsabile europeo di Stellantis, in apertura del Tavolo Stellantis in corso al Mimit. «Tutti gli stabilimenti italiani rimarranno attivi: e già dal 2026 la capacità produttiva crescerà grazie ai nuovi modelli. L’azienda sostiene con un finanziamento (come principale contributore) la joint venture Acc, la quale resta aperta a studiare la realizzazione della Gigafactory a Termoli in base all’evoluzione delle tecnologie e in considerazione del mercato e della competitività dei fattori abilitanti del sistema Paese. Sullo stabilimento ex Sevel di Atessa, «Elettrico (da fine 2024); CustomFit (50% business). E’ il programma di conversione e personalizzazione della produzione di veicoli elettrici; novità dal 2027, una nuova versione di Large Van appositamente studiata per la massima competitività nei confronti della concorrenza asiatica. Questi i messaggi finali dell’intervento di Imparato: «Il piano di Stellantis non prevede aiuti pubblici: tutti gli investimenti sono finanziati con risorse proprie; forte impegno in Italia: 2 miliardi di investimenti nel solo 2025 (+ 6 miliardi di acquisti da fornitori che operano in Italia); Stellantis è il gruppo industriale che ha investito di più in Italia: 10 miliardi nel 2021-2025, che salgono a 40 miliardi considerati anche gli acquisti da fornitori operanti nel Paese; ogni stabilimento ha un piano di produzione di modelli che coprono i prossimi anni e arrivano al 2032. E’ confermato il ruolo centrale di Torino: Mirafiori sarà sede della regione Enlarged Europe, centro globale della divisione veicoli commerciali, al momento unico sito al mondo per i test di sviluppo delle batterie elettriche e hub produttivo della nuova generazione della 500 ibrida e della futura 500 elettrica». I commentatori a livello nazionale non hanno giudicato affatto positivamente questo attendismo, anche perché il nodo Gigafactory è cruciale per stabilire quelle che saranno le strategie sul futuro, nel dare attuazione al programma di Tavares “Dare Forward”.
Il presidente della Giunta regionale del Molise, Francesco Roberti, e l’assessore alle Attività Produttive, Andrea Di Lucente, hanno partecipato, a Roma, al tavolo sulla vertenza Stellantis, convocato dal Ministro Adolfo Urso, con cui il Presidente Roberti aveva già avuto modo di confrontarsi qualche giorno fa, così come lo stesso Presidente, sabato scorso, aveva avuto modo di interfacciarsi in call conference con Jean-Philippe Imparato (responsabile di Stellantis per l’Europa), il quale già in quell’occasione, conoscitiva tra le parti, aveva assicurato l’impegno per Termoli, attendendo nuovi sviluppi da parte di Acc relativamente alla produzione da sviluppare. Come già anticipato lo scorso mese di ottobre, nel corso del primo semestre del 2025, Acc diramerà il piano industriale per lo sviluppo del prototipo di batterie per grandi modelli di auto; nel frattempo, in questa fase di transizione, Stellantis continuerà, fino al 2026, a produrre i motori endotermici.Riguardo Termoli e la Gigafactory di Acc, infatti, Stellantis ha ribadito il suo impegno nel sostegno finanziario della joint venture, che comunicherà il suo piano nel 2025 e che resta aperta a studiare la realizzazione della Gigafactory in base all’evoluzione delle tecnologie e in considerazione del mercato e della competitività dei fattori abilitanti del sistema Paese. «Stellantis ha ribadito la volontà di continuare a investire negli stabilimenti italiani e il Governo di supportare il settore dell’automotive. A Termoli, dove proseguirà la produzione dei motori endotermici fino al 2026, attendiamo i prossimi mesi, quando sarà presentato il nuovo piano industriale, finalizzato alla continuità della produzione industriale. Noi continueremo a tenere alta l’attenzione sia nei confronti del Governo, col quale c’è grande apertura e sintonia, sia rispetto a Stellantis, perché questo percorso teso a preservare il settore dell’automotive è indispensabile per il tessuto economico, produttivo e in termini di posti di lavoro. Per questo motivo continueremo a monitorare quanto dichiarato da Stellantis e, altresì, col Ministro Urso ci siamo riaggiornati, nelle prossime settimane, sulla convocazione di un tavolo relativo ad Acc», ha affermato Roberti. «Inoltre, dopo la call conference con Jean-Philippe Imparato – ha concluso Roberti – si è instaurato un rapporto differente rispetto al passato, improntato sul confronto, di apertura e di maggiori garanzie per tutto l’indotto”. In ogni caso, per il ministro Urso: «Un Piano Italia che pone il nostro Paese al centro delle strategie di Stellantis, attraverso l’aumento dei modelli in produzione, elettrici e ibridi, e la salvaguardia dei livelli occupazionali, in linea con gli investimenti produttivi e avviando processi di inserimento, aggiornamento e riqualificazione delle persone del Gruppo». Hanno partecipato anche il Ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, i rappresentanti delle Regioni in cui insistono stabilimenti del Gruppo, dell’Anfia e dei sindacati. Presentando il Piano, Stellantis ha ribadito la centralità dell’Italia, mantenendo in attività tutti i siti nel Paese e confermando gli investimenti che Stellantis effettuerà in Italia: per il 2025 sono previsti circa 2 miliardi di euro di investimenti negli stabilimenti e 6 miliardi di euro nello stesso periodo in acquisti da fornitori operanti in Italia. Il Gruppo, pur in un momento di crescenti difficoltà del settore automotive nel mondo, ha ribadito di voler portare avanti il proprio piano industriale in Italia con risorse proprie, senza qualsiasi forma di incentivo pubblico alla produzione. Sarà data priorità alla competitività della filiera produttiva, per la cui valorizzazione, diversificazione e riconversione l’azienda si è detta disponibile a collaborare costruttivamente assieme ad Anfia e alle istituzioni. «Riguardo Termoli e la Gigafactory di Acc, Stellantis ha ribadito il suo impegno nel sostegno finanziario della joint venture, che comunicherà il suo piano nel 2025 e che resta aperta a studiare la realizzazione della Gigafactory in base all’evoluzione delle tecnologie e in considerazione del mercato e della competitività dei fattori abilitanti del sistema Paese. In ambito europeo l’azienda parteciperà ad Acea, che ritiene il foro più adeguato a promuovere il dialogo con tutti gli stakeholders al fine di contribuire a dar vita, assieme alle istituzioni ed alle forze sociali e produttive nazionali ed europee, ad un vero piano automotive su scala continentale in linea anche con quanto tracciato dal “non paper” del governo italiano». Il “non paper”, sottolinea la necessità di una valutazione anticipata del regolamento europeo sui veicoli leggeri al 2025».