Una missiva arrivata in Comune, a Termoli, lo scorso 12 novembre mette in evidenza una vicenda giudiziaria per la quale la Procura della Repubblica di Larino ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Termoli Angelo Sbrocca, per l’ex assessore all’urbanistica Giuseppe Gallo, dell’allora dirigente del settore urbanistica Livio Mandrile e del funzionario Salvatore Marinucci. Secondo l’accusa della Procura avrebbero “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso posto in essere atti idonei diretti, in modo non equivoco abusando delle rispettive pubbliche funzioni”, “costretto l’imprenditore Mauro Pietracci Cardinali, titolare della Metano Puglia – che aveva realizzato un impianto di distribuzione di gas per autotrazione nei pressi del casello autostradale di Termoli, ad eseguire alcune opere urbanistiche, quali un tratto stradale e una rotonda, per un costo di 100mila euro a vantaggio dei titolari di una lottizzazione. Il tutto da effettuare previa realizzazione di un progetto che l’imprenditore fermano Mauro Cardinali Pietracci doveva conferire al prezzo di 45mila euro all’ingegnere Luigi Berchicci, nonché direttore dei lavori della lottizzazione”.
L’udienza è stata fissata a settembre 2021. In virtù di questa evoluzione, l’avvocato Sonia Marrozzini si è rivolta nuovamente all’amministrazione di via Sannitica, chiedendo il nulla osta per la riapertura dell’impianto di via delle Acacie, che sorge poco lontano dall’innesto della statale 87. «Ricordo infatti successivamente al rilascio da parte dell’Ente di Scia del 31.01.2017 prot. n. 4425 (con acquisizione a carico del Comune degli atti presupposti) e previa autorizzazione al commercio e vendita di carburanti e, soprattutto, previo regolare collaudo sempre con l’ausilio dell’intervento di incaricati comunali, l’impianto veniva regolarmente aperto con l’assunzione delle iniziali unità lavorative con progetti di aumento dei livelli occupazionali alla crescita dei servizi in via di erogazione al pubblico. Successivamente l’impianto sospendeva la sua normale attività in forza di una ordinanza di sospensione dei lavori di realizzazione dell’impianto adottata in assenza di qualsiasi presupposto, tanto che l’oggetto della detta ordinanza, vale a dire la immediata sospensione dei lavori di realizzazione dello stesso impianto, rappresentava anche un quid abnorme dal punto di vista fattuale, atteso che non solo l’impianto era terminato al febbraio 2018 ma era stato lo stesso Comune di Termoli a partecipare alla procedura di collaudo. La difesa del Cardinali ci tiene a ricordare anche che il provvedimento di sospensione, illegittimo come già detto, per costante dottrina e giurisprudenza perde efficacia dopo 45 giorni dalla sua adozione in mancanza del successivo atto che ad oggi, dopo quasi due anni, non è stato mai adottato dagli Uffici del Comune di Termoli, con conseguente stabilizzazione dei provvedimenti autorizzativi. Che dopo una procedura di collaudo di un impianto terminato ed addirittura operativo, si possa emanare una ordinanza di sospensione di lavori (inesistenti), come accaduto con la n. 1612018, rappresenta una circostanza che ha destato stupore e non pochi interrogativi non solo in chi scrive e nella proprietà della struttura stessa, ma anche nella Procura della Repubblica di Larino se è vero, come è vero, che per notizia di pochi giorni fa, il Pubblico Ministero ha deciso di chiedere il rinvio a giudizio nel procedimento penale, per l’autore della ordinanza poco sopra menzionata e per i vedici politico-amministrativi dell’epoca precedente l’attuale sindacatura, con udienza fissata al 27.09.2021. Ma lasciando che la giustizia penale segua il suo iter e tornando alla situazione dell’impianto, la scrivente su mandato del proprio assistito rinnova la richiesta al sindaco ed agli Uffici e Dirigenti competenti di rivalutare la questione comunicando finalmente al Cardinali Pietracci Mauro il proprio nulla osta alla immediata riapertura della stazione di servizio. Tale soluzione, oltre ad essere quella più corretta sotto ogni profilo, consentirebbe al Cardinali Pietracci Mauro, dopo due anni, di mettere un punto fermo alle ingentissime perdite subite fino ad oggi in termini di danno emergente e lucro cessante e di valutare anche la possibilità di addivenire ad una soluzione bonaria che possa portare a dirimere le vertenze giudiziarie in atto con l’Ente e quelle che, in difetto di quanto sopra, non si potrà fare a meno di avviare stante il gravissimo pregiudizio subito dal mio assistito, con individuazione dei diversi profili di responsabilità a titolo di inadempienze, azioni illegittime ma anche di omissioni nei provvedimenti dovuti. Auspicando un positivo riscontro entro il termine di giorni 10, si inviano distinti saluti».

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