Direttamente da Roma, la delegazione pentastellata composta dal deputato Antonio Federico, dal consigliere regionale Valerio Fontana e dai portavoce comunali Antonio Bovio e Daniela Decaro, ha reso noto che è appena terminato l’incontro a Roma con i vertici Rfi. «La situazione di fatto è questa. Per la realizzazione della tratta Termoli-Ripalta si è in attesa della Via che rilascia la Commissione istituita presso il Ministero dell’Ambiente, che effettua le valutazioni di impatto ambientale dei progetti e delle opere. Se il parere della Commissione sarà favorevole, fornite le prescrizioni, verrà indetta la gara e avranno inizio i lavori che presumibilmente si concluderanno nel 2026. Le opere che verranno eventualmente realizzate, non riguardano la stazione di Termoli per la quale, la RFI, nell’ultima conferenza di servizi tenutasi, si è impegnata solo ed esclusivamente, ad effettuare, a sue spese, uno studio di fattibilità, nel quale rientra sia il dislocamento della ferrovia, sia lo spostamento del binario per i treni merci in stallo, che la copertura della stazione. A dire dei dirigenti, l’abbassamento della stazione, seppur fattibile, comporterebbe costi elevatissimi a carico degli Enti che dovrebbero reperire i finanziamenti visto che ad oggi, la eventuale realizzazione di queste opere, saranno a carico degli stessi Enti che le commissioneranno (Comune e Regione) e non di Rfi. I protocolli e le intese precedenti sono decaduti quindi ad oggi la situazione è aperta a qualsiasi soluzione. Nel progetto del raddoppio ferroviario, rientra invece la realizzazione di un sovrappasso nella zona Punta di Pizzo e l’elevazione di barriere sulla tratta Termoli-Ripalta (quindi non all’interno del Paese, la cui realizzazione rientra nella normativa nazionale), che però la Regione ha chiesto di non installare in quanto quel tratto (fino alla intersezione con la linea verso Campobasso), fa parte di un altro progetto di adeguamento all’inquinamento acustico, Accordo Stato-Regione-RFI. Quindi, in sintesi, si tratta di due situazioni distinte e separate aperte a diverse soluzioni in base alle prescrizioni che verranno fornite. Questo significa che le sorti della stazione di Termoli sono nelle mani della politica che dovrà dare un indirizzo ed effettuare delle scelte». Poi insieme a Ippazio Stamerra, sia Bovio che Decaro, rincarano la dose sull’esito del Consiglio comunale di due sere fa. «Dopo aver ascoltato la conferenza stampa della maggioranza, in merito al nostro abbandono dell’aula, durante il consiglio comunale di ieri, riteniamo giusto spiegare le motivazioni di tale scelta. Prima di fare questo però, ci teniamo a comunicare ai cittadini che rinunciamo al gettone di presenza per un consiglio comunale al quale abbiamo partecipato parzialmente, questo perché non è giusto porre a carico dei cittadini il costo di una malapolitica. Ma ricostruiamo i fatti. In data 10 dicembre 2019, abbiamo depositato insieme ai consiglieri di minoranza della Rete della Sinistra, del PD e Vota x te, una Richiesta di convocazione del Consiglio Comunale monotematico in adunanza aperta ex art 39 TUEL, art 62 e 71 del Regolamento del Consiglio Comunale, per discutere sulla proposta di deliberazione avente ad oggetto :” Atto di indirizzo programmatico sul raddoppio ferroviario, tratta Termoli – Lesina”. Orbene, il giorno dopo, il dirigente del settore programmazione, gestione e governo del territorio, ha redatto una proposta di deliberazione del Consiglio Comunale, la n.11 del 11-12-2019 avente ad oggetto: “Raddoppio linea ferroviaria Termoli -Ripalta- approvazione schema protocollo d’intesa”. In questa proposta, si richiama il parere della Regione Molise che a sua volta con delibera n. 461 del 25.11.2019, della Giunta Regionale, ha dato il suo parere positivo sulla delocalizzazione della stazione, fuori dal centro abitato. Cosa succede quindi? Succede che il Presidente del Consiglio, invece di fissare il consiglio monotematico, la cui richiesta era stata da noi della minoranza, depositata in data 10.12.2019 e quindi prima della proposta di deliberazione del consiglio comunale del settore, datata 11.12.2019, mette all’Ordine del giorno del Consiglio Comunale del 30.12.2019, al punto 6: “Raddoppio linea ferroviaria Termoli Ripalta- Provvedimenti-Approvazione protocollo d’intesa “, ossia, la proposta di delibera del settore del 11.12 2019. Il protocollo d’intesa veniva votato e approvato dalla sola maggioranza . In esso però l’amministrazione non prendeva posizione né sulla dislocazione della linea ferroviaria né sull’interramento, argomenti della richiesta di monotematico. Non c’è quindi una sovrapposizione di argomenti come la maggioranza ha voluto far intendere nel Consiglio di ieri. Cosa fa a questo punto il Presidente del Consiglio? Fissa una conferenza capigruppo dove ci chiede di rinunciare al monotematico, poi di fatto inserisce la proposta di deliberazione oggetto del monotematico all’ordine del giorno del Consiglio di ieri, insieme ad altri argomenti all’ordine del giorno. Iniziato il Consiglio, con mozione d’ordine del Consigliere Sabella, viene presentata una pregiudiziale che si è sostanziata nella non trattazione dell’argomento. La maggioranza l’ha votata e quindi la pregiudiziale è passata. Non ci hanno consentito di discutere un argomento di interesse generale e non hanno preso posizione sulla dislocazione o meno della stazione di Termoli né sul suo interramento. Hanno voluto imbavagliarci ma noi non ci stiamo. Abbiamo abbandonato l’aula perché in essa sono stati calpestati i principi democratici. Ma non ci arrendiamo. A chi, in conferenza stampa ha dichiarato che in commissione la maggioranza è fin troppo democratica spieghiamo il concetto di Democrazia. Il termine deriva dal greco démos= popolo, cràtos = potere . Si riferisce ad una dottrina e ad un sistema politico per cui la sovranità dello stato, appartiene al popolo, che la esercita per mezzo di rappresentanze liberamente elette a maggioranza dalla totalità dei cittadini (democrazia rappresentativa, parlamentare, indiretta) o senza intermediari (democrazia diretta). Quindi, l’affermazione “sin troppo democratici” è una contraddizione in termini. In democrazia, ognuno ha il diritto di esprimersi. Ognuno in ossequio al principio di uguaglianza. Non c’è peggior dittatura di una falsa democrazia! Umberto Eco scriveva: “Quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia”. Se per reagire, è necessario abbandonare l’aula, lo rifaremo. Non siamo scappati cari consiglieri di maggioranza e non abbiamo mancato di rispetto né ai cittadini né alle istituzioni, abbiamo esercitato un nostro diritto o pensavate di poterci togliere anche quello?»