I Carabinieri del Comando provinciale di Isernia che indagano sull’omicidio stradale di Colli a Volturno hanno chiesto l’intervento del Racis, raggruppamento Carabinieri investigazioni scientifiche di Roma.
Lo scopo è far analizzare caschi, tute e moto dei due centauri presenti sulla scena dell’incidente nel tardo pomeriggio del 1° novembre.
Si tratta di una attività investigativa necessaria per far piena luce sulla dinamica dell’impatto che ha portato al decesso del 48enne Paolo Marchesani, investito mentre attraversava la strada statale 158 da una moto, il cui conducente non si è poi fermato a prestare soccorso. Marchesani, dopo l’incidente, è stato trasportato in ambulanza al Veneziale. Considerate le condizioni, da subito definite critiche dai sanitari, l’uomo è stato trasferito al Cardarelli di Campobasso dove nella notte tra il 1° e il 2 novembre è morto.
Si apprende intanto da fonti investigative che entro 60 giorni saranno resi noti i risultati dell’autopsia eseguita sul corpo dello sfortunato 48enne. L’esame servirà a stabilire le cause del decesso. All’autopsia ha partecipato anche Umberto De Gennaro, medico legale di Benevento nominato dalla difesa dei due indagati.
Il 20enne, presunto autore dell’investimento e per questo finito sul registro delle notizie di reato con l’accusa di omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso, tramite il suo avvocato Claudio Petrecca, ha chiesto perdono ai familiari della vittima. «Il ragazzo – le parole del noto penalista di Venafro – si sarebbe trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Ha fatto il possibile per evitare il pedone ma la strada è priva di illuminazione e di segnaletica. Anche se questa non vuole essere una giustificazione. Ha urtato il pedone ma a velocità moderata. Tanto è vero che non è caduto sull’asfalto ma si è adagiato sul muro di contenimento posto ai margini della carreggiata. Non si è fermato perché in evidente stato di panico. Da avvocato – ancora Petrecca – mi sembra strano il mancato coinvolgimento di altre vetture visto che la strada a quell’ora era molto trafficata».
Petrecca, che difende anche il padre del centauro, accusato di omissione di soccorso, ha spiegato che il 48enne – come si vede dalle telecamere di sorveglianza – era con la sua moto a 500 metri di distanza dal figlio. Non avrebbe assistito all’urto avendo appreso dell’accaduto solo una volta che i due sono giunti a Venafro.
La figlia della vittima, invece, ha provveduto a nominare lo studio Cutone di Isernia per essere rappresentata nelle fasi successive della vicenda giudiziaria.
ppm