Torna in auge la vertenza Vibac. L’azienda, lo scorso 19 dicembre, ha inoltrato una nuova richiesta alla Regione Molise e alle parti sociali, oltre che al Ministero del Lavoro per conoscenza, sulla procedura di licenziamento collettivo del 7 novembre scorso. «Facciamo seguito agli incontri in via telematica del 6 e 18 dicembre svolti nell’ambito dell’esame congiunto per comunicare alla Regione Molise il mancato accordo, in quanto dalle parti sindacali sono stati richiesti ulteriori approfondimenti da effettuare con il coinvolgimento della Regione Molise, fermo restando quanto previsto al punto 9 dell’accordo quadro del primo giugno 2024». La Vibac Spa ha richiesto una convocazione per l’espletamento della fase amministrativa dell’esame congiunto da effettuarsi nei più brevi termini. Così è giunta la convocazione per dopodomani.
Il dirigente Vincenzo Rossi, nero su bianco, ha così proceduto: «In riferimento alla richiesta in oggetto avanzata dalla VIBAC SPA, si invitano le parti in indirizzo a partecipare all’espletamento dell’esame congiunto che si terrà alle ore 10.30 di martedì 14 gennaio 2024 presso Palazzo Vitale – sede della Giunta regionale – in via Genova n. 11 Campobasso. È stata prevista la possibilità, per chi non possa essere presente di persona, di partecipare a distanza in modalità videoconferenza».
Il punto 9 richiamato dalla Vibac recisa che «Vibac spa si riserva di aprire una nuova procedura di licenziamenti collettivi a partire dal 21 ottobre 2024, per il licenziamento dei restanti dipendenti in esubero, qualora il numero dei lavoratori occupati alla data risultasse ancora superiore a 80, da determinarsi con l’applicazione dei criteri di scelta secondo la legge 223 del 1991, salvo quanto previsto alla successiva lettera b, contenente anche il criterio della non opposizione al licenziamento. Le parti convengono di concludere con un accordo la suddetta procedura, nell’ambito della quale avrà corso il confronto nel rispetto dei termini della legge n. 223, a condizione che lo stesso contenga le seguenti condizioni: l’azienda garantisce il mantenimento di almeno 80 occupati nello stabilimento; incentivo all’esodo di 15mila euro lordi per coloro i quali comunicheranno la propria non opposizione al licenziamento, entro il termine del 30.12.2024 e sottoscriveranno un verbale di conciliazione ex articolo 411 del codice di procedura civile, in sede sindacale, che contenga la rinuncia a impugnare il licenziamento stesso, nonché una liberatoria ‘tombale’. Resta inteso che le cessazioni di cui alla precedente lettera b dovranno essere compatibili con le esigenze tecnico-produttive e commerciali della Vibac spa.
La cassa integrazione straordinaria di 6 mesi è terminata ieri 10 gennaio. La procedura prevede 49 esuberi, più 11 lavoratori che hanno aderito volontariamente alla prima procedura che si è chiusa a ottobre 2024. Iter che si deve chiudere entro massimo 75 giorni dall’avvio della procedura di licenziamento da parte dell’azienda. Nei primi 45 giorni tutti i sindacati hanno formalizzato il mancato accordo per procedere ai licenziamenti. Da quel mancato accordo la fase passa con la partecipazione della regione Molise entro i 30 giorni successivi. Ora, al tavolo, si vaglieranno teoricamente possibilità alternative ai licenziamenti, che non ci saranno perché gli ammortizzatori sociali sono terminati. Quindi all’orizzonte si deciderà solo se c’è accordo o non accordo tra le parti per la procedura di licenziamenti. In mancanza di accordo con le parti sociali l’azienda può comunque procedere con i licenziamenti, ma con un costo economico maggiore per ogni lavoratore che licenzia.
Infine, potrebbe esserci anche qualche licenziamento impugnato. La situazione resta spinosa.