Due anni e mezzo senza il sorriso della dottoressa volontaria in Africa che aiutava i bimbi meno fortunati della terra. Era la sera del 28 novembre 2015 quando la dottoressa di Trivento Rita Fossaceca, radiologa all’ospedale dei Novara, fu uccisa
da un commando di rapinatori nel piccolo villaggio di Watamu,
del distretto di Malindi, a nord di Mombasa. Numerose finora le udienze del processo che si sta celebrando in Kenya, alcune delle quali si sono tenute anche in Italia per raccogliere la
testimonianza dei familiari di Rita, ma negli ultimi mesi il procedimento ha subito un deciso rallentamento per via di diversi intoppi burocratici dovuti principalmente
agli impegni dei giudici.
«La prossima udienza è ora in calendario a fine giugno – spiega all’Ansa l’avvocato Giulia Lozzi, che assiste la famiglia Fossaceca – ma è chiaro che certezze sui tempi per arrivare ad una sentenza non ci sono e questo ci lascia abbastanza perplessi. Comunque continuiamo a seguire con grande attenzione le notizie provenienti dal Kenya e a fornire la nostra piena collaborazione con la speranza che si possa arrivare quanto prima ad accertare le responsabilità per la morte di Rita». Alla sbarra due le persone accusate a vario titolo di aver preso parte al piano per assaltare la casa
del medico molisano, ma gli altri complici del commando non sono mai stati individuati e incriminati. In Africa per conto della “For Life Onlus”, associazione umanitaria internazionale, Rita
Fossaceca era tornata nell’orfanotrofio da lei creato per realizzare il suo sogno: aiutare i bambini. Fu raggiunta da un colpo di pistola mentre cercava di proteggere la madre, assalita
con un machete. I banditi ferirono anche gli altri suoi familiari presenti, il padre, lo zio sacerdote e due infermieri.

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