Dopo le reiterate proteste dei residenti per la musica ad alto volume il comune ha deciso una stretta sui locali della movida. Ieri, infatti, è scattata la nuova ordinanza sindacale che impone fino al prossimo 9 settembre l’interruzione della trasmissione della musica, dal vivo o riprodotta, sia in ambienti interni che esterni ai locali, all’una di notte. Come si spiega nell’ordinanza sindacale nelle ultime settimane sono pervenute al comune numerose segnalazioni di schiamazzi, rumori e altri comportamenti che alterano la quiete pubblica. A rendere insonni le notti dei residenti l’uso smodato di alcool e comportamenti contrari al pubblico decoro come l’abbandono di bicchieri e bottiglie nelle strade, e perfino su porte e finestre delle case, intorno ai locali. Per garantire quindi la tranquillità, il diritto al riposo dei residenti e la qualità della vita nonché il decoro urbano si è dovuto adottare un provvedimento così restrittivo. I titolari e i gestori degli esercizi pubblici muniti di autorizzazione per la diffusione della musica e/o di trattenimenti danzanti sono tenuti quindi ad attenersi alle nuove prescrizioni ed eventuali violazioni verranno perseguite a norma di legge. I trasgressori che non osservino gli orari e le prescrizioni della ordinanza saranno puniti con la sanzione pecuniaria da 25 a 500 euro. In caso di ulteriore violazione nello stesso anno solare il trasgressore sarà punito con la sanzione amministrativa di 500,00 euro mentre in caso di reiterate violazioni sarà disposta la comunicazione di inosservanza al Questore al fine dell’applicazione della misura della sospensione dell’attività di 15 giorni. Ovviamente non sono mancate rimostranze da parte dei titolari dei locali pubblici ed il rischio, paventato anche da alcuni genitori, che i ragazzi dopo l’una di notte si trasferiscano nei paesi limitrofi dove gli orari sono più lunghi. Non è facile conciliare le opposte necessità, la voglia di divertirsi dei giovani da una parte e il riposo notturno di chi la mattina deve andare al lavoro dall’altro, senza contare il legittimo interesse dei proprietari dei locali, ma proteste e segnalazioni ormai erano diventate quotidiane.