Iscritti del Movimento 5 stelle di Termoli scrivono, attraverso il sito internet del movimento, a Beppe Grillo portando alla “luce” alcuni trascorsi del candidato sindaco di Termoli del movimento Nicola Di Michele, ispettore capo della Polizia penitenziaria di Larino per la sua presenza tra le forze di polizia al G8 di Genova. Gli stessi hanno sollevato dubbi sull’opportunità della candidatura di Di Michele.
“Come iscritta al M5stelle – scrive Paola Melis sul sito web – vi invito a riflettere sull’opportunità di candidare a sindaco Nicola Di Michele. Le notizie sul suo recente trascorso politico e lavorativo non ne fanno, secondo il mio parere, il candidato ideale”.
A sollevare le polemiche in città, gli esponenti di Rifondazione comunista che hanno interrotto il dialogo con il candidato dopo essere venuti a conoscenza di alcuni particolari del suo “curriculum”. Ma a destare le maggiori perplessità, la sua presunta presenza nella caserma di Bolzaneto dove ci furono le violenze nei confronti dei fermati durante il G8. Su quest’ultimo particolare, Di Michele non conferma e sottolinea di non rinunciare alla candidatura a sindaco di Termoli con il Movimento5 Stelle che, fino a questo momento, lo ha sostenuto e rinnovato la fiducia. Di Michele accusa Rifondazione di voler strumentalizzare alcuni suoi trascorsi e prosegue nella campagna elettorale.
“Nel 2001 – scrive Di Michele su Facebook – come poliziotto penitenziario obbedivo agli ordini perché era ed è il mio lavoro, fonte di reddito della mia famiglia. Non mi nascondo. Nella sede del Prc ho chiesto loro un confronto schietto e leale, loro non hanno accettato ed ora usano questa mia informazione come arma per denigrare la mia storia. Il mio passato è l’insieme di ciò che sono ora. Non ho mai usato violenza, non ho mai denigrato o tanto più tolto dignità ad un essere umano. Faccio un lavoro duro ma capisco i limiti tra l’essere un poliziotto e il non esserlo”.