«Per la riconversione dell’ex Unilever di Pozzilli dovrebbero essere stretti i tempi per la sottoscrizione dell’Accordo di sviluppo Invitalia, in modo tale da consentire ai lavoratori e all’azienda di attuare il Piano industriale proposto e rilanciare l’economia di tutto l’indotto dell’area». Lo ha comunicato il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Micaela Fanelli dopo aver appreso la risposta della Sottosegretaria Fausta Bergamotto all’interrogazione del senatore del Pd Daniele Manca. Il parlamentare aveva interrogato il Ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, proprio per chiedere risposte urgenti su una questione da cui dipende il futuro di una realtà imprenditoriale, di tutto il suo indotto e, soprattutto, quello di tante famiglie molisane.
«Insieme al prezioso lavoro del senatore Manca che pubblicamente ringrazio – sottolinea Fanelli – è stato infatti possibile portare la vicenda all’attenzione del Governo nazionale. Un impegno preciso che avevo preso in Consiglio regionale e che ho convintamente portato a termine con il contributo indispensabile di tutta la filiera del Pd nazionale.
Dopo che il voto unanime espresso dal Consiglio regionale, lo scorso 8 marzo, alla mozione di cui sono stata prima firmataria e che impegnava tutta la Giunta regionale a occuparsi della riconversione della ex Unilever è rimasto lettere morta a causa dell’inerzia del centrodestra regionale, il Pd ha portato direttamente la questione a Palazzo Madama.
Ora, dopo l’integrazione della documentazione richiesta alla società e fornita dalla stessa nel mese di aprile, la medesima domanda, da quanto si apprende, sembra essere in una fase avanzata e il soggetto gestore sta completando le verifiche sulle integrazioni ricevute», spiega la consigliera regionale.
«All’esito positivo delle verifiche conseguirà, da parte di Invitalia, la trasmissione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy delle valutazioni in merito alla coerenza della proposta con i requisiti previsti dalla normativa applicabile ai contratti di sviluppo, al fine di attivare la procedura negoziata di cui all’articolo 9-bis del decreto 9 dicembre 2014. In conclusione, compatibilmente con i suddetti riscontri e salvo la necessità di acquisire ulteriori informazioni, la sottoscrizione dell’Accordo potrebbe intervenire già nelle prossime settimane», si legge infatti nella risposta all’interrogazione presentata al Senato.
«Come si ricorderà la storia della riconversione della Unilever è iniziata il 1° novembre 2021, con la firma dell’accordo sindacale con tutte le parti sociali coinvolte per la nascita della P2P, che sanciva il passaggio di tutti i lavoratori dello stabilimento nella nuova società.
Un progetto di riconversione ambizioso spinto dalla Unilever, in joint venture paritetica con Seri Plast (controllata della Seri Industrial S.p.A., azienda quotata sul listino MTA di Milano), possibile anche grazie alla collaborazione con il Governo precedente, di concerto con le parti sociali con il supporto del Ministero per lo Sviluppo Economico.
La nuova società denominata P2P dovrà gestire la graduale riconversione del sito Unilever, che sarà interamente dedicato alla produzione di plastica riciclata. La partnership prevede anche un accordo commerciale di lungo periodo per la fornitura a Unilever di materie prime plastiche recuperate da imballaggi post consumo, da parte della nuova società P2P, con un conseguente vantaggio competitivo dell’azienda sul mercato, e nel rispetto delle decisioni comunitarie e nazionali volte a ridurre l’inquinamento correlato all’utilizzo della plastica.
L’accordo prevede, inoltre, la salvaguardia di circa 200 posti di lavoro, ovvero addetti dello stabilimento e dell’indotto, che riconvertiranno l’impianto per il riciclo di materie plastiche da imballaggi post-consumo, con una capacità pari a 130mila tonnellate annue.
La P2P, già da inizio giugno 2022, aveva presentato la domanda di finanziamento a Invitalia per l’attuazione del progetto, che prevede investimenti complessivi per 109,4 milioni di euro, contributi a fondo perduto per 38,4 milioni e un finanziamento agevolato di 43,7 milioni.
Tuttavia, l’Accordo di Sviluppo Invitalia sarebbe dovuto essere licenziato molto tempo fa, ma visti i ritardi ho inteso portare la vicenda prima all’attenzione del Consiglio regionale, purtroppo inutilmente, e poi grazie al contributo del Pd nazionale, interessare direttamente il Senato.
Ora dopo questa risposta che riaccende una speranza importante per tutto il Molise continueremo a essere vigili sulla sottoscrizione di un Accordo che, a questo punto, davvero speriamo avvenga quanto prima.
Per il bene di tutto il nostro territorio, per i lavoratori e le famiglie molisane che, ancora una volta – conclude Fanelli – sono state vittime innocenti dell’inerzia amministrativa e politica di tutto il centrodestra attualmente alla guida della Regione Molise».

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