Aspetti religiosi e logistici, quelli messi a fuoco ieri mattina, nella sala Ecclesia Mater, nella sede episcopale della diocesi di Termoli-Larino. L’amministratore diocesano e vescovo uscente, monsignor Gianfranco De Luca, assieme al cancelliere vescovile, monsignor Antonio Sabetta, hanno illustrato i contenuti della cerimonia che sabato prossimo, 22 febbraio, vedrà l’insediamento del nuovo presule, monsignor Claudio Palumbo, proveniente della diocesi di Trivento. Monsignor Palumbo verrà accolto alla marina di Montenero, con le forze dell’ordine a condurre la staffetta, fatta anche di amministratori e parroci, verso la città di Termoli. Ci saranno alcuni nunzi apostolici e ben undici vescovi, per una cerimonia che si annuncia davvero imponente. Ingresso in cattedrale, con accoglienza su via Roma, poi messa alla chiesa di San Francesco, dove sono attese mille persone.
«Siamo pronti, ci siamo preparati spiritualmente. Prima di tutto nella preghiera e anche da un punto di vista organizzativo – ha riferito il vescovo De Luca – è un evento importante per la nostra comunità, ma soprattutto per la nostra chiesa perché è il manifestarsi della cattolicità della chiesa e questo verrà sottolineato anche da una presenza notevole. I vescovi formano con il Papa il collegio apostolico; garantiscono quella dimensione fondamentale e fondante, vissuta nella comunione. Un ingresso che viviamo nella trepidazione, pregando per Papa Francesco. Il Pontefice è un dono unico, è il dono di Dio per la chiesa di oggi. Dobbiamo confidare nel Signore, è a lui che l’affidiamo. Anche varie parrocchie si sono mosse già nel programmare o nel vivere la preghiera speciale specifica per Papa Francesco».
Monsignor Antonio Sabetta ribadisce che «Da un mese e più a questa parte stiamo mettendo in piedi la macchina organizzativa, pur cercando di renderla la più snella possibile, è inevitabile che sono coinvolte tante realtà, tante autorità, due momenti distinti, perché l’insediamento canonico in cattedrale e la celebrazione eucaristica a San Francesco. C’è stata molta risposta da parte delle autorità, da parte dei vescovi; il popolo di Dio che vuole essere presente. Speriamo sia una bella celebrazione, pregata e vissuta nel modo giusto. Come d’antica tradizione il vescovo viene accolto quando entra nel territorio diocesano e quindi da lì in poi lo accompagneremo fino all’ingresso del paese vecchio di Termoli, dove ci saranno il sindaco, il prefetto, il presidente della Regione, della Provincia, coi sindaci e il popolo di Dio, ovviamente. Dopo si andrà dalla cattedrale a San Francesco, scelta condivisa anche con la Santa Sede, perché di per sé il rito prevede l’insediamento come primo momento della celebrazione eucaristica. Ma per ragioni logistiche e per permettere a quante più persone possibili di partecipare vivremo la messa insieme a San Francesco dove gli spazi sono molto più ampi e dovremmo abbandonare la bellezza della Cattedrale e piegarci diciamo così al rispetto di esigenze logistiche che permetteranno almeno a mille persone di essere presenti all’evento, poi il giorno dopo ci sarà la celebrazione alla concattedrale di Larino. Prima un momento di visita all’hospice, agli ammalati e sarà poi accolto dal sindaco e dalla comunità pastorale per la celebrazione nella concattedrale».

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