Tra crisi Covid e fusione Stellantis, la primavera si annuncia più burrascosa dell’autunno nel mondo automotive. «Subito dopo l’insediamento del Governo Draghi, le segreterie nazionali di Fim- Fiom- Uilm hanno immediatamente sollecitato la convocazione dei tavoli di confronto che riguardano crisi di aziende di rilevanza nazionale e di settori strategici per la nostra economia, come automotive, aerospazio e siderurgia. Abbiamo apprezzato la disponibilità a incontrarci il 18 febbraio scorso per la Whirlpool di Napoli a seguito di un presidio delle lavoratrici e dei lavoratori e la tempestiva convocazione per l’ex Ilva il giorno successivo. Ma è trascorso ormai un mese e la situazione è drammaticamente peggiorata, non solo per il precipitare di queste vertenze, ma anche per tutte le altre crisi aziendali che purtroppo non sono state minimamente affrontate. È per tali ragioni che abbiamo inviato una lettera unitaria ai Ministri dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e del Lavoro Andrea Orlando per chiedere di essere convocati in tempi brevi per scongiurare situazioni di tensioni e ingovernabilità nei territori interessati. Senza risposte immediate queste vertenze rischiano di essere del tutto compromesse con gravi danni occupazionali e sociali. In assenza di risposte e di una formalizzazione di incontro, venerdì 26 marzo alle ore 10 ci auto-convocheremo nei pressi del Ministero dello Sviluppo Economico insieme a una delegazione delle nostre strutture nazionali con l’obiettivo di essere ricevuti». Lo dichiarano in una nota unitaria Roberto Benaglia, segretario generale Fim-Cisl, Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Rocco Palombella, segretario generale Uilm-Uil. Intanto, delegati e dirigenti della Fiom-Cgil in campo per tutelare l’occupazione negli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis. Il coordinamento della Rsa sancisce una mobilitazione unitaria per il futuro dei lavoratori dell’automotive.
Si è riunito ieri il coordinamento nazionale delle delegate e dei delegati della Fiom di Stellantis, dei segretari generali delle Fiom territoriali per discutere della situazione degli stabilimenti e più in generale del settore. Il 2021 si è avviato con la crisi del mercato dell’auto e l’aumento generalizzato del ricorso agli ammortizzatori sociali. Il mercato europeo dell’auto sta affrontando una crisi profonda determinata anche dalla pandemia e il nostro paese ci è arrivato con una crisi sistemica, la mancanza di investimenti per l’innovazione del prodotto e l’assenza di una politica industriale pubblica.
In questo scenario la comunicazione aziendale sul costo industriale alto degli stabilimenti italiani, la riduzione dei servizi e di ulteriore taglio dei costi sta generando una situazione di estrema incertezza e preoccupazione nelle lavoratrici e nei lavoratori del Gruppo e in quelli delle aziende di fornitura.
Per queste ragioni la Fiom nelle scorse settimane ha richiesto un incontro all’azienda sulla situazione produttiva di tutti gli stabilimenti e sui costi industriali. Ma è evidente che la mancanza di modelli e di saturazione della capacità installata incide sui costi di produzione per questo è necessario che si apra un confronto che faccia chiarezza, e un piano industriale che garantisca nuove produzioni.
La Fiom ha sollecitato, unitariamente a Fim e Uilm, il Governo ad aprire un tavolo specifico di settore.
È indispensabile un confronto sul piano industriale di Stellantis in Italia e della filiera di fornitura e un piano per l’occupazione. Particolare attenzione deve essere posta sull’impatto che le nuove tecnologie avranno sulle produzioni tradizionali a partire dalla componentistica e la produzione di motori endotermici in particolare diesel. Alla garanzia degli stabilimenti e dei lavoratori, bisogna dare concretezza agli annunci e il Governo deve sostenere l’intera filiera ed essere garante anche degli impegni assunti da Fca nel momento della richiesta del prestito di oltre 6 miliardi.
In questa fase critica è il momento di unire lavoratori e organizzazioni sindacali su tutto il territorio nazionale per aprire una campagna di assemblee azienda per azienda con l’obiettivo di mobilitarsi unitariamente se non si dovesse aprire il confronto».