Dopo la caduta di Assade, la vittoria degli islamisti i cristiani di Aleppo, in contatto con la Caritas diocesana di Trivento, si chiedono che cosa riserverà loro il nuovo regime. Padre Bahjat, che è stato ospite della Caritas diocesana, durante la crisi che ha portato in pochi giorni alla caduta del regime, ha tenuto costantemente informato don Alberto Conti sugli sviluppi della guerra civile.
Intanto, la Caritas di Trivento ha già inviato un contributo di 5mila euro per le prime necessità ed in particolare per i bambini di questa città. «Qui ad Aleppo, quando incontro la gente – racconta il parroco – osservo un senso di sollievo: dopo lo choc e la paura dei primi giorni si comincia a scherzare e fare battute, in qualche modo la gente vuole guardare al futuro, ma ancora non riesce a fidarsi serenamente. Girano notizie qua e là di alcune donne che raccontano di esser state insultate per strada perché non portano il velo, si dice che d’ora in poi nelle scuole e nelle università i maschi saranno separati dalle femmine; che nella corte giudiziaria non saranno più accettate le donne giudici, tutto ciò, se sarà vero, potrebbe spingere ad un nuovo esodo delle minoranze religiose, tra cui anche i cristiani. I nuovi governanti dovranno dare prova concreta del discorso che lanciano continuamente, che cioè le comunità etniche e religiose saranno rispettate nella nuova Siria. Sul resto continuiamo a sperimentare un grande senso di collaborazione e prontezza dalle autorità riguardo ai problemi che insorgono di tanto in tanto. Almeno questo ci rassicura che non siamo abbandonati. Le fonti di energia tornano disponibili, ma ovviamente a prezzi di mercato internazionale che la tasca dei siriani, per ora, non è per nulla capace di supportare. È una transizione da una economia socialista a quella di mercato libero, ma senza nessun piano regolatore. I poveri ne sono le vittime più fragili. Oggi abbiamo avuto una riunione dei vescovi cattolici di Aleppo, durante la quale i pastori hanno ribadito la volontà di continuare ad aiutare i cristiani a superare questa crisi e rimanere ancorati alla loro terra. Hanno deciso di allargare le competenze di una commissione di emergenza precedentemente costituita e di coordinare meglio gli aiuti che provengono dalle ONG che vorranno aiutarci. Il 1° gennaio prossimo celebreremo insieme la giornata mondiale della pace dove si annuncerà anche il giubileo della speranza, di cui la Siria ha bisogno più che mai».
«Questo – spiega don Alberto Conti – è l’ultimo aggiornamento arrivato da padre Bahjat, parroco di Aleppo. Insieme alla preghiera per la pace abbiamo già fatto un primo bonifico di 5mila euro per aiutare i frati francescani a procurare il pane quotidiano soprattutto per i bambini e gli anziani, che in tutti i teatri di guerra sono quelli che più soffrono. Continuiamo a seguire gli sviluppi non solo in Siria ma anche a Gaza, dove il parroco padre Gabriel, mi dice che i bambini hanno bisogno, oltre al mangiare, anche vestiti per l’inverno che sta arrivando. Nei prossimi giorni invieremo alla parrocchia cattolica di Gaza, attraverso Caritas Gerusalemme, un bonifico per far fronte alle tante necessità che la piccola parrocchia deve affrontare ogni giorno. Continua il sostegno agli artigiani di Betlemme, stiamo aspettando l’arrivo di altri 300 presepi, mentre 1.000 sono già tutti esauriti. Ringrazio i parroci che si sono impegnati in questa campagna di solidarietà e continuiamo a pregare per la pace, senza dimenticare l’Ucraina, il Sudan e altri conflitti sparsi nel mondo».