Presentato in piazza Duomo a Termoli, ieri sera, il trittico della giornata mondiale del rifugiato, con la presenza del vescovo Gianfranco De Luca, del sindaco Angelo Sbrocca, del direttore della Caritas diocesana don Marcello Paradiso e soprattutto con tanti immigrati che vedono nella permanenza in Molise e nel programma ‘Rifugio sicuro’ un appiglio per una migliore esistenza.
Il progetto Sprar, che vede unite le comunità termolese e quella di Ururi, va avanti ormai da alcuni anni, grazie alla disponibilità e alla generosità del territorio e anche per i fondi stanziati dal Viminale. Per il primo cittadino “è un evento molto importante, solo da pochi giorni mi sono insediato e ho sempre detto anche prima dell’insediamento da sindaco in municipio che i temi del sociale mi sono molto vicini e cari.
Il progetto per i rifugiati assieme ad altri progetti che il comune vorrà fare anche assieme al terzo settore vanno in questa precisa direzione. I rifugiati sono persone che hanno avuto grandi problemi nel loro paese di origine e noi abbiamo il dovere di ospitarli e far sì che si sentano a casa propria, una missione che tutela persone che sono lontane dagli affetti e per questo da me e da tutta l’amministrazione comunale di Termoli va un plauso alla Caritas, consapevoli che lo sforzo e l’impegno dovranno essere implementati”.
Una presa di posizione sicuramente ben accolta dal presule De Luca. “Anche Gesù e stato un rifugiato. Grazie alla sinergia tra comune e Caritas si è potuto attivare il primo progetto Sprar della nostra regione e questo è bello perché noi siamo sul mare, la vocazione di Termoli è di vivere questi primati come accoglienza per tutto il Molise, per dire che è il Molise che si apre a queste realtà. Sul nostro territorio ci sono insediamenti secolari dei paesi croati e arbereshe, c’è una tradizione che si rinnova sul fronte della storia. Il nostro primo dovere è quello di accogliere chi è in difficoltà”.