Non bastasse la Bolkestein a togliere il sonno agli imprenditori balneari, ci si è messo pure il coronavirus, a dare prospettive incerte, quando già le ultime stagioni in termini di fatturato e presenze si erano chiuse con un calando progressivo. Sufficienti ragioni a giustificare sostegni concreti, come quelli chiesti dalla deputata molisana Annaelsa Tartaglione. «Quali iniziative urgenti il governo intende adottare a sostegno delle attività di balneazione? Si ritiene di voler comunicare, nel dettaglio e quanto prima, ciò che ha inteso prevedere in vista della riapertura delle spiagge e degli stabilimenti balneari?» È quanto si legge in un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico presentata alla Camera dall’onorevole Annaelsa Tartaglione. Il Dpcm dello scorso 26 aprile stabilisce, dal primo giugno, la riapertura di bar, ristoranti, parrucchieri e centri estetici, ma non è ancora chiaro se, in concomitanza, sia prevista anche la riapertura delle spiagge e degli stabilimenti balneari. «Gli operatori del settore – spiega la parlamentare di Fi – hanno l’assoluta necessità di conoscere il prima possibile non solo una data certa per il nuovo inizio, ma anche e soprattutto quali dovranno essere le regole da rispettare, per rendere fruibili gli stabilimenti agli avventori, rispettando le norme igieniche e il distanziamento sociale. Ciò consentirebbe ai titolari di cominciare i lavori di allestimento propedeutici alla riapertura e di predisporre tutto il necessario alla gestione della spiaggia e dei frequentatori». Fondamentale sarebbe poi definire presto pure modi e tempi di apertura dei confini regionali e dunque la potenziale movimentazione del flusso turistico verso altre regioni, in particolare da Nord verso Sud. «È inoltre indispensabile – aggiunge l’esponente di Forza Italia – sollecitare le regioni al fine di prorogare le concessioni demaniali marittime al 2033, visto che in molti Comuni non sono ancora state rilasciate. Considerato poi lo stato di emergenza e il fatto che tali attività usufruiranno in maniera ridotta del bene di concessione, dovendo poi affrontare spese straordinarie e aggiuntive per l’acquisto di dispositivi di protezione e l’applicazione delle indicazioni imposte dal governo, credo sia giusto e doveroso annullare il canone demaniale marittimo dovuto per la stagione balneare 2020». «La tutela della salute dei cittadini che frequenteranno le spiagge quest’anno e la salvaguardia di un settore – come quello del turismo balneare – che rappresenta da sempre una colonna portante del nostro sistema e che rischia di essere travolto da una crisi irreversibile, devono essere considerate le uniche e vere priorità», conclude Annaelsa Tartaglione. Ma qual è stata la reazione dei diretti interessati in Molise? Lapidario Pietro D’Andrea, coordinatore della Base Balneare: «Siamo d’accordo e lo dicono tutti!»

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