La passione per le moto, apice e pedice dell’esistenza di un giovane amato da tutti a Petacciato e anche a Pozzuoli, dove lavorava. Un fiume di gente ieri pomeriggio ha reso omaggio a Daniele Ciffolilli, rendendo davvero piccola la chiesa madre di San Rocco. Caschi vicino ai lumini, un simbolo dell’amore di Daniele e dei suoi amici rider, che hanno formato un corteo nel corteo sul viale Pietravalle, in sella alle loro amate motociclette, a seguire il feretro che ha lasciato il luogo di culto dopo una messa durata quasi un’ora, per accompagnarlo nell’ultimo viaggio verso la tumulazione al cimitero di Petacciato.
In prima fila i genitori, la sorella e la ragazza, col volto rigato dalle lacrime e gli occhi gonfi dalla commozione e dallo strazio. Sono giunti anche dalla Campania, regione in cui Daniele a soli 27 anni ha perso la vita giovedì scorso, in una tragica mattina sulla tangenziale di Napoli.
Il feretro di Daniele è rientrato ieri pomeriggio dal Policlinico partenopeo, dove solo 24 ore prima era stata eseguita l’autopsia disposta dalla Procura napoletana, che mirava ad acquisire ulteriori elementi nell’ambito del fascicolo aperto per l’incidente che ha visto Daniele cadere sull’asfalto e finire contro la barriera che delimitava le corsie di marcia. I funerali sono stati celebrati dal don Gianfranco Mastroberardino, parroco di Petacciato. Durante l’omelia don Gianfranco ha sottolineato l’importanza che ha la nostra vita, «molti davanti ad essa vivono con superficialità e chi ci dà un senso a ciò è sempre la morte… La morte che ha stringato la voglia di vivere terrena di Daniele un ragazzo affettuoso, generoso. Alla morte non ci si abitua perché noi siamo destinati alla vita, speriamo sempre in momenti di gioia, ciò può spiegare la presenza di tanta gente in chiesa all’ultimo saluto di un ragazzo che voleva ancora vivere. Daniele è nella gloria prematuramente, dove tutto era ancora per essere vissuto. Una morte che ha segnato la vita al papà e alla mamma che non devono mai finire di sperare facendo entrare sempre uno spiraglio di luce perché un giorno si ritroveranno». Don Gianfranco ha chiuso la sua omelia con la frase «Il buio della morte è la speranza della vita eterna». Alla fine della messa è stata recitata una lettera della ragazza, con i saluti da tutti gli amici e alla fine un saluto da parte dei cugini con la poesia di Ugo Foscolo “A Zacinto”.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.