La progettazione della riqualificazione urbanistica sul lungomare nord e nel centro storico di Termoli, tra corso nazionale e piazza Monumento, non ha convinto davvero tutti, nonostante l’amministrazione Di Brino la ponga come una delle sfide più importanti del mandato elettorale quinquennale. In particolare, a uscire allo scoperto con un documento di dissenso è stata l’associazione politica locale Apt15°42°, già componente di parte della lista rappresentata in consiglio comunale ‘In Comune per Termoli’. A firma dell’architetto Mimmo D’Arienzo, già assessore per oltre tre anni nella giunta Di Giandomenico, la giunta di centrodestra viene definita “Confusa e Felice” come la canzone della cantautrice siciliana Carmen Consoli, ospite dell’estate termolese di qualche anno fa. “Il 21 giugno scorso è stato presentato il progetto di riqualificazione delle aree del centro.
Il progetto probabilmente sarà uno “Spot” come quello delle amministrazioni precedenti come il Concorso Nazionale di Idee o i 10 progetti per Termoli, con gli esiti che conosciamo, ma se non fosse così? Un progetto di riqualificazione che, se realmente “esecutivo” e in “dirittura d’arrivo”, come annunciato enfaticamente nella conferenza stampa, lascerebbe davvero il “segno”: come una cicatrice sulla pelle urbana di Termoli. Una riqualificazione complessa per la quale un’amministrazione precedente (2002-06) organizzò un Concorso Nazionale al quale parteciparono numerosi gruppi di progettazione anche con docenti universitari. Che fine hanno fatto quei progetti? Perché è stato abbandonato quel patrimonio d’idee e progetti? Senza nulla togliere al giovane architetto che è molto quotato dall’amministrazione Di Brino e con il dovuto rispetto per lo studio di San Salvo “Cesat” del noto architetto Beniamino Di Rico dove eserciterebbe De Cinque, appare strano che possa aver affrontato un progetto così complesso in così poco tempo. Allora o l’incarico era già “in pectore” da tempo (ma allora si potrebbe sconfinare nell’illegittimo), oppure il progetto è alquanto ”affrettato”. Se poi il Professore dell’Università di Pescara Di Roco (già noto alla dirigenza del settore Lavori Pubblici) stia già “lavorando” alla Variante Generale al Piano Regolatore di Termoli, come si sente dire negli ambienti, allora sarebbe ancora più grave. D’altronde come si può pensare di rendere giustamente isola pedonale il Corso Nazionale ma senza risolvere il già gravoso problema dei parcheggi che sarebbe ancora più critico per il maggior flusso attratto dalla riqualificata area commerciale? L’idea è ancora più debole se si considera la dissennata decisione di rinunciare all’intervento con fondi privati della realizzazione del parcheggio interrato sotto Piazza Sant’Antonio (con la costosa benedizione del luminare di turno a supporto delle “sofferte” decisioni prive di coraggio).
Per il lungomare nord stessa storia. Quando si pensò di organizzare il traffico a senso unico si assistette all’assalto alla diligenza dei balneatori sostenuti dai supporter naturali dell’opposizione politica e da più di qualche scheggia impazzita della maggioranza. Ora, dopo aver abbattuto anche il ponte si pensa di risolvere il problema della riqualificazione inserendo un percorso ciclabile a scapito della carreggiata e dei già scarsi parcheggi. Infine il recupero della “prestigiosa scala a chiocciola”. Opera di grande valore architettonico riconosciuta a livello nazionale (Sgarbi docet) che versa in uno stato di degrado tale (architettonico e strutturale) per cui l’intervento di recupero alle armature ossidate, la demolizione dei parapetti in cemento armato solidali al resto della struttura e l’inserimento di ringhiere metalliche esposte all’aggressione della salsedine, costerebbe (se ben fatto!) quanto il restauro del Colosseo. Senza considerare l’imbarazzo per le signore in gonna nel percorrere la scala avvolgendosi al cospetto di spettatori, anche involontari dal piazzale del porto. Concludendo, per non apparire semplici “guastatori”, anche se ci è riconosciuta la trasparenza e la collaborazione per Termoli, pubblichiamo la proposta dell’APT 15° 42° consegnata in allegato al programma elettorale e sottoscritta dal candidato sindaco Di Brino. Il progetto prevedeva parcheggi interrati sotto il Corso Nazionale ed autorimesse per i residenti, un lungomare con una piastra pedonale sull’attuale sede stradale larga oltre 15 metri con sottostante parcheggi e viabilità carrabile separata dall’uso ciclabile e pedonale.
Stessa proposta per il tunnel carrabile sotto via Roma per rendere realmente isola pedonale il Borgo Antico e l’area commerciale del Corso Nazionale senza la barriera di automobili tra le quali pericolosamente effettuano lo slalom i pedoni che si spostano dal Corso al Borgo. Dopo tre anni di amministrazione, ancora una volta, registriamo una gestione “distratta”: confusa su alcune questioni, ma ben attenta ad altri aspetti che, come dice il Tonino nazionalmolisano …”Capisc’ a me”. In fondo ciò che contraddistingue gli uomini non sono le parole, ma le azioni”.