Vertenza Unilever, dall’incontro dello scorso 10 ottobre è emerso l’ennesimo nulla di fatto. È stata comunque rimarcata l’urgenza di un tavolo di confronto con i vertici Unilever.
La novità importante è che tale necessità non è solo dei sindacati, ma anche dei vertici della P2P in quota Seri. In tutto questo, aumentano le le preoccupazioni tra i 60 lavoratori dello stabilimento ex Unilever di Pozzilli, confusi dalle tante contrastanti voci che vengono riportate ormai da tanto tempo. A entrare nel merito della questione ancora una volta il segretario regionale Cisal Antonio Martone: «La cosa certa comunque è che al prossimo incontro al tavolo saranno presenti i vertici Seri in quota P2P, Unilever nazionale e le RSA, assistite dalle organizzazioni sindacali regionali. Tutto ciò non è una barzelletta – spiega il dirigente Cisal Antonio Martone-, ma è la triste realtà dettata da una “particolare” riconversione dello stabilimento più produttivo e più redditivo che Unilever avesse in Europa. Mi preme sottolineare la grande professionalità dei lavoratori acquisita in circa 40 anni di attività che avevano consentito di raggiungere tutti gli obiettivi necessari per sopravvivere anche alla competitività tra stabilimenti appartenenti allo stesso gruppo Unilever, in Italia ed in Europa, in quanto a professionalità, flessibilità e qualità. E con un indotto che era cresciuto alla stessa maniera e che aveva anche investito importanti impegni economici per assecondare le esigenze necessarie per una multinazionale. Per quanto ci riguarda – prosegue Martone -, a questo punto, al di là dell’approvazione del progetto, ci sembra opportuno chiedere, come abbiamo chiesto, Unilever come pensa di gestire la situazione economica dei lavoratori per i prossimi due anni. Ciò perché, al di là dell’approvazione del progetto entro il 31 ottobre prossimo, abbiamo ricordato al tavolo che anche se si approvasse il progetto entro ottobre comunque i lavoratori avrebbero bisogno di assistenza economica fino alla metà del 2026; infatti la ripartenza produttiva è stata sempre prevista dopo 18 mesi dall’ordine degli impianti. Comunque, è da tenere in mente che in questi frangenti è difficile capire le vere strategie che si celano dietro a progetti così importanti che hanno più partner con interessi diversi. Anche il mio contatto precedente con i Vertici Unilever Italia non hanno chiarito fino in fondo la situazione; poiché tutti dicono che lavorano per l’approvazione del progetto, ma tutti confermano il problema che si verrebbe a creare dopo ottobre senza approvazione. Dov’è il problema- conclude amaramente Antonio Martone -, la burocrazia? La politica regionale? La politica nazionale? Oppure siamo in un disegno già scritto?» Domande che aspettano una risposta da parte di chi, nella scorsa campagna elettorale, aveva preso impegni precisi, portando la vertenza Unilever sui tavoli ministeriali, tanto che il Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso non si attardò a mettere la sua firma sotto il progetto che riguardava la riconversione dello stabilimento di Pozzilli. I lavoratori della Unilever ora chiedono il conto: si va di mese in mese senza ricevere risposte. I sindacati, compatti, vogliono vederci chiaro e vogliono risposte su 2 argomenti oramai da tempo all’ordine del giorno di riunioni e confronti tra sindacati e proprietà: il parere Enea e la cassa integrazione in deroga, per coprire anche tutto il 2025. Argomenti dirompenti e chiedono anche un interessamento della Regione Molise che, a detta di molti lavoratori Unilever, è latitante proprio ora che si stanno decidendo, in alto loco, le sorti future della fabbrica di Pozzilli. Si parla di trasformazione del processo di riconversione dello stabilimento ex Unilever e lo scorso 18 luglio l’informativa della “P2P”, la nuova proprietà, consegnata ai sindacati recitava che la proprietà aveva presentato la nuova progettazione che modificava la parte riguardante la ricerca e l’innovazione secondo l’articolo 47 del Regolamento europeo, relativo all’economia circolare, sperimentale e innovativo.
Le sorti future dello stabilimento di Pozzilli ora sono nelle mani dell’Enea. Tutto parte dalla bocciatura da parte di Invitalia relativamente alla sperimentazione. Da qui, la proprietà si è convinta, in accordo con i tecnici di Invitalia e dell’Enea, a riformulare questa parte del processo di riconversione: da investimento di sviluppo sperimentale a investimento innovativo per la tutela ambientale nel contesto dell’economia circolare plastiche miste. Questo è il risultato, ad oggi, del Progetto di Riconversione annunciato da Unilever tre anni fa. Sono passati ormai tre anni dal fermo impianto produttivo di Pozzilli e il nuovo processo produttivo legato al progetto del riciclaggio della plastica non si avvia. L’impianto originario non cambia perché programmato già con le caratteristiche alternative per la selezione di Balle di Plastica Miste oppure Balle di Plastica Selezionate. Si attende il decreto entro il mese di ottobre. Intanto, oltre all’agonia del vecchio indotto Unilever, che grazie solo alla capacità professionale riesce a tirare avanti, la preoccupazione dei lavoratori che dovranno affrontare, in ogni caso, il quarto anno di Cassa Integrazione. Inoltre, sarebbe interessante capire la posizione della Regione Molise che è sempre stata pronta per finanziare al cassa integrazione in deroga, ma che non si è ancora pronunciata in maniera chiara ed inequivocabile sul Progetto di riconversione in atto. Sulla Cassa Integrazione i sindacati, di certo, non accetteranno riduzioni sull’integrazione prevista negli accordi iniziali. Da più parti si richiama l’intervento della Regione Molise, determinante per analizzare ed approfondire l’essenza di questo progetto che cambia. Se con l’approvvigionamento delle balle di plastiche miste si punta ad avere una resa del 30 per cento, come dice l’azienda, significa che è importante valutare il codice di plastica da riciclare. La plastica da riciclare, con l’articolo 191204 è una cosa, un’altra cosa, invece, è riciclare plastica con il codice 191212. Ecco, la Regione dovrebbe iniziare a risolvere questo problema, in attesa di conoscere il parare Enea che potrebbe cambiare lo scenario e dare speranza ai lavoratori che vorrebbero essere protagonisti del nuovo corso dello stabilimento Unilever di Pozzilli che, però tarda a partire. Di chi le responsabilità?
Marco Fusco

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.