Sulla condanna di Alessio Di Bernardo a 12 anni per omicidio preterintenzionale di Stefano Cucchi, l’opinione pubblica venafrana si è letteralmente spaccata.
Se da un lato in tanti si sono mostrati soddisfatti per l’esito della lunga vicenda processuale, dall’altro lato non sono stati pochi gli amici che hanno inteso esprimergli pubblicamente “solidarietà”. Alcuni sono entrati addirittura nel “merito” giudicando eccessivi gli anni di condanna comminati dalla Cassazione. “Non mi uccise la morte ma due guardie bigotte, mi cercarono l’anima a forza di botte (è la citazione di una nota canzone di Fabrizio De Andrè, ndr). Stefano Cucchi, arrestato per il possesso di pochi grammi di hashish assassinato dallo Stato”, è il durissimo manifestino comparso su varie bacheche social anche di venafrani.
D’altro canto, però, non sono mancati i messaggi di “sostegno” al carabiniere. Non solo amici ma anche rappresentanti delle istituzioni locali hanno inteso manifestare comunque vicinanza all’amico. Anche una ex insegnante ha voluto esternare pubblicamente il proprio messaggio di «grande solidarietà al mio ex alunno Alessio Di Bernardo dell’Itcg di Venafro. Lo ricordo sempre educato, socievole e rispettoso del prossimo. Forse certe volte diventiamo giudici sicuri per accanirci contro i più deboli. Forza Alessio!», recita il contestato post.
«Alessio ha atteso la sentenza con rispetto, a casa, insieme ai suoi affetti più cari. Non ha avuto dubbi, è stato consapevole da sempre di dover accettare il verdetto e pronto a rispettare quello che i giudici avrebbero sentenziato. Dopo aver salutato e stretto forte le sue bimbe si è fatto portare, a pochi minuti dalla decisione della Cassazione, verso il carcere più vicino, mosso dal desiderio di saldare il suo debito e con un senso di rispetto per le Istituzioni che non ha mai abbandonato in questi anni», si legge su altre bacheche.