Il Comitato ‘Acqua Bene Comune’ a Termoli torna a farsi sentire e lo fa tramite un comunicato in cui sottolinea come ‘attraverso la famigerata coppia normativa, formata dal decreto ‘Sblocca Italia’ e dalla Legge di Stabilità, il governo Renzi stia tentando di portare un secondo scalpo al tavolo dei rigoristi europei e al banchetto dei grandi interessi finanziari: i servizi pubblici locali, a partire dall’acqua. Il disegno sotteso è quello di un processo di aggregazione/fusione che veda i quattro colossi multi-utility attuali – A2A, Iren, Hera e Acea (società presente a Termoli) – già collocati in Borsa, fare man bassa di tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici, divenendo gli unici campioni nazionali, finalmente in grado di competere sui mercati internazionali”.
“Dietro la propaganda della riduzione del carrozzone delle società partecipate e dei costi della ‘casta’ – problema reale, le cui soluzioni, se affidate ai cittadini e ai lavoratori dei servizi, andrebbero in direzione ostinata e contraria agli interessi delle lobby politico/finanziarie che dominano il paese- si cerca di mettere una pietra tombale sull’esito della straordinaria vittoria referendaria del giugno 2011 e sul suo profondo significato di pronunciamento di massa contro le politiche liberiste e di affermazione del nuovo paradigma dei beni comuni”.
“Con il decreto ‘Sblocca Italia’ – piano Trivelle e cementificazione devastante del paese, alla faccia delle lacrime di coccodrillo sul suo dissesto idrogeologico – vi sarà un unico soggetto gestore per Regione, e sarà giocoforza il pesce più grosso che annetterà tutti i pesci più piccoli. Rompendo definitivamente ogni legame con la territorialità dei servizi pubblici locali e la possibilità, se non di una gestione partecipativa, almeno di un controllo democratico affidato alle istituzioni locali. A Termoli, il consiglio comunale si è espresso contro l’ipotesi delle trivellazioni in Adriatico, che proprio lo ‘Sblocca-Italia’ vorrebbe rilanciare, bypassando così il ruolo delle regioni e degli enti locali nella tutela del proprio paesaggio e nella progettazione di un diverso modello di sviluppo (sollevando tra l’altro un’ipotesi di incostituzionalità del decreto), segnando un punto a favore del territorio, ma nulla di più se alle dichiarazioni non seguono i fatti. Proprio perché siamo per la gestione sociale dei beni comuni, partecipata e fuori dalla logica del profitto per pochi abbiamo ottenuto il 26 giugno del 2013 che il consiglio comunale votasse per il riconoscimento del diritto universale all’acqua e per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato a Termoli. Ad oggi a quel voto non è seguito alcun atto pratico. Al contrario, anche il commissario prefettizio decideva di concedere una ulteriore proroga di 12 mesi per la gestione del servizio all’attuale gestore privato, che è una di quelle famigerate multinazionali (l’Acea). Pertanto Chiediamo al consiglio comunale tutto ed alla giunta di riprendere in mano il processo di ripubblicizzazione dell’acqua. Chiediamo con urgenza di sapere come l’attuale amministrazione intende realizzare la ripubblicizzazione, constatando come ad oggi la giunta Sbrocca sia rimasta inerme e silente sul tema”.