Se c’è una cosa che abbiamo imparato è che nel mondo dell’automotive, e in quello Stellantis, in particolare, perché ci appartiene di più, rispetto ad altri, tutto è in divenire.
Le chiamano montagne russe, perché annunci e disillusioni, picchi produttivi e cassa integrazione, si alternano con una frequenza a dir poco assidua.
Lo stabilimento di Termoli, nella giornata di ieri, ha incassato la visita di Arnaud Deboeuf, Chief Manufacturing Officer di Stellantis.
Una visita definita di routine dalla società multinazionale, che ha seguito quella nello stabilimento Sevel del giorno precedente. Tuttavia, al netto di questa precisazione, qualcosa starebbe bollendo nella pentola di viale Giovanni Agnelli (ex Rivolta del Re), e di positivo, almeno a seguire quelle che sono le indiscrezioni di fabbrica.
Attualmente lo stabilimento di Termoli produce motori per diversi siti italiani, come Pomigliano, Melfi, Mirafiori e Cassino, e una parte significativa viene esportata all’estero, in paesi come Turchia, Brasile e America. La produzione si concentra su motori a benzina montati su piattaforme di categoria “small” e “medium”. Tuttavia, negli ultimi mesi si è diffusa la preoccupazione per un possibile ridimensionamento, aggravata dall’imminente chiusura della produzione del motore Fire.
Da tempo si attende la riconversione dello stabilimento per la produzione di batterie, mentre è stata annunciata per il 2026 l’installazione di una linea dedicata ai cambi eDCT, destinati esclusivamente a veicoli ibridi. Questo, però, non sembra sufficiente a garantire un futuro stabile ai circa 2000 dipendenti. Alcuni sindacati, come la Fim-Cisl (ricordiamo che in passato avevamo parlato con il suo segretario), continuano a chiedere che Termoli torni a essere strategica per la produzione di motori.
I motori Gse, nella versione N3 1.0 e T4 1.5 benzina, oggi concorrenti diretti del motore Psa PureTech, rappresentano un’opportunità concreta. Oltre a essere performanti e sostenibili, risultano particolarmente adatti al processo di ibridizzazione. Potrebbero quindi consentire a Termoli di riconquistare un ruolo di primo piano nella produzione motoristica del gruppo, aprendo la possibilità a un equipaggiamento di modelli transalpini.
Ieri, la notizia di una visita da parte dei vertici di Stellantis accende una nuova speranza: spesso, l’attenzione della proprietà precede l’arrivo di nuovi progetti. L’auspicio è che questi possano dare respiro alle officine e garantire un futuro meno incerto per lo stabilimento e i suoi lavoratori.

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