Non è un discorso di appartenenza politica quello che il sindaco Remo Di Ianni vuole affrontare. Sul piatto l’autonomia differenziata, il tema dei temi. E il primo cittadino del piccolo centro della provincia esce allo scoperto con forza, contestando su tutta la linea la decisione assunta dal presidente della Regione, che ha espresso un voto a favore. E che, per Di Ianni, significa una sola cosa: sancire la morte del Molise.
Non usa mezze misure Di Ianni nel ragionare ad alta voce di una vicenda che ovviamente avrà impatti, politici forse a breve ma sociali di certo a lunga scadenza. Chiama in causa il presidente Toma ma anche la delegazione parlamentare, improvvisamente silenziosa. Richiama ad assumere una posizione o quanto meno a svelare da che parte stanno i consiglieri regionali (non tutti) che fino ad oggi non hanno espresso alcuna posizione in merito e rimprovera anche chi, fino ad oggi rimasto nell’ombra, esce allo scoperto sullo smantellamento progressivo della sanità del Veneziale dimenticando di essere parte integrante di quella maggioranza che avalla i provvedimenti che poi portano alla sostituzione, ad esempio, del primario facente funzioni del Veneziale, il dottor Giovanni Vigliardi.
Una dichiarazione di guerra, quella che Remo Di Ianni consegna alle cronache giornalistiche, ma anche il grido di dolore di chi, da amministratore di un paese delle aree interne, soffre più di altri del taglio dei servizi, delle difficoltà economiche, della privazione dei diritti come quello alla salute, ad una viabilità degna di tale nome e che scopre di essere solo nel combattere la sua quotidiana battaglia che rischia di diventare davvero difficile da affrontare quando l’autonomia differenziata si concretizzerà.
«Mi sconvolge il pressappochismo con cui si sta affrontando questo delicato momento storico – commenta il sindaco di Cerro al Volturno -. Mi sconvolge il pressappochismo con cui ci si sta confrontando con il tema dell’autonomia differenziata, un tema delicato, destinato a cambiare e sconvolgere il destino del Paese ed in particolare del Sud, che si sta realizzando con un decreto legge, che esautora di fatto il Parlamento. Mi sconvolge nel merito il silenzio ingiustificabile dei senatori e dei parlamentari molisani, che al netto dell’appartenenza politica, non comprendono come quel decreto sancirà la morte della nostra regione. Mi irrita – rincara la dose Di Ianni – il pressappochismo con cui il presidente Donato Toma, si sia presentato alla conferenza Stato-Regioni e abbia votato a favore di un decreto così iniquo per la nostra regione, senza ascoltare nessuno. Senza avviare nessun confronto con il territorio».
Di Ianni non può che rimarcare il dato generale: un paese, l’Italia, con fortissime differenze fra Nord e Sud. L’Ue che vara il Pnrr con lo scopo, tra gli altri, di intervenire sugli squilibri territoriali, «nella consapevolezza che questi siano un limite allo sviluppo e non un vantaggio per le aree più ricche – riflette il sindaco -. L’autonomia differenziata va invece nella direzione opposta di sottrarre risorse alle regioni meridionali. È una prospettiva miope che danneggia innanzitutto il Paese, che reitera un modello in crisi da decenni che cerca di arrestare la perdita di terreno del Nord nel contesto europeo, impedendo al Sud di accendere un secondo motore per lo sviluppo. È un errore grave, soprattutto dopo che la pandemia ci ha mostrato tutti i limiti di una gestione insufficiente e frammentata su base regionale. E mi chiedo – si domanda Di Ianni – come il presidente Toma tutto questo non lo abbia tenuto in considerazione. Il disegno di legge sull’autonomia approvato dal Consiglio dei ministri, stravolgerebbe l’architettura istituzionale del Paese e la geografia dei poteri. Invocando il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, le Regioni a statuto ordinario possono richiedere la competenza fino a 23 materie che ad oggi sono di pertinenza esclusiva dello Stato. Scuola, università, ricerca, sanità, grandi reti e infrastrutture del trasporto e della navigazione, previdenza complementare e integrativa, energia, aziende di credito a carattere regionale. È un elenco solo parziale che illustra la portata di un processo di devoluzione potenzialmente incontrollato e certamente irreversibile, col Parlamento esautorato di fatto delle sue funzioni.
Ve lo immaginate il Molise a dover gestire in autonomia la sanità, dopo il disastro che si sta perpetrando ormai da oltre un decennio? – la domanda, retorica, di Remo Di Ianni -. Ve lo immaginate il Molise, dove camminiamo ancora sulle mulattiere, a dover gestire in autonomia le infrastrutture?
A tutto questo, il presidente Toma ha detto placidamente sì! Senza alcuna previa definizione dei LEP né di altri strumenti perequativi e di eliminazione delle attuali diseguaglianze.
Questo non è e non può essere un discorso di destra o di sinistra! È un discorso per il Molise, per la sua salvezza. Tutto quello a cui stiamo assistendo va nella direzione unica dello smantellamento della nostra regione – sbotta il sindaco -. E questo non è accettabile. Che si sia perso il bandolo della matassa è chiaro da molto tempo, ma di fronte a questo non possiamo tacere, né voltarci dall’altra parte. È scandaloso il silenzio nel merito di una buona parte dei consiglieri regionali, come lo è quello di buona parte degli amministratori locali. Possibile che pur di non scontentare un amico ci si volti con tanta disinvoltura dall’altra parte? Quello che è accaduto in questi ultimi giorni è la riprova di una pantomima insopportabile. Rileviamo che solo ora qualcuno ha dichiarato di seguire “con attenzione il caso del dottor Giovanni Vigliardi, primario facente funzioni del reparto di Chirurgia del Veneziale di Isernia, sostituito con un professore universitario. Certo, fa specie che l’ex direttore generale dell’Asrem abbia assunto questa decisione l’ultimo giorno di permanenza a capo dell’Azienda sanitaria. Credo, tuttavia, che il caso del dottor Vigliardi – che deve essere senza dubbio risolto – non è l’unico problema dell’ospedale di Isernia e più in generale della sanità molisana”.
Ci verrebbe da chiedergli dov’era mentre si firmava il protocollo d’intesa tra Università e Regione Molise che prevedeva quanto sta accadendo. Dov’era mentre si smantellava la sanità regionale e soprattutto la sanità della provincia di Isernia con decisioni almeno discutibili.
Abbiamo visto sparire da un giorno all’altro la medicina territoriale, abbiamo visto demedicalizzare postazioni del 118 in aree, come quella in cui amministro, che raccoglie un bacino di utenza di circa 13mila persone. E nessuno ha avuto da eccepire! Ora tutti scandalizzati! Tutti pronti a rivolgersi ai Ministri!
Personalmente – chiude Di Ianni – non staremo in silenzio di fronte allo scempio dell’autonomia differenziata. Adotteremo risoluzioni in consiglio comunale atte a sancire un impegno ufficiale di opposizione ad una scelta così iniqua. Saremo promotori di azioni dal basso, con raccolte di firme, per dare la possibilità ai cittadini, ancora una volta tenuti all’oscuro di tutto, di capire cosa sta succedendo in questa regione nel generale, colpevole silenzio.
È davvero arrivato il momento di voltare pagina, quello che abbiamo visto è sufficiente per farci comprendere che non può più essere condiviso, né accettato!»