Non ci sarà anche la beffa giudiziaria di una condanna perché ritenuta responsabile della morte del marito e di un altro membro dell’equipaggio del motopeschereccio ‘Sarago’ per la moglie di Fathi ‘Mbaya, il 44enne di origine magrebina inghiottito dal mare il 19 dicembre del 2011.

Un naufragio che segnò tutta la comunità adriatica, non solo quella marittima.

Oggi al tribunale di Larino la vedova del pescatore nordafricano, non più affiorato dalle acque dell’Adriatico, è stata assolta dall’accusa di omicidio colposo.

La donna era accusata di aver agevolato e consentito che l’imbarcazione prendesse il mare, in assenza del comandante e senza che i marinai, poi deceduti, avessero titoli abilitativi alla conduzione dell’imbarcazione.

Il difensore dell’imputata, Antonio De Michele, aveva chiesto la definizione del giudizio nelle forme dell’abbreviato. Il Giudice ha accolto le tesi della difesa, fatte proprie anche dal Pm Venturi, pronunciando l’assoluzione della imputata con la formula il fatto non sussiste.

Durante l’arringa il difensore ha sottolineato la natura del tutto particolare del processo, evidenziando come i protagonisti, da un lato l’imputato, dall’altro le vittime, costituivano esempi di integrazione sociale inter-etnica, come segnale di risposta a coloro  che ancora oggi avversano l’accoglienza dei migranti verso il nostro paese.

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